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 2025  gennaio 17 Venerdì calendario

Marinella, le cravatte che piacciono a Trump


Cravatte rosse, ossia i seguaci di Donald che come lui usano l’accessorio per identificarsi e riconoscersi. Rosso come il colore simbolo dei repubblicani, anche se lui, il prossimo presidente degli Stati Uniti, ha iniziato a usare l’oro, «il colore del sole», come ha spiegato durante un comizio in Arizona senza nessuna concessione all’ironia. Del suo rapporto con la moda ce ne parla Maurizio Marinella, a capo della famosa sartoria napoletana, 111 anni di storia, e una lista clienti che conta molti capi di Stato tra cui, appunto Donald Trump.Vero che avete detto no al presidente Trump che vi voleva nella sua Tower di New York?«A mio padre, Luigi, arrivò esattamente trent’anni fa, quando era già avanti con gli anni, una lettera firmata proprio da Donald Trump che lo invitava ad aprire un negozio all’interno della Trump Tower. Ma capii subito che non ne era convinto. Pensava che dovessimo rimanere a Napoli e accogliere qui chi voleva le nostre creazioni».Chi mi ama mi segua, insomma. E Trump come prese questo rifiuto?«Mio padre scrisse una garbata risposta ringraziandolo dell’affetto dimostrato ma che preferiva rimanere a Napoli dove le porte del nostro negozio sarebbero state spalancate per lui. E così è stato. Porta spesso le nostre cravatte. E quando fu eletto la prima volta in una trasmissione televisiva parlando delle sue cravatte raccontò del rapporto che aveva con noi».Molte cravatte gli sono state regalate da Silvio Berlusconi, giusto?«Sì, Berlusconi è stato un testimonial fantastico, ha annodato le nostre cravatte al collo dei potenti del mondo ma anche della gente comune. La gente veniva in negozio e chiedeva la cravatta punta di spillo blu con i pois che è diventata “cravatta Berlusconi"».Cravatte lunghissime quelle che porta Trump, un vezzo?«È molto alto, ma le porta estremamente lunghe ben oltre la cintura. Ma non è il solo ad avere questo vezzo. Anche Elmuth Kohl, ad esempio, le voleva così. Se posso fare un appunto, direi al presidente che dovrebbe centrare meglio il nodo della cravatta».Trump si veste come la bandiera americana, bianco, rosso e blu, e adesso ha anche inserito l’oro come colore nella sua palette. Un po’ “re Sole”?«Gli uomini con gli abiti possono parlare molto meno delle donne, e allora lo fanno con le cravatte. Trump ha uno staff che si occupa proprio di questo, di veicolare messaggi anche attraverso il look. Le cravatte color oro sono poco usate, ma certamente nel suo caso vogliono trasmettere energia al Paese, e comunicare l’inizio di una nuova età dell’oro».Sarà così secondo lei?«Io vedo che c’è un certo entusiasmo anche perché nel suo primo mandato presidenziale ha fatto bene, sviluppando l’economia con buoni risultati anche per l’occupazione. Oggi ci sono due guerre che si devono risolvere, c’è il nodo della Cina, la presenza ingombrante di Musk, l’America che deve ritrovare una sua unità. Io sento che negli Stati Uniti c’è uno stato d’animo abbastanza positivo anche perché Biden non ha inciso come si aspettavano».Non ha paura dei dazi? Sarebbero uno tsunami per il mondo della Moda che esporta negli Usa.«Non anticipiamo le cose, comunque per quanto ci riguarda siamo tranquilli. Il 65% dei nostri prodotti va al mercato italiano».Trent’anni fa avete detto no a Trump, oggi che siete anche a Londra e a Tokyo, cosa farebbe se le rioffrisse di aprire un negozio nel suo grattacielo?«Oggi io forse ci penSerei, adesso siamo un po’ più organizzati, una quarta generazione all’orizzonte e siamo più preparati. Prima di appendere la cravatta al chiodo mi farebbe piacere aprire uno spazio in America».