Corriere della Sera, 22 gennaio 2025
Il Liberty Ball dopo l’insediamento
Washington – Sono le 11.20 di sera quando Donald Trump e Melania appaiono sul palco del Liberty Ball, il Ballo della Libertà, nel Centro congressi di Washington. È uno dei tre ai quali si presentano nella notte dell’insediamento, per danzare sulle note di Glory Glory Halleluja. Si uniscono il vicepresidente J.D.vance e la moglie Usha che si scambiano un bacio sulle labbra, poi sulla colonna sonora di Ghost, i figli del presidente: Don Jr. con la figlia Kay, Ivanka e Jared, Eric e Lara, Tiffany incinta e Michael Boulos, altri due nipoti. Poco prima, in un’altra ala dell’edificio, Trump ha ballato Y.M.C.A. brandendo giocosamente una spada, al Commander in Chief Ball (il Ballo del Comandante in capo).
Migliaia di persone sono ammassate in piedi sotto il palco come a un comizio o un concerto pop, anche se in abito lungo o smoking. A un certo punto il wrestler Hulk Hogan si strappa il suo, di smoking, dichiarando che lo opprime come i quattro anni dell’amministrazione Biden. «Quello che mi è piaciuto è che è una celebrazione non divisiva, ma calma, felice. Ci sono persone venute da lontano, persone di ogni colore – ci dice Sigurd Neubauer, editore della rivista Man and Culture, venuto con la figlia adolescente —. Da figura divisiva nel 2021, Trump è stato riportato al potere dal popolo, non solo dalla base repubblicana. Conoscono la sua personalità, ma volevano qualcuno che fosse forte in un momento di incertezza. E la promessa di Biden di unire il Paese non ha funzionato».
Tre cose caratterizzano ogni insediamento presidenziale: la cerimonia in Campidoglio, la parata e il ballo. Il primo fu organizzato nel 1809 dall’assemblea Danzante di Washington per l’inaugurazione di James Madison e di sua moglie Dolley, popolari nella scena della capitale: le cronache del tempo parlano di 400 ospiti. Ma presto i partecipanti iniziarono a moltiplicarsi e il presidente Grover Cleveland fu il primo ad avere più balli inaugurali nella stessa notte. «È stata una buona idea non tenere la cerimonia fuori, avete mai parlato nel freddo gelido? – dice Trump alla folla dopo le danze —. Non si può. I fake media là dietro avrebbero parlato di deterioramento cognitivo». Trump ha raccontato che aveva previsto un paragrafo nel discorso inaugurale per dire che Biden non avrebbe dovuto graziare la sua famiglia «e un paio di paragrafi che erano anche peggio. Ma mi hanno detto: questo discorso è così bello e unificante... E ho pensato: ok, lo tolgo, ne parlerò più tardi. E ne stiamo parlando tutta la notte!».
Non era facile arrivare al Ballo. «Sembra l’afghanistan», diceva il nostro autista di Uber Mohibullah (sa di cosa parla, è afghano). Coppie eleganti con i badge «Guest» e «Vip» hanno fatto almeno un’ora di fila rischiando il congelamento. Un soldato in mimetica dal cancello gridava: «Commander in Chief a destra! Liberty a sinistra!» per incanalare la massa.
Il più esclusivo dei balli era il terzo della serata, lo Starlight Ball, a Union Station. Qui l’ambasciatore di Dominica all’onu Paolo Zampolli, con la fidanzata Maria Borges – ambasciatrice del turismo dell’Angola e supermodella amica della madre di Musk – chiacchierava con i membri del futuro governo Trump: Howard Lutnick (Commercio), Marco Rubio (segretario di Stato, il primo ad essere confermato dal Senato), Linda Mcmahon (Istruzione), il ceo di Blue Origin di Jeff Bezos (in competizione con Spacex di Musk), il miliardario John Paulson, il finanziere Nat Rothschild, Mark Burnett inviato per la Gran Bretagna, Vivek Ramaswamy, James Comer che presiede il potente Oversight Committee della Camera per la supervisione e la riforma del governo, Steve Scalise numero 2 dei repubblicani alla Camera, l’ambasciatore di Israele all’onu Danny Danon, Mike Tyson e il presidente argentino Javier Milei. «Un Davos in capitale», osserva Zampolli che sogna di portare il summit a Washington o a New York e ne ha parlato anni fa sia con Trump che con il sindaco Eric Adams.
Milei è stata una star ai Balli dei giorni scorsi della comunità ispanica. Enormi palloni colorati piovevano sul Latino Ball, mentre Milei parlava: «Da noi, in Italia, in Salvador e in altri Paesi, le minoranze silenziose e messe a tacere hanno iniziato a reclamare l’orgoglio nella civilità occidentale. Ma bisogna trascendere i confini nazionali: il Male organizzato sarà sconfitto solo dal Bene organizzato».