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 2025  gennaio 21 Martedì calendario

Dentro la bocciofila di via Padova a Milano

È da poco finita Venezia-Inter e nella Bocciofila Caccialanza di via Padova qualcuno sta guardando i momenti salienti, a partita finita. «Dai Pino, fermati a guardarli! Tanto non abbiamo un c…o da fare», si sente. In realtà, nel circolo di bocce, il calcio non è l’attrazione principale: anzi, si potrebbe dire che durante la partita vera e propria nessuno stesse guardando la televisione. Chissà, forse l’abitudine di quando del calcio in televisione non si vedeva ogni singolo minuto. O forse qui i soci preferiscono “contarsela” piuttosto che fissare uno schermo.
A quest’ora, verso le 18, la vera attrazione sono le carte, o al massimo il biliardo, rigorosamente all’italiana. Su due tavoli si sta giocando a “scopone”: seppur il gioco sia da quattro persone, intorno al tavolo di gente ce n’è almeno il doppio e i commenti non vengono certo risparmiati. Di questa folla, alcuni bevono te, alcuni un caffè corretto con Il Fernet Branca, mentre altri preferiscono un Campari, magari tagliato con un po di prosecco, rigorosamente senza ghiaccio: un popolarissimo cestello di vimini foderato con un tovagliolo di carta accoglie le patatine per accompagnare.
«Se questi 10 euro non ti servono me li tengo io eh, non c’è problema!», scherza un anziano con il barista, Andrea. Lui, un’uomo sulla trentina, è troppo garbato e rispettoso per ribattere a quello che era evidentemente uno scherzo: «Ah ma lo sai che qui puoi pagare anche domani senza problemi». «Ti firmo un pagherò, allora!», continua l’anziano, mentre in realtà sta aspettando il resto. Un altro anziano arriva al bancone con passo incerto, portando un vassoio con bicchieri e tazze vuote: «Grazie Paolo, sei assunto!”», scherza il barista.
La goliardia, qui, è all’ordine del giorno, così come il linguaggio non è sempre immacolato. Ma le vibrazioni nell’area sono positive, rilassate. Un cane gira per la sala e, pacato, va in cerca di coccole con la testa da chi sembra averne per lui. Poi ne spunta un altro, di un elegante nero lucido, anch’esso placido come l’aria che lo circonda.
Un ragazzo più giovane sta studiando sui tavoli da un tablet, lontano dal grosso gruppo di giocatori di carte che non renderebbero semplicissimo concentrarsi. Vicino a lui un signore pasciuto che sta scrutando una di quelle sigarette elettroniche usa e getta, di un arancione acceso che stona con la palette del luogo. Poi la fuma, in una scena degna della poetica sorrentiniana. Al tavolo affianco s’aggiungono ora tre signore, le uniche donne nella sala, che ordinano tre spritz e qualche stuzzichino. Paiono insegnanti, o comunque madri, dal momento che si può sentirle discorrere di scuola. Di telefoni sui tavoli non se ne vedono affatto e anche le prese a muro, di ultima generazione, sono numerosissime ma inutilizzate. A prendere un caffè qua, in orario di lavoro, passano anche molti operai della zona e non mancano nemmeno gli immigrati che fuori dall’uscio, in via Padova, sono sostanzialmente gli unici a popolare la strada.
Qui dentro, invece si vive una realtà parallela, a partire dal linguaggio: «Dai Mimmo, muoviti, che viene Pasqua qua!», risuonano nell’aria modi di dire, di un gergo di cui Milano, l’altra Milano, quella fuori di qui, si è ormai dimenticata, tra inglesismi e lessico da e-mail. Poi ci sono le regole del circolo, affisse al muro, che sembrano essere lì da molti anni. «Per essere utili ad una associazione: 1. Partecipare alle riunioni; 2. Non criticare il lavoro degli altri ma collaborare con loro; 3. Accettare incarichi poiché è più facile criticare che realizzare».
Ma la vera chicca si trova oltre al corridoio in fondo alla sala principale. Qui c’è il bocciodromo, con quattro campi in perfette condizioni con tanto di spalti per il pubblico. In questi spazi tutti i pomeriggi si gioca. Il livello della gente è misto, c’è chi gioca in serie A e chi invece solo per passione. Ma oltre alla passione, questo è il campo di casa della società MP Filtri Caccialanza, una squadra di bocce che compete nel massimo campionato italiano è che, anche in anni recenti, ha portato a casa il titolo più volte, come si nota dalla gloriosa bacheca davanti al bancone del bar.
Il campionato di “raffa” – la specialità di bocce più popolare nel Paese – è appena iniziato e la MP Filtri Caccialanza già domina con due vittorie dopo due giornate, l’ultima domenica a Vigasio (Vr), dopo una partita combattuta contro i padroni di casa e campioni in carica. Una nuova stagione che potrebbe vedere arrivare il quinto titolo per la società, dopo il primo nel 2017, poi ’19, ’21, ’22 e la finale persa lo scorso anno proprio contro i veneti. Insomma, in via Padova il gioco delle bocce viene preso sul serio, tanto che qui si allena il terzo giocatore nel ranking italiano, il giovane Luca Viscusi. Altri grandi giocatori sono passati di qui negli anni recenti, come ad esempio Gianluca Formicone, che in questo momento è primo in Italia, continuando una tradizione boccistica che tra queste mura va avanti dal 1962, quando il circolo trasferì la propria sede qui, appena oltre il sottopasso di via Padova.
Ora, invece stanno giocando su due campi, ma nulla di troppo competitivo. Il più giovane dei boccisti è sensibilmente più forte degli altri: «Gioco in A», dice timidamente. In squadra con lui anche un signore dall’accento arabo, forse sulla cinquantina, che sembra non giocare da moltissimo ma che comunque se la cava.
Se le regole della raffa sono tante e complesse, gli stili di gioco lo sono altrettanto: e in questo caso dipendono anche dalla diversa prestanza fisica dei giocatori. Ad un certo punto il gioco si scalda: «Nessuna boccia è segnata, segnale! Segnale!», lamenta un anziano. La situazione torna presto tranquilla e i giocatori continuano ad andare avanti e indietro, in un pendolare che tanto si confà alla vita umana. E forse ancor di più alla vecchiaia.