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 2025  gennaio 17 Venerdì calendario

Flavio Tosi non dà chance a Zaia e si autocandida


ROMA —Flavio Tosi, eurodeputato di Forza Italia, già sindaco di Verona, come finirà in Veneto?«La Lega sa benissimo che il terzo mandato non esiste».Non vede uno spiraglio per un ripensamento del governo?«No, è morto e sepolto. Due partiti su tre della maggioranza non lo vogliono. Idem buona parte dell’opposizione. La Consulta ha già detto che il limite è legittimo per i sindaci, e quindi potrebbe dirlo anche per i governatori...»Quindi Zaia non ha nessuna chance?«Nessuna».E allora perché la Lega ieri ha fatto quadrato attorno a Zaia, minacciando fuoco e fiamme?«Schermaglie. Vorrebbero spuntare comunque una candidatura leghista».Le pare realistico?«No, perché alle ultime Europee Fratelli d’Italia ha preso il 37 per cento, la Lega il 13...».Quindi è tutta scena?«No, no, consideri che si vota in sei regioni, più Venezia, ci sarà una ripartizione tra gli alleati. Provano a vendere cara la pelle».Toccherà a Fratelli d’Italia il Veneto?«Al Nord non ha alcun governatore, e quindi penso proprio di sì».Luca De Carlo potrà essere un buon governatore?«Non mi metto a discutere delle qualità degli altri».Pure lei è candidato?«Se in quell’equilibrio di cui le parlavo prima il Veneto spetterà a Forza Italia allora toccherà a Flavio Tosi».Difficile.«Dipende da come sarà l’accordo nazionale. Certo, oggi l’ipotesi più probabile è che tocchi a Fratelli d’Italia».Zaia reclama un posto adeguato.«E penso proprio che lo avrà.Ministro, sindaco di Venezia, presidente di un ente importante. Non sparisce».Quando si deciderà?«In primavera».E fino alla primavera andrà avanti questo stillicidio sul terzo mandato?«Prima non accadrà nulla. È lunga ancora. Anche perché si voterà a ottobre o novembre».La Lega vorrebbe slittare al 2026.«Ma servirebbe una legge. Si è fatto una sola volta, per il Covid».Perché il Veneto ora è meloniano?«È una questione di blocchi che si spostano. Prima bianco democristiano, poi Forza Italia, poi Lega, ora Fratelli d’Italia».Salvini sembra debolissimo.«A giugno ha preso il 13 per cento».Quindi Zaia che va da solo è fantapolitica?«Non c’è il terzo mandato!»La Lega non si metterà di traverso?«Ma no, alla fine si troverà una quadra. Conviene a tutti».Lei in che rapporti è rimasto con i leghisti?«Buoni. Vado molto d’accordo col coordinatore veneto, Alberto Stefani, bravo amministratore, ragazzo serio...».Il suo addio fu burrascoso.«Mi hanno insegnato che il piano personale non va mai mescolato con quello politico».Si trova bene in Forza Italia?«Benissimo. Corrisponde alle mie idee di liberale».Io la ricordo molto a destra.«Mai stato secessionista, mai anti euro».Non era durissimo contro gli immigrati?«Contro i clandestini. Gli immigrati regolari, a Verona sono il 15 per cento, mi adorano».È per lo Ius scholae?«Lo Ius Italiae. È un’idea giustissima».