la Repubblica, 22 gennaio 2025
Salvini lasciato solo a spiegare i ritardi dei treni
La prima cosa che si nota a Montecitorio alle 18.30, quando Salvini mette piede in aula è che sui banchi del governo hanno preso posto solo esponenti leghisti. Un ministro (Roberto Calderoli, poi arriverà anche Alessandra Locatelli), nove tra sottosegretari e viceministri, da Rixi a Durigon, da Castiello a Freni, silenziosi, fedeli, compiti come a una recita: a tutti il Capitano batte il cinque. Il sottosegretario meloniano Andrea Delmastro, che è stato lì per la discussione sulla giustizia, torna frettolosamente alle sue occupazioni. Li lascia soli. Fa impressione questo monocolore verde. «Matteo» li ha precettati per sentirsi meno abbandonato.«Finalmente la vediamo dal vivo, signor ministro», lo accoglie il cinquestelle Antonino Iaria. «Lo sappiamo che lei non voleva fare il ministro dei Trasporti, e si vede, e infatti sono sconvolto nel sentirla parlare di complotto». Mormorii da destra.Iaria: «Senza i soldi del Pnrr lei a quest’ora faceva i video su TikTok!».Salvini ce l’ha con gli anarchici. Per l’incendio alla sede legale di Italferr. «Il 3 dicembre 2024 su alcuni blog di frange anarcoinsurrezionaliste è stato rivendicato l’attacco incendiario. Da lì in poi abbiamo assistito a un’escalation preoccupante chenon abbiamo mai voluto evidenziare in attesa di raccogliere informazioni più precise». Le opposizioni non gli credono.«È venuto a raccontarci del grande complotto fatto di chiodi e chiavi inglesi», lo liquida Toni Ricciardi del Pd.Quindi il collasso della rete ferroviaria è colpa degli anarchici? E chi è il loro cattivo maestro?Quando parlano quelli della maggioranza Salvini li guarda compiaciuto, annuisce, si reclina sullo schienale con aria teatrale; quando è il turno delle opposizioni cala la testa sulle carte, prende appunti, compulsa il cellulare, preso da un’irrefrenabile ansia, come lo studente che ripassa prima di un interrogazione rognosa. Accanto a lui Calderoli ha l’aria di chi ne ha viste tante.Va detto, ad onore del vero, che gli interventi dei banchi del centrodestra non difettano di calore. Il governo non c’è, ma la maggioranza lo sostiene. Però Fratelli d’Italia ha scelto come avvocato difensore un deputato non di prima fila: Fabio Raimondo. «Lei ci mette la faccia, ai tempi di Toninelli non avveniva», lo lusinga.Salvini gli batte le mani, come fa lui: un applausino. «Gli episodi recenti di sabotaggi e intrusioni nella rete ferroviaria, rappresentano una grave minaccia alla sicurezza nazionale che non va sottovalutata». Quindi pure Raimondo fa riferimento «agli anni più bui della Repubblica». Dai banchi leghisti partono ripetuti battimani.Ogni gruppo in realtà applaude i suoi.Salvini si aggiusta gli occhiali. Poi fa partire la fanfara degli annunci. Mezzo miliardo di viaggiatori hanno scelto i treni nel 2024. Dice che anche in Germania i treni non arrivano più in orario. Giura che ai tempi dei Cinquestelle e del Pd i ritardi si registravano nel trenta per cento dei casi.Snocciola il rosario dei danneggiamenti.Però i cantieri aperti sono 1200 e da aprile tornerà il Frecciarossa per Parigi, arriveranno anche cento treni regionali.Tende la mano alle opposizioni. Dice che con molti di centrosinistra lavora bene. Li ringrazia, perché sono andati al ministero con fare costruttivo. «Ho sbloccato il nodo di Firenze», annuncia fiero. Poi cita Open Arms. Che c’entra? Niente. «Ma quella vicenda dimostra che ho le spalle larghe».«Bravo!» gli urlano i suoi. «Si è costruito un alibi ridicolo», gli fa notare il verde Bonelli.«Quello di raccontare al Paese che l’Italia è in ginocchio perché una catena penzola da una linea ferroviaria». Elly Schlein dice che il Pd sta raccogliendo i dati sui ritardi: 20mila minuti al giorno. «Quando si scusa con gli italiani? Quando si scusa Meloni? I cantieri sono stati finanziati dai precedenti governi?». Elon Musk entra anche qui.Perché la segretaria gli dice: «Invece che sgomitare a chi è più suo amico, parlate del disagio che vivono studenti e lavoratori».Soprattutto: cercate il cattivo maestro.