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 2025  gennaio 18 Sabato calendario

Filippa Lagerback, ironia senza ritocchi


«Che tempo che fa è stato il mio lavoro fisso, per dirla con Zalone». Al garbo che la contraddistingue sullo schermo, Filippa Lagerback aggiunge di persona l’ironia. Sorride quando parla del programma e dei suoi colleghi Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, definendoli senza mezzi termini «famiglia». Dopo la pausa natalizia Che Tempo Che Fa torna domani sul Nove, dove ha totalizzato una media d’ascolto di 1 milione e 900mila spettatori e il 9,4% di share. Il suo segreto? «I temi scelti, attuali e importanti. Il dibattito e il confronto. Gli ospiti, da cui c’è sempre da imparare, e poi le persone prima che i professionisti: ho trascorso più weekend con Fabio che in famiglia, con lui e Luciana siamo cari amici pur vivendo in città diverse».Come trova cambiata la tv in questi vent’anni?«Oggi è soprattutto on demand, lo vedo con mia figlia Stella, che segue pochissimi programmi dal vivo, si recupera dopo i pezzi che le interessano. Poi c’è da considerare l’avvento dei social, in tanti guardano la trasmissione attraverso i social anche grazie al nostro team attivissimo che pubblica filmati, notizie e citazioni. I social diventano una sorta di giornale online per chi vuole tenersi sempre aggiornato sul programma».Faceva la modella, come è finita a condurre?«Nella mia vita spesso scivolo dentro le cose come sulla buccia di banana. La tv non era un vero “sogno” per me, più un desiderio di aggiungere la parola alla sola immagine. Ai tempi la curiosità verso le straniere che facevano la pubblicità era tanta, e a me incuriosiva entrare nel mondo dello spettacolo. Mia madre mi ha cresciuta dicendomi che se si ha voglia, preparazione e determinazione si può arrivare dove si vuole».Ricorda la sua prima impressione di Fazio?«È sempre stato gentilissimo, mi ha accolto da subito e fatta sentire a mio agio. C’è tanto da imparare, non solo dalla sua preparazione, ma anche dalla sua ironia».Caratteristica che le appartiene?«Molto, la gente non lo sa perché in tv ho un ruolo più istituzionale, ma quando mi prendono in giro sono la prima a riderne».Di Littizzetto cosa pensa?«È una donna fantastica e sensibile. Una comica che tratta temi seri stando sempre dalla parte dei più fragili, difendendoli con la sua forza e la sua luce. La stimo per la capacità di fare battaglie importanti senza rinunciare alla risata».Le è mai stato stretto il suo ruolo “secondario” nella trasmissione?«Non tutti aspirano a condurre Sanremo. Io sono felice di fare quello che faccio, non mi sono mai sentita la donna “di serie b” del programma. Nessuno mi ha mai detto come dovessi essere o pormi. Quando agli inizi mi consigliavano look che non mi appartenevano, tipo minigonne e tacchi alti, ho risposto chiaro: o vengo in pantaloni e tacchi bassi, o non vengo».Com’è la situazione delle donne in tv oggi?«Ci sono tante conduttrici, non so quanti capi siano donne però».Ritiene che la tv italiana sia libera?«Posso solo dire che noi sul Nove siamo molto liberi e felici».L’ospite che le è rimasto impresso?«Dario Fo, un premio Nobel ma anche la persona più semplice del mondo, scherzava con tutti dietro le quinte. E Rita Levi Montalcini, vederla esporre le sue opinioni è stata una grande lezione. Uno dei pregi del programma è dare voce a chi ha studiato tutta la vita e porta il suo sapere».Come vede sua figlia Stella il suo mestiere?«Le interessa poco quello che facciamo io e suo padre (Daniele Bossari, ndr). Segue le sue passioni, sogna di fare la regista. A Che Tempo Che Fa è venuta solo a vedere le superstar, Timothée Chalamet non voleva perderselo».Cosa guarda lei in tv?«Tanti film e serie tv, e da sempre sono appassionata di Ballando con le stelle. Parteciperei volentieri, anche se sono un legno a ballare, ma mi piacerebbe come sfida».Come vive il passare del tempo?«A 50 anni è inutile voler sembrare una trentenne. Non giudico nessuno, ma io non ho mai fatto ritocchi, anche se a vent’anni un’agenzia mi consigliò di rifarmi il naso».E lei?«Non ho mai ceduto e non cederò adesso. È vero che nessuno ama invecchiare, ma è anche un grande privilegio. Io e Daniele la sera a letto con gli occhiali per leggere ci ridiamo su: “Guarda come siamo invecchiati”. È bello anche invecchiare insieme, e prendersi cura di sé».Avete da poco attraversato un momento difficile.«Mi hanno scritto in tanti per la malattia di Daniele. Bisogna ricordarsi di vivere un giorno alla volta, altrimenti sembra impossibile scalare la montagna. Ma un passo alla volta, cercando di mantenere la positività, ce la si fa. E poi bisogna fidarsi dei medici e pensare a vivere, mentre loro pensano alla cura».Adesso Daniele sta meglio?«È in follow-up, con grande attenzione, ma le cose vanno bene. Poi ha appena fatto il brevetto di pilota di aliante, appena è libero lo vedo sfrecciare sopra casa».Come si tiene in piedi una relazione duratura nelle difficoltà?«Si deve dialogare, ascoltare, avere pazienza, fare compromessi, avere interessi in comune e ritagliarsi del tempo per fare cose belle insieme. Io e Daniele, dopo aver sempre fatto vacanze con figlia e cane al seguito, abbiamo iniziato a fare tiro con l’arco nel bosco. Svuota la testa, è una meditazione che si fa camminando e una sfida con noi stessi».Chi è più bravo dei due?«Io, ovviamente. Non è vero, dai, dipende dalla giornata». —