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 2025  gennaio 18 Sabato calendario

Nessuna manomissione dietro i guasti dei treni


Per il Gruppo Ferrovie dello Stato i guasti ai treni che nelle ultime settimane hanno comportato ritardi e disagi per migliaia di viaggiatori potrebbero essere il frutto di un sabotaggio. Seppure gli episodi si presentino collegati a disfunzioni di natura tecnica, si legge nell’esposto che Fs ha presentato alla Procura di Roma, non si può “escludere in radice l’ipotesi che si tratti di una situazione connessa ad attività interne e/o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare”.
L’inchiesta del Fatto, che ha sentito diversi testimoni ed esperti, al momento porta a ritenere che nessuno dei cinque episodi citati nella denuncia sarebbe dovuto ad azioni dolose né interne né esterne. C’è poi un sesto caso, citato nell’esposto, ed è l’unico che va in direzione opposta. Riguarda l’incendio appiccato da due soggetti incappucciati che si sono introdotti nel parcheggio a Colli Anieni della Italferr, società che si occupa della realizzazione delle gare d’appalto del Gruppo Fs. Peraltro l’azione (16 auto sono andate a fuoco) è stata rivendicata da gruppi anarchici. Ma torniamo agli altri 5 casi sui quali Fs ha chiesto alla procura di avviare un’inchiesta. In attesa del risultato delle indagini, Il Fatto è riuscito a ricostruire i fatti con l’aiuto di esperti e testimoni.
La teoria del sabotaggio di treni, vista da Milano, uno dei principali nodi incriminati, appare 3 mila volte improbabile. Perché tanti sono i volt che colpirebbero chiunque, senza staccare la linea della corrente elettrica, intendesse avvicinarsi a un pantografo per manometterlo. Il pantografo è il dispositivo collocato sul veicolo ferroviario che permette la captazione dell’energia elettrica da una linea aerea di contatto. La sera prima il treno viene mandato nell’officina lungo la Martesana. L’11 gennaio il convoglio entra alla stazione e trancia i cavi del binario 14, rompendo una losanga, che è parte della “radice” dei cavi che interessa anche il binario accanto, il 13, da dove poi parte un Italo che, a sua volta, ne strappa altre 4, mandando in tilt la stazione e poi mezza Italia. I primi accertamenti della Polfer hanno escluso azioni dolose. In attesa di ulteriori perizie, dalle prime risultanze, dopo una serie di interlocuzioni con personale appartenente a Fs, gli agenti sono spinti – per ora – a non ipotizzare alcuna manomissione volontaria.
Non credono all’ipotesi di una mano esterna neanche i manutentori al lavoro nei capannoni delle Officine Grandi Riparazioni di Greco. “Nella mia esperienza trentennale di manutenzione su pantografi non ho mai sentito parlare di una sostituzione per sabotaggio”, dice Maurizio Del Pozzo, tecnico Manutenzione Rotabili IMC AV Milano. “Le sostituzioni per pantografi guasti sono una cosa ordinaria. Su quella linea ne sostituiamo all’incirca due al mese, ma se uno provasse ad avvicinarsi senza il distacco di corrente verrebbe fulminato da 3 mila volt”. “Questo guasto è addebitabile alla manutenzione dei rotabili e della linea elettrica dove questi eventi si ripetono proprio per l’usura”, dice Luca Beccalli, segretario regionale Orsa Ferrovie.
Molto incerto quanto avvenuto il 13 gennaio sulla Roma Napoli. Alle 7:05 del 13 gennaio sulla linea Av si guasta un deviatoio all’altezza di Gricignano. Viene sistemato due ore dopo, il blocco provoca la cancellazione di 15 Frecce e Italo con rallentamenti fino a 90 minuti. Evento raro e forse umano? “In realtà il deviatoio è proprio l’ultimo elemento di una catena di elementi che lavorano insieme: possono esserci 200 cause per il guasto” spiega al Fatto Fedele Di Matteo, ingegnere Civile Trasporti con 35 anni di esperienza nel Gruppo Fs. “Un relais, un falso contatto, un guasto in cabina, del pietrisco incastrato…”, insomma prima dell’uomo c’è una lunga casistica di possibilità.
Lo stesso discorso vale per il blocco sulla linea Firenze-Roma del 14 gennaio, conseguenza di un guasto all’altezza di Valdarno Sud, che ha causato ritardi fino a 70 minuti.
La rottura della rotaia è infatti spesso causata dall’usura o da una cattiva manutenzione, che è una delle spine nel fianco di Fs (per i sindacati manca il 25 per cento dei capotecnici).
Dalle 18.10 alle 18.57 del 14 gennaio scorso, il gruppo Fs ha riscontrato una “disalimentazione alla linea di contatto di Roma Termini (…) causata da un guasto alla cabina Cei di Porta Maggiore”. Guasto che ha generato ritardi fino a 160 minuti e 30 treni cancellati. Cosa s’intende per disalimentazione? Che la corrente è saltata. Per mano umana o per altre ragioni? Il Fatto ha potuto ricostruire attraverso le proprie fonti che la cabina non presentava alcun segno di effrazione. Non solo. Può rivelare la dinamica dell’incidente di quelle ore: il 14 gennaio scorso si verifica un sovraccarico di corrente, dovuto al surriscaldamento delle bobine, che inizia a generare fumo. A quel punto, il personale sul posto, disattiva la cabina. Nessuna azione di sabotaggio, piuttosto un’azione dettata dall’allarme per il fumo. È per questo che la linea di contatto di Termini è rimasta senza corrente.
Altro giorno, altra disalimentazione. Questa volta del deposito Mav, dove si tiene la manutenzione dei treni Alta Velocità. Il nodo è sempre quello di Roma. In questo caso la mancanza di corrente è avvenuta in due momenti: risolta la prima volta, si è presentata una seconda, causando rallentamenti fino a 40 minuti per tre Frecce e la cancellazione di un treno ad Alta Velocità. L’ipotesi più accreditata: un cavo elettrico collassato. E non è escluso che sia accaduto, ancora una volta, a causa del pantografo che potrebbe aver strappato la linea. Di certo, anche in questo caso, chiunque decidesse di recidere un cavo elettrico a 3000 volt, rischierebbe seriamente la vita.Saranno i pm di Roma, con l’ausilio della Digos, a stabilire se si sia trattato di sabotaggio. C’è un altro fatto certo: nessuno, finora, ha rivendicato queste azioni. E sia le testimonianze, sia i pareri tecnici raccolti dal Fatto, per ora vanno in senso opposto: non ci sarebbe dolo dietro i guasti dei treni nei giorni scorsi.
Intanto Fs, contattata dal Fatto, fa sapere: “Fs prosegue senza sosta i controlli straordinari per monitorare i punti più sensibili. L’azienda ha ritenuto necessario depositare un esposto alle Autorità competenti sugli episodi registrati nell’ultimo periodo insieme all’istituzione di una commissione d’inchiesta interna per accertare le cause e individuare le responsabilità”.