il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2025
De Luca rischia una Pasqua avvelenata
Durante la riunione con i suoi capigruppo, ieri, Vincenzo De Luca ha comunicato che aspetta la sentenza della Corte, che avverrà a “marzo-aprile”, secondo quanto gli hanno detto gli avvocati. “La Consulta ci darà ragione”, la convinzione del presidente della Campania ribadita ai consiglieri di maggioranza. Sempre ieri ha convocato all’improvviso una Giunta online per nominare il Collegio che rappresenterà la Regione davanti alla Corte. Un’accelerazione rispetto ai tempi per esprimersi sul ricorso del governo contro la norma campana che permette allo Sceriffo il terzo mandato fatta filtrare anche dalla Consulta: il ricorso dovrebbe arrivare intorno a metà aprile.
La tempistica è cruciale: ci si aspettava una decisione in autunno, il che significava lasciare De Luca (ma anche Zaia) in stand-by a ridosso delle elezioni (in Campania previste in autunno). Così, invece, arriverà in tempo per permettere candidature in uno scenario chiaro. Se il presidente della Campania avrà il via libera dalla Corte, correrà. Altrimenti – come ha detto ai capogruppo – “si costruirà un futuro”. Un’affermazione che fa capire come la trattativa sia in corso. Non a caso ieri il dem Stefano Graziano (tra i più attaccati dal presidente) ha dialogato alla Camera a lungo con il figlio, Piero De Luca. Mentre Pier Luigi Bersani, a Napoli mercoledì ha detto: “Io voglio bene a De Luca. Gli direi di prendere atto ragionevolmente della situazione, ma lo direi anche al resto del Pd che deve prendere atto della forza, della popolarità, dei risultati di De Luca e arrivare a intendersi in qualche modo”.
Su questa linea ci sono gli ex Articolo 1, da Nico Stumpo a Roberto Speranza. Ma la stessa coordinatrice della segreteria campana, Marta Bonafoni, ha usato parole inedite: “Abbiamo capito cosa vorremmo fare insieme a De Luca, portare la Campania al dopo De Luca presidente, ma insieme al De Luca campano, politico esperto, popolarissimo”. La stessa Elly Schlein, martedì sera, da Giovanni Floris dichiarava: “Abbiamo sostenuto il lavoro prezioso fatto in questi anni in Campania ma adesso è il momento di guardare avanti e costruire un’alternativa”. Toni inediti.
I pontieri sono convinti che per convincere De Luca a stare dentro la mediazione bisogna candidare un candidato 5 Stelle: dunque Roberto Fico o Sergio Costa. Questo permetterebbe di chiudere su un Pd in Calabria o Puglia. Ma è evidente che non si potrà arrivare a chiudere alcun accordo prima della sentenza della Corte. Anche se c’è chi è per l’accelerazione. Magari con l’idea che – se anche la Corte dovesse dare ragione a De Luca (cosa non impossibile, dato che c’è il precedente di Luca Zaia e il fatto che il governo non ha ancora impugnato una norma analoga voluta da Cirio in Piemonte) – politicamente se ne esce lasciando che la sconfitta sia di un candidato M5S. E ieri Beppe Sala, sindaco di Milano, ha detto che “Zaia e De Luca hanno ragione”. A proposito di convergenze politiche.