la Repubblica, 15 gennaio 2025
Salvini all’angolo
Messo all’angolo sul caso treni, con l’opposizione che minaccia di sfiduciarlo. Senza alcuna difesa da parte degli alleati e del governo. E con la fronda dei governatori del Nord che cresce di giorno in giorno dentro il suo partito.
Non è un buon periodo per il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che da una settimana a questa parte resta abbastanza silente e si fa vedere poco: non ha partecipato al cdm che ha deciso di impugnare la legge sul terzo mandato della Regione Campania. È rimasto silenzioso dopo la rivendicazione della premier sull’indicazione del prossimo governatore del Veneto. Era assente ieri all’inaugurazione di piazza dei Cinquecento di fronte alla stazione Termini affollata di gente imbufalita per l’ennesima giornata nera dei trasporti ferroviari. E oggi al question time della Camera sui ritardi dei treni manderà al suo posto il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Salvini, isolato nella maggioranza e accerchiato dall’opposizione che ne chiede le dimissioni da ministro, cerca di nascondersi.
Quello che lo preoccupa di più in queste ore è il fuoco amico. Il segretario della Lega deve fare fronte a una vera e importante fronda interna al partito che non riguarda più solo la Lega lombarda ma anche tutto il Nordest. Il non detto ieri nella conferenza stampa del governatore Luca Zaia, che minaccia con la sua Liga veneta di andare da solo alle prossime regionali se non sarà lui o un leghista il candidato governatore, è che il malcontento della base del Carroccio in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, è forte.
I contatti tra Zaia, il governatore friulano Massimiliano Fedriga e Maurizio Fugatti che guida la Provincia autonoma di Trento sono ormai molto frequenti. Si sentono poco ascoltati dal partito nazionale e in vista del congresso di marzo studiano una ipotesi clamorosa: quella di un tandem Zaia-Fedriga per sfidare il vicepremier senza rinunciare al progetto di partito nazionale. «Fedriga come presidente della conferenza delle Regioni ha curato i contatti con tanti dirigenti leghisti anche del Centro e del Sud – ragionano in casa Lega Nord-Est – e Zaia è un nome apprezzato anche al di sotto della Capitale».
I rumor sono arrivati alle orecchie del Capitano di un tempo, che intanto prepara le contromosse. In primis nei confronti della fronda interna al partito. Al momento non sembra intenzionato a fare concessioni al Nord in subbuglio, dopo aver già evitato la scontro con Massimiliano Romeo per la guida della Lega lombarda e aver subìto anche il j’accuse contro la Lega nazionale del presidente della Lombardia Attilio Fontana. «Il nome di Matteo rimarrà nel simbolo, il prossimo congresso sarà solo sui contenuti per rilanciare il partito nazionale, un progetto dal quale non si torna indietro», dicono i fedelissimi del Capitano. Il segretario del Carroccio cercherà poi nelle prossime ore di spostare l’agenda mediatica su temi a lui più congeniali: avvierà un forte pressing per non far fare marcia indietro al governo sulle modifiche al dl sicurezza che vanno verso una maggiore tutela delle forze dell’ordine. E rilancerà l’argomento dell’immigrazione illegale. Sperandopian piano di riprendere fiato.