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 2025  gennaio 17 Venerdì calendario

Colf e badanti: la metà irregolari. !3 miliardi la spese delle famiglie


ROMA Ammonta a 13 miliardi di euro la spesa complessiva sostenuta dalle famiglie italiane per lavoratori domestici, colf e badanti, con un impatto sulla produzione di 21,9 miliardi di nuovi beni e servizi generati e un risparmio per lo Stato di circa 6 miliardi (lo 0,3% del Pil). Ma tra i circa 3,3 milioni tra lavoratori e famiglie datrici di lavoro solo in 1,7 milioni sarebbero legati da un contratto regolare. In 1,6 milioni, quindi, sarebbero irregolari.A dirlo è il sesto rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’Osservatorio Domina, presentato ieri in Senato. Una fotografia su realtà e tendenze del lavoro domestico in Italia, che per la prima volta quantifica anche l’indotto.
Secondo l’elaborazione nel report degli ultimi dati Istat, nonostante una diminuzione negli anni, il tasso di irregolarità nel lavoro domestico resta elevato, attestandosi al 47,1% nel 2022. L’irregolarità incide anche sulla spesa complessiva: dei 13 miliardi (in discesa dai 14 del 2023), 7,6 miliardi derivano dalla componente regolare e 5,4 miliardi da quella irregolare. Complessivamente, tra lavoratori e datori di lavoro, il settore conta 1,7 milioni di persone censite dall’Inps, ma si arriva a oltre 3,3 milioni applicando il tasso di irregolarità del 47%.Stando al rapporto, poi, il lavoro domestico produce 15,8 miliardi di valore aggiunto, pari a un punto percentuale di Pil generato. Ma se si considera l’intero settore della cura il valore economico è quantificabile in 84,4 miliardi, il 4,4% del Pil. Nel 2023 i lavoratori domestici regolari assunti direttamente dalle famiglie sono stati 834 mila, oltre 413 mila badanti (-4,4%) e circa 420 mila colf (-10,5%). Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza femminile (88,6%) e straniera (69% del totale), in particolare dall’Est Europa (35,7%), anche se il numero di non italiani si sta assottigliando negli anni (-18,6% tra il 2014 e il 2023).
In crescita i lavoratori provenienti da Georgia, Perù, El Salvador, mentre ad essere in calo sono quelli in arrivo da Romania, Moldavia e Bangladesh. Il secondo gruppo più numeroso è però quello di cittadinanza italiana, che rappresenta il 31,1% del totale e in dieci anni è cresciuto del 20,2%. Flettono le famiglie che assumono un collaboratore domestico: nel 2023 erano 917.929, circa 60mila in meno sul 2022 (-6,1%).Si tratta di un assestamento dopo gli aumenti del 2020 e del 2021, dovuti alle misure di contenimento per il Covid. Questi dati, secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, dimostrano che «c’è sempre più bisogno per le famiglie di assistenza alla persona qualificata e di formazione».