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 2025  gennaio 21 Martedì calendario

Intervista al capo dei coloni ortodossi

«È ovvio che siamo tutti contenti per la liberazione dei primi ostaggi, ma questo non significa che Israele debba rinunciare a distruggere Hamas». A parlare è Daniel Luria, direttore esecutivo di Ateret Cohanim, un’associazione di ebrei coloni ortodossi che ha come obiettivo l’espulsione attraverso ogni mezzo dei palestinesi abitanti a Gerusalemme Est. La zona cruciale della Città santa che comprende il Muro del pianto ebraico ma anche la Spianata delle moschee, i luoghi più sacri per l’ebraismo e l’islam. «Però l’accordo permette il ritorno a Gaza dei peggiori terroristi di Hamas. Come avvenne quando fu rilasciato il soldato Gilad Shalit in cambio di centinaia di islamisti come Yahya Sinwar. Qual è il prezzo che gli ebrei israeliani dovranno pagare».
Ritiene che abbia fatto bene il ministro Itamar Ben-gvir a non firmare l’accordo e uscire dalla coalizione di governo o, invece, il ministro Bezalel Smotrich, sempre dell’ultradestra religiosa, a non firmare ma rimanendo nel governo?
Stanno facendo entrambi un ottimo lavoro nello stesso blocco politico, ma ciò non toglie che possano avere due punti di vista diversi. Smotrich tuttavia ha scelto di non dimettersi a precise condizioni che prevedono la distruzione di Hamas e la messa in sicurezza di Gaza con una presenza militare nostra. Una decisione “condizionata” che io preferisco.
Cioè tornare a combattere al più presto e occuparla?
Sì, del resto si è visto cosa ha prodotto il ritiro di Israele da Gaza ordinato 20 anni fa da Ariel Sharon. La Striscia si è riempita di armi e ha vinto Hamas che vuole la distruzione di Israele. E gli abitanti di Gaza continuano a sostenerla e a rimpinguarne le file. Per intanto sarebbe un madornale errore se l’esercito lasciasse i corridoi Filadelfia e Neztarim, che segnano un’area fondamentale per il passaggio di armi, rifornimenti e aiuti umanitari. E a questo proposito voglio sottolineare come sia stato un altro errore permettere l’ingresso del petrolio e degli aiuti umanitari nella Striscia.
Ma senza ci sarebbero stati anche migliaia di morti in più per freddo e fame, oltre che per le bombe.
Sono loro, Hamas e i palestinesi in generale, che ci vogliono cancellare dalla faccia della terra, noi stiamo solo difendendo la nostra terra e la nostra stessa sopravvivenza. Se si fosse sigillata la Striscia, ci sarebbe stata una sollevazione popolare dei gazawi contro Hamas che li aveva condotti in quel vicolo cieco. La pressione dell’amministrazione Biden per permettere l’ingresso dei convogli umanitari invece ha avvantaggiato Hamas che li ha rubati e quindi utilizzati per trovate nuove reclute. Ma ora speriamo che il presidente Trump ci aiuterà ad annichilire e isolare del tutto Hamas favorendo gli accordi di Abramo con l’arabia Saudita. Non siamo contro gli arabi.
Ma contro i palestinesi, che sono arabi, sì, però?
Noi operiamo affinché in tutto Israele, compresa l’intera Gerusalemme, in tutta la Striscia di Gaza, in tutta la Giudea e la Samaria (i nomi biblici dei Territori palestinesi occupati, che comprendono Gerusalemme Est, ndr) non debbano esserci più arabi perché queste terre appartengono da sempre agli ebrei e dal ’48 a questo piccolo paese che è Israele.
E dove dovrebbero andare le vittime di questa sua auspicata espulsione di massa?
Nei 21 paesi arabi che sono presenti sul pianeta. Così come avvenne quando questi si liberarono di noi ebrei quando vivevamo pacificamente nei loro territori.
Qual è il suo giudizio su Netanyahu? Ha permesso al Qatar di trasferire milioni di dollari ogni mese per anni all’amministrazione pubblica di Gaza, cioè soldi che andavano soprattutto nelle tasche della dirigenza di Hamas...
Positivo. Ha cercato nei suoi governi di limitare i danni causati dagli ormai lontani e disastrosi Accordi di Oslo, che hanno riportato a questa atroce situazione per noi ebrei.