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 2025  gennaio 17 Venerdì calendario

Lynch, ritratto di un visionario


ROMA — Mentre Los Angeles brucia, arriva la notizia che è morto David Lynch. È una coincidenza, ovviamente. Ma come è noto le coincidenze non esistono. Uno dei suoi film più famosi – lo spin-off cinematografico diTwin Peaks – si intitola Fuoco cammina con me e il film con il quale vinse la Palma d’oro a Cannes 1990, Cuore selvaggio,si apre con l’immagine a tutto schermo di un fiammifero che si accende. E grazie a una colonna sonora “pompata” e del tutto irrealistica, si sente letteralmente il rumore del mondo che va in fiamme. Lynch era l’artista del fuoco e del buio. Sembrano due concetti in contraddizione ma tutto il suo cinema – la sua arte, la parola “cinema” è riduttiva – lavora sui contrasti del vivere, sulla doppiezza del mondo. Twin significa “gemello”.Mulholland Drive è la storia di una donna che diventa un’altra donna. Lynch avrebbe compiuto 79 anni fra tre giorni: era nato nel Montana il 20 gennaio del 1946, era un uomo del West e di quelle terre aveva conservato l’accento: non parlava inglese ma purissimo “americano”, aveva una voce che sembrava uscita da un cartoon della Warner, uno di quelli “cattivi”, niente di disneyano. Anche in questo era una contraddizione vivente: nato in una terra di praterie e bisonti, diventa un intellettuale raffinatissimo. Le sue opere pittoriche (l’attività con la quale comincia, in gioventù) sono esposte al MoMA, alla Triennale, alla Fondazione Cartier di Parigi e in altre gallerie super elitarie, ma quando poi si tratta di confrontarsi con il grande paesaggio americano tira fuori, nel 1999, un capolavoro come Una storia vera che sembra girato da John Ford.In fondo Lynch è l’unico vero “fordiano” del XXI secolo, e un altro fanatico di Ford – Steven Spielberg – ha avuto un’idea geniale nel fargli interpretare il grande vecchio nel finale di The Fabelmans. Ma al di là di quel meraviglioso viaggio en plein air, che un vecchietto compie a cavallo di un tosaerba, Lynch era un artista notturno: i suoi film sono fatti di interni inquietanti, di colori che sembrano usciti dai quadri di Bacon (la famosa “stanza rossa” diTwin Peaks ),di scenografie sinistre che ritraggono i recessi più inaccessibili dell’anima. E quando risplende la luce, serve magari a vedere distintamente un orecchio mozzato nel prato che circonda le casette americane alla Norman Rockwell: è l’inizio, fra i più perturbanti mai visti, di Velluto blu.Quando diventa famoso per Elephant Manha 34 anni ma è già un artista completo. Oltre al lavoro di pittore, ha alle spalle una serie di straordinari cortometraggi e un horror indipendente bellissimo e spaventoso, Eraserhead, noto inItalia con il brutto titolo La mente che cancella. Il successo di Elephant Mancrea paradossalmente un equivoco. Qualcuno – un signore di nome Dino De Laurentiis – pensa che sia un regista visionario ma “normale” e gli commissiona un kolossal ispirato al celebre romanzo di fantascienza Dune, di Frank Herbert. È un fiasco colossale. Rimontato dal produttore, il film è totalmente incomprensibile ma, possiamo dirlo? È cento volte più affascinante dei film successivamente girati da Denis Villeneuve. Lynch esce dall’esperienza devastato e divertito: giura che non lavorerà mai più per Hollywood e dal 1986 in poi dà sfogo a una creatività che ha pochi eguali nello scorcio finale del ‘900. Velluto blu ( 1986), Cuore selvaggio(1990) e, a cavallo fra ’90 e ’91, la serie che cambia l’idea stessa di serie tv, Twin Peaks. Ne realizzerà una terza stagione nel 2017: il tasso di libertà narrativa, di assoluto e sovrano disinteresse per ogni tipo di verosimiglianza “noir” toccherà vertici assoluti. E i confini fra i generi e le realtà produttive vengonosmantellati: è televisione, ma è cinema all’ennesima potenza, è arte concettuale, fisica quantistica, filosofia Zen. È il mondo come noi non lo conosciamo: come solo i grandi artisti, Lynch vede cose a noi proibite. Non è un caso che amasse Fellini, probabilmente ricambiato: andò a trovarlo sul set di Intervista e poi lo rivide, in ospedale, pochi giorni prima che il regista italiano morisse. «Gli ho tenuto la mano – raccontò – abbiamo chiacchierato per più di mezz’ora e mi ha raccontato come quello che stava succedendo nel mondo del cinema lo intristiva. Lasciando la stanza gli dissi che tutto il mondo stava aspettando il suo prossimo film. Vincenzo Mollica, che era lì con noi, anni dopo mi disse che, una volta uscito dalla stanza, Fellini gli disse “questo è un bravo ragazzo”. Andammo a trovarlo di venerdì, la domenica Fellini entrò in coma e morì due settimane dopo».Esistono artisti che sono sciamani, che aiutano la loro comunità a entrare in contatto con il sacro, l’arcano, l’aldilà. Lynch aveva da anni un canale YouTube in cui ogni giorno registrava il bollettino meteorologico: video in cui compariva nel suo studio di Los Angeles, che sembrava quello di un falegname; dava la temperatura, spiegava che tempo faceva a L.A., a volte aggiungeva considerazioni estemporanee. Esattamente quattro anni fa, il 20 gennaio 2021, disse che era un giorno radioso per l’America perché si insediava Joe Biden e finiva l’era Trump. È morto mentre la sua città brucia e l’era Trump ricomincia. Forse se n’è andato in suo Altrove, stanco di un mondo che non lo merita più.