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 2025  gennaio 18 Sabato calendario

Intervista al coreografo Luca Tommassini: salvato da Fiorello


Q uesto è «l’anno del cuore nuovo». Così definisce il 2025 il coreografo e danzatore Luca Tommassini che lo ha cominciato riprendendosi da un intervento con cui gli è stata ricostruita la valvola mitrale. Giornate non facili che ha condiviso con i «dreamers», così chiama le sue migliaia di follower, cui aveva raccontato, a dicembre, anche un brutto furto subito nella sua abitazione.
Un periodo da dimenticare...
«È bruciata anche la mia vecchia casa di Malibù, nel tremendo incendio di Los Angeles. È stata la prima casetta che mi sono comprato. Era quasi una capanna di legno, di fronte all’oceano. Per me, che i primi tempi in America dormivo per strada, era la realizzazione di un sogno. L’avevo venduta, ma vederla bruciare è stato un dolore grande».
Cosa è successo al suo cuore?
«Lavoro senza sosta da quando ho 11 anni. Compiuti i 50, invece di rallentare, ho aumentato le sfide. Gli ultimi due anni sono stati incredibili, tra il tour mondiale con Laura Pausini e la trasmissione con Fiorello all’alba. A un certo punto ho iniziato ad avere degli scompensi psico-fisici piuttosto forti. Ma non potevo fermarmi».
Finché?
«Finché un giorno Fiorello, che per me è famiglia, mi mette una mano sul braccio, come fa lui, mi guarda e mi dice: “È il cuore”».
L’ha spaventata?
«Con Susanna, sua moglie, con cui siamo molto legati, sappiamo che ci “prende”. Poi Rosario ha continuato: “Ti ho già prenotato l’appuntamento con il mio cardiologo”. E ci sono andato, altrimenti si arrabbiava. Il dottor Piergiorgio Bruno del Policlinico Gemelli di Roma è stato meraviglioso. Mi ha salvato. Mi ha operato a Natale, perché prima non riuscivo a prendermi del tempo».
Ha sofferto molto?
«Quando mi hanno stubato, ho provato un dolore infernale. Ero tutto “rotto” davanti. Piangevo, urlavo. A un certo punto, sento che stavano per somministrarmi il Fentanyl. Ho urlato ancora più forte: “Non datemelo, ho sepolto troppi amici per il Fentanyl”. Io stesso ne sono dovuto uscire, dopo un’operazione che mi fecero a Los Angeles. Ne diventi subito dipendente».
Lei ha ballato con i più grandi, tra cui Prince e Michael Jackson che ne abusavano.
«Prince aveva l’Aids ma è morto di Fentanyl. È spaventoso. È la droga peggiore perché è legale».
Nel suo passato c’è stata molta droga?
«Fino ai 21 anni, quando feci il tour mondiale di Whitney Houston, ero stato un atleta sanissimo. Lavorare con lei fu importante ma un inferno. Crack, cocaina, crystal meth: erano tutti sempre strafatti, più della metà sono morti. Compresa lei».
Come ne uscì?
«Mi chiamò Heather Parisi per propormi uno spettacolo insieme in Italia. Accettai subito, pensavo che tornare da mia madre mi avrebbe fatto chiudere con tutto».
È stato così?
«Assolutamente si. Ho smesso in fretta, ero giovane e, soprattutto, non avevo mai fumato la droga. Avevo letto che era la cosa peggiore».
Con Heather Parisi vi siete anche fidanzati. E lei non ha mai dichiarato una sua omosessualità. Perché?
«Ci siamo amati moltissimo. Io non mi sento obbligato a fare nessun coming out. Ho amato uomini e donne. Mio padre quasi ci ammazzava a me e mia madre perché mi vedeva “diverso”, e io è da quando sono piccolo che lotto per essere libero. E devo dire grazie a mamma, che è finita in coma per difendermi dalle botte di papà».
La famiglia è quella che ci si sceglie. Per tanti anni la sua è stata con Madonna.
«Ero il suo ballerino, l’unico che portava sempre con sé. Con lei e suo fratello Cristopher passavo insieme il Natale. Nel 1994 parlammo di fare un figlio insieme. Desiderava averne ma non in coppia. Così mi propose di farlo con lei, avrei potuto poi vederlo in qualunque momento».
Perché disse di no?
«Volevo una famiglia mia. Allora lo propose al suo personal trainer Carlos Leon, che un po’ mi somigliava. Lui accettò. Ed è nata Lola».
Ballava con Madonna ma sognava Michael.
«Michael Jackson è stato un faro che è venuto a illuminarmi fino a Primavalle. Mi feci la permanente per somigliargli. Grazie a Madonna ho ballato anche con lui. Ogni volta che vedi un bambino che lo ascolta, balla e sorride, è la prova che lui è eterno, è il sole».