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 2025  gennaio 15 Mercoledì calendario

Intervista alla mamma di uno dei ragazzini abusati dall’insegnante di Castellammare

«In quanti ci chiederanno scusa? Ci hanno definite camorriste, trattate come bestie, invece, quello che denunciavamo era tutto vero». Anna, nome di fantasia, è la mamma di un 12enne che avrebbe subito violenze sessuali dall’insegnante di sostegno arrestata ieri. Molestie avvenute nella cosiddetta “saletta” della scuola Catello Salvati di Castellammare diStabia, in provincia di Napoli. La donna esce dal plesso tenendo stretta la mano del ragazzino. Con lei ad alzare un muro di protezione il nonno.Come si sente oggi?«Voglio tornare a casa e stappare una bottiglia di champagne. Voglio festeggiare. Dopo mesi di amarezze e rabbia ce la meritiamo. Abbiamo sofferto molto per non esserecredute, sbattevamo contro un muro di gomma. Ci hanno etichettato come camorriste, come bugiarde, ma la verità sta venendo alla luce».Perché non vi credevano?«Perché siamo di Scanzano e gli abitanti di qui sono etichettati come camorristi e non è giusto. Abbiamo chiesto aiuto, ma siamo rimaste sole.Se la preside ci avesse ascoltate avrebbe capito che era tutto vero. E invece ha pensato solo a difendere l’insegnante. L’aggressione, a cui non ho preso parte, è stato un errore, ma capisco l’esasperazione per non essere credute».Come sta suo figlio?«Lui è un ragazzo speciale con tante fragilità. Questa esperienza ha lasciato il segno e tutto è diventato più difficile. Adesso capisco il suo nervosismo, il fatto che non dormiva. Ora sta iniziando a metabolizzare. Ma restano gli incubi: in piena notte lo trovo in cucina seduto a tavola oppure al centro del letto con gli occhi sbarrati. Mi dice che la sogna ancora. Prima era nervoso, ma non parlava, negava lo schifo che stava subendo in un luogo dove invece doveva essere tutelato. Quando ha iniziato a raccontare quello che avveniva non gli credevano. Ma è possibile? “Mamma perché non mi credono?” ripeteva».Lei cosa chiede?«Che i responsabili paghino, non solo la docente, ma anche chi non è intervenuto. Solo così si potrà ricostruire un rapporto di fiducia e ripartire dalle tante brave insegnanti che lavorano alla Salvati. Noi avevamo affidato alla scuola i nostri figli. Quel mostro, solo così posso definirla, si è approfittato di un ragazzino fragile. Lui e gli altri sono i primi a dovere ricevere le scuse.Hanno il diritto di tornare a vivere un’infanzia che gli è stata strappata.Spero che possano di nuovo sentirsi al sicuro».