la Repubblica, 15 gennaio 2025
Hegseth sulla graticola tra abusi e bancarotta
Davanti al fuoco incrociato dei senatori Democratici che per oltre tre ore gli hanno contestato il suo passato fatto di tradimenti, dipendenza dall’alcol, razzismo, misoginia, presunte violenze sessuali e bancarotta, Pete Hegseth si è difeso evocando il nome che tiene uniti i Repubblicani. «Sono come Donald Trump – ha detto – non ho commesso niente di male, su di me solo accuse false, anonime e orchestrate. I media mi attaccano perché rappresento il cambiamento».
La scelta di Hegseth di presentarsi come copia minore di Trump è stata probabilmente suggerita dallo staff del presidente eletto per superare l’esame della commissione Forze Armate del Senato, che ha condotto l’audizione di convalida della nomina a nuovo segretario della Difesa. Il voto si terrà il 20 gennaio. Hegseth, accompagnato in platea dalla moglie Jennifer, nel taschino della giacca indossava una patriottica pochette con stampata la bandiera americana. Ha promesso di «riportare al Pentagono la cultura dei guerrieri», ribadito la necessità di ripristinare la cultura machista e spazzare via «l’agenda marxista» di giustizia sociale nelle forze armate. Non ha risposto in modo chiaro alla domanda se rispetterà la Convenzione di Ginevra sulle torture, dopo aver difeso in passato la tecnica del “waterboarding”. «Cosa fa l’esercito Usa – ha detto – non lo decidono all’estero». Ma come “guerriero”, hannonotato i media americani, Hegseth è parso in difficoltà, incerto, incapace di rispondere con un sì o un no alle domande dei senatori progressisti. Schiererà – gli hanno chiesto – l’esercito in Groenlandia per attaccare un alleato Nato, se glielo chiederà Trump? È pronto a dimettersi se dovesse bere? Sul ruolo delle donne al fronte, definite un mese fa «portatrici di guai», Hegseth ha fatto retromarcia: «Sono capaci di dare un grande contributo», ha detto, manon ha convinto. Quella andata in scena a Washington era una delle audizioni più attese, perché riguardava un candidato di rottura: è un veterano ma non un generale, viene dalla tv, si vede come un crociato. Durante l’udienza si è definito «cristiano sionista» e rivendicato il tatuaggio della Croce di Gerusalemme sul petto. Hegseth ha ammesso di aver «commesso errori in passato» ma anche di essersi «redento grazieal salvatore Gesù e a mia moglie». Per tre volte il suo intervento è stato interrotto da contestatori, portati via dagli agenti.
Hegseth ha fornito alcune indicazioni sulla politica estera: ha definito l’invasione russa in Crimea nel 2014 una «incursione minore», dichiarato di essere con Israele per l’ «eliminazione fino all’ultimo esponente di Hamas». La questione morale, però, lo ha assediato per tutta l’audizione. In particolare l’accusa di stupro del 2017 quando, ubriaco, si chiuse in una camera d’hotel in California con una donna che poi lo denunciò. Il senatore dell’Arizona ed ex Navy Seal Eli Crane ha liquidato la storia con una frase: «Nessuno di noi avrebbe i requisiti per fare il chierichetto». Parole arrivate poche ore dopo la pubblicazione del report del procuratore speciale Jack Smith, secondo il quale Trump «sarebbe stato condannato» per i «crimini senza precedenti» commessi nel 2020 «se non eletto».
Dopo la pubblicazione della prima parte del report, relativa al tentativo di sovvertire il risultato elettorale quattro anni fa, Trump ha chiamato Smith «squilibrato» e rivendicato il fatto di «essere stato eletto dagli americani» come prova della sua innocenza. Hegseth ha seguito la stessa linea: ha evocato complotti, accusato i Democratici di portare avanti «tentativi patetici» per metterlo in difficoltà. La senatrice e veterana della guerra in Iraq Tammy Duckworth, gli ha chiesto: «Mi dica alcuni nomi dei Paesi dell’Asean (l’Associazione delle nazioni del sudest asiatico, ndr )». Hegseth ha tentato la fortuna, rispondendo «abbiamo alleati in Corea del Sud, Giappone e… Australia». Duckworth lo ha gelato: «Nessuno dei Paesi da lei citati ne fa parte. Sarà meglio che faccia un po’ di compiti a casa prima di prepararsi per questo tipo di negoziati».