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 2025  gennaio 20 Lunedì calendario

L’uomo dei trapianti: «Io sempre al telefono»

Il telefono è sempre lì, acceso e sotto controllo. Neppure di notte è silenzioso, perché quando squilla potrebbe essere così importante da salvare una vita. È dal 1999 che il professor Paolo Grossi vive reperibile giorno e notte, tutti i giorni dell’anno, Natale, compleanni, influenza, vacanze comprese perché è a lui che i centri di coordinamento regionali trapianti di tutta Italia fanno riferimento quando ci sono organi da donare. «Ho imparato a convivere con il pensiero di essere sempre lucido, se vado a una cena, non bevo mai troppo, se faccio un volo intercontinentale avviso sempre e appena atterro mi ricollego. Eppure è proprio in volo, in quelle sette, otto ore che posso davvero rilassarmi, staccare. I primi anni, per essere sempre rintracciabile mi avevano dato un satellitare, un arnese che non entrava certo in tasca». Più che una professione ha preso i contorni di una vocazione. «Mia moglie ha imparato a non spaventarsi più quando il cellulare squilla nel cuore della notte».
Ed è sempre una gara contro il tempo. «Da quando il soggetto diventa donatore, abbiamo tre ore di tempo per decidere se è o meno idoneo». Un impasto perfetto di prontezza e coraggio e la responsabilità pesa a volte quanto la solitudine nell’essere un numero primo. «Ogni quanto mi squilla il telefono? Ho appena finito di stilare il report di fine anno: sono 900 telefonate, una media di tre al giorno». Chiamato nel 1999, anno di nascita del centro nazionale trapianti, Grossi è da 25 anni la Second Opinion Nazionale per le problematiche infettivologhe quando si tratta di donare gli organi. A lui spetta l’ultima parola, accendere o meno la luce verde anche quando i segnali non sono così chiari. «Un paio di anni fa venne trovata una giovane su una spiaggia in Puglia. Stava male e morì poco dopo. Aveva partecipato a un Rave party e non si sa cosa avesse fatto e con chi era stata. Mi chiedono cosa fare. Non era semplice decidere, i chirurghi di riferimento dei riceventi cercavano di convincere i pazienti a rinunciare. Eppure non utilizzare organi di una ragazza di 16 anni mi sembrava un delitto. Ho parlato con loro e ho condiviso gli algoritmi di compatibilità, ho spiegato la situazione, rischi e vantaggi. Alla fine hanno firmato tutti il consenso, si sono fidati e oggi stanno tutti bene». Professore Ordinario di malattie infettive e tropicali, Direttore della Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive e Tropicali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Fondazione Macchi di Varese, Grossi è un pioniere dall’aria modesto, che parla delle sue straordinarie conquiste come se fosse cosa di tutti i giorni. Eppure è stato il primo a vincere una scommessa che tutti davano per folle: trapiantare gli organi di malati di Covid. «Primi al mondo a usare donatori positivi. Era novembre del 2020, il vaccino non c’era ancora. Eravamo in piena pandemia e mi arriva una chiamata. Un ragazzo di 14 anni, si era suicidato. Abbiamo trapiantato gli organi a pazienti guariti dal covid. Pochi mesi dopo ci hanno seguito gli altri Paesi. Sembrava un azzardo ma abbiamo aperto la strada a centinaia di vite salvate». Spingere l’asticella sempre un pochino più in la per salvare più vite possibile. «Si perdono tanti organi. L’Italia purtroppo è il secondo Paese con un tasso elevatissimo di germi resistenti all’antibiotico. Peggio di noi solo la Grecia, Questo significa che davanti ad alcune infezioni non abbiamo armi e gli organi sono inutilizzabili. Ma per l’Hiv è un discorso diverso. Oggi si cura facilmente. Nel 2017 siamo stati il primo Paese in Europa a trapiantare organi tra Hiv positivi. Il modello italiano è stato ancora una volta pionieristico. Da anni sono nel Consiglio d’Europa e ho potuto fare l’estensore delle linee guida europee in materia». La Spagna dopo sette anni lo ha invitato a parlare perché vuole cambiare la legge. Eppure l’asticella per Grossi non ha raggiunto il punto massimo. «C’è altro che possiamo fare: il trapianto da positivi a negativi».
Sarebbe un’altra vittoria per l’uomo.