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 2025  gennaio 14 Martedì calendario

Putin sta perdendo

«Al momento è di moda dire che l’Ucraina sta perdendo la guerra». Avendo seguito il conflitto da vicino fin dall’inizio, quasi undici anni fa, prima come ex addetto alla difesa norvegese e poi come ricercatore non-residente presso il think tank ucraino “Ukrainian Centre for Defence Strategies”, sono convinto che la Russia perderà quest’anno. L’Ucraina non sta perdendo. Questa è un’idea surreale che ci è stata inculcata e che non ha nulla a che vedere con la realtà di una guerra che si combatte in sei domini: sulla terra, nell’aria, in mare, nello spazio, nel cyberspazio e, non meno importante, nello spazio cognitivo. 
La Russia sta conducendo una guerra insostenibile sul terreno, una campagna che sta lentamente evolvendo a favore dell’Ucraina grazie alla guerra con i droni, alla crescente capacità di attacco a lungo raggio dell’Ucraina e al potenziale combinato dell’industria della difesa europea e statunitense. La Russia sta subendo sconfitte nell’aria, in mare, nello spazio e nel cyberspazio. Fino ad ora, ha avuto successo solo nello spazio cognitivo. Non in Ucraina, ma in Occidente.
Le prospettive strategiche della Russia sono estremamente cupe, a meno che non riesca a sconfiggere l’Ucraina nello spazio cognitivo occidentale. Ha disperatamente bisogno di convincere gli Stati Uniti e l’Europa che l’Ucraina è destinata al fallimento, a meno che non venga costretta a negoziare alle condizioni russe. Questo non significa che la situazione lungo la linea del fronte non sia critica. Lo è. Lo stato operativo è, comprensibilmente, motivo di grande preoccupazione. Tuttavia, da una prospettiva strategica, la situazione appare molto più sfumata.
La guerra della Russia in Ucraina sta vacillando su più fronti, rivelando profonde crepe nella sua capacità di sostenere un conflitto a lungo termine. Nonostante alcuni guadagni territoriali, i suoi progressi sono insostenibili, e l’Ucraina sta invertendo la tendenza con strategie innovative e il sostegno dell’Occidente.
Sul terreno, i guadagni della Russia nel 2024 ammontano a 3.685 km² in Ucraina, una cifra minuscola rispetto ai 74.443 km² liberati dall’Ucraina nel 2022. Anche mantenendo l’attuale ritmo (tra i diciotto e i ventotto km² al giorno), la Russia impiegherebbe anni e subirebbe perdite umane catastrofiche per conquistare il resto delle oblast di Luhansk, Donetsk, Zaporizhia e Kherson. Con tassi di perdita umana che hanno raggiunto un record di millecinquecentottantacinque morti al giorno a dicembre, la guerra di logoramento della Russia sta diventando insostenibile.
Dei settecentonovantamilaottocento tra morti e feriti durante quasi tre anni di guerra su larga scala, un incredibile 54,4 per cento si è verificato nel 2024. Lo scorso anno, la Russia ha pagato il prezzo più alto dall’inizio della guerra su larga scala. Ancora più importante, le perdite dello scorso anno fanno parte di una tendenza sempre più negativa.
Al 18 dicembre, si stima che la Russia occupasse circa il novantanove per cento dell’oblast di Luhansk, il sessantasette per cento dell’oblast di Donetsk e il settantatré per cento rispettivamente delle oblast di Zaporizhia e Kherson. Per occupare i restanti 23.850 km² delle quattro oblast al ritmo attuale di avanzamento, la Russia avrebbe bisogno di due-quattro anni. Tuttavia, è probabile che il ritmo di avanzamento rallenti ulteriormente a causa degli ostacoli che incontra.
Al tasso attuale di perdite, la Russia rischia di subire ulteriori 1,3-2,2 milioni di tra morti e feriti per conquistare le quattro oblast. Una cifra complessiva sconcertante di 2,1-3 milioni. La guerra di aggressione della Russia non è sostenibile, specialmente considerando che punta a controllare quasi tutte le ventiquattro oblast dell’Ucraina.
L’aeronautica russa, un tempo temuta, è diventata in gran parte irrilevante. L’aviazione russa non è riuscita a ottenere alcun effetto operativo decisivo a causa della minaccia rappresentata dalle difese aeree ucraine. Gli attacchi a lungo raggio dell’Ucraina hanno costretto i velivoli da combattimento russi a spostarsi oltre trecento chilometri dal fronte, compromettendo l’efficacia operativa. Dopo che all’Ucraina è stato consentito l’uso di armi di produzione occidentale contro obiettivi militari all’interno del territorio russo, il numero di attacchi aerei russi e l’impiego di bombe plananti guidate sono diminuiti fino al settantacinque per cento in alcune aree.
Nel frattempo, l’Ucraina sta integrando sistemi avanzati occidentali come gli F-16, i Patriot, i Nasams e gli Iris-T, minando ulteriormente l’ambizione russa di stabilire la supremazia aerea sull’Ucraina. Parallelamente, un numero crescente di attacchi a lungo raggio ucraini ha messo in evidenza gravi carenze nella rete di difesa aerea russa. L’Ucraina sta attivamente distruggendo i sistemi di difesa aerea S-300/400 russi per preparare il campo di battaglia alle operazioni combinate con gli F-16.
L’Ucraina ha anche preso l’iniziativa nella guerra dei droni, lanciando migliaia di attacchi a lungo raggio in profondità nel territorio russo. L’ingegnosità ucraina si riflette nello sviluppo di capacità di attacco a lungo raggio, tra cui nuovi droni-missili (“Palianytsia“, “Ruta” e “Peklo”), missili da crociera “Trembita” e droni; nell’impiego sperimentale di sciami di droni; nello sviluppo di droni intercettori per contrastare gli attacchi russi; nella creazione di droni mothership in grado di trasportare leggeri droni Fpv d’attacco fino a oltre settanta km; nella capacità di abbattere elicotteri russi con droni; e nell’uso di missili R-73 “Sea Dragon” lanciati da unità di superficie non equipaggiate (Usv) per colpire sistemi di difesa aerea russi. Inoltre, l’Ucraina utilizza droni Fpv lanciati da droni navali per distruggere i sistemi di difesa aerea russi.
L’Ucraina punta a produrre almeno trentamila droni a lungo raggio e circa tremila missili da crociera e droni-missili entro il 2025. Sta intensificando la produzione di droni Fpv ed è ora in grado di fabbricarne fino a quattro milioni all’anno.
Secondo il ministero della Difesa russo, l’Ucraina ha lanciato almeno settemilatrecentotrentanove droni a lungo raggio contro la Russia nel 2024. I numeri reali sono più alti, dato che la Russia omette di segnalare gli attacchi avvenuti nelle retrovie più profonde. Questo rappresenta il settantuno per cento di tutti i droni che si presume siano stati abbattuti nei due anni precedenti e dimostra un enorme aumento nella capacità d’attacco ucraina. Questa tendenza continuerà nel 2025.
L’Ucraina ha distrutto o danneggiato oltre duecento installazioni militari in Russia nell’ultimo anno. I sistemi di comando e controllo, le basi aeree e le industrie della difesa russe sono stati presi di mira. Decine di raffinerie di petrolio e depositi di armi sono stati distrutti. Solo a settembre, l’Ucraina ha colpito quattro depositi strategici di munizioni russi situati a centinaia di chilometri all’interno del territorio russo. La quantità totale di munizioni distrutta rappresenta la maggiore perdita di munizioni dall’inizio della guerra. Da allora, la campagna è proseguita senza sosta, riducendo gradualmente la capacità della Russia di condurre la guerra.
I vantaggi dell’artiglieria russa sul campo di battaglia sono stati in parte superati dai droni ucraini, che stanno attivamente cacciando e distruggendo capacità chiave della Russia, comprese le armi pesanti. Questo è evidente nel numero sempre decrescente di carri armati, veicoli blindati e pezzi di artiglieria russi distrutti. La Russia sta da tempo perdendo più armi di quante ne possa rimpiazzare e si è trovata costretta a fare affidamento sulle sue riserve. Dei millecinquecentotrenta carri armati consegnati nel 2023, quasi l’ottantacinque per cento erano vecchi T-72, T-62 e persino alcuni T-55 degli anni Cinquanta. Le risorse della Russia sono finite e, inevitabilmente, si esauriranno.
Negli ultimi mesi, le forze russe hanno schierato un numero sempre minore di carri armati e veicoli blindati a supporto degli assalti contro le posizioni ucraine. Il vantaggio in artiglieria della Russia è sceso progressivamente da un rapporto di dieci a uno, a uno di 1,5 a uno. Le risorse in calo della Russia segnalano un imminente collasso della sua capacità militare.
In mare, l’Ucraina ha neutralizzato il dominio russo nel Mar Nero. I continui attacchi contro la Flotta del Mar Nero (Bsf) hanno costretto al suo trasferimento dalla Crimea alla Russia continentale, eliminando la capacità della Russia di imporre un embargo marittimo. Quella che un tempo veniva definita la «portaerei inaffondabile» in Crimea è ora diventata un punto debole, simbolo di una marina sovraccarica da inferiorità tecnologica e fallimenti strategici.
Il quadro generale è chiaro: i vantaggi iniziali della Russia stanno progressivamente svanendo sotto il peso della resistenza ucraina e dell’ingegnosità strategica. Mentre la Russia sperava di piegare l’Ucraina con un conflitto di logoramento, è ora lo sforzo bellico della Russia a rischiare il collasso. La vera domanda non è se l’Ucraina possa resistere, ma quanto a lungo la Russia potrà sostenere la sua scommessa perdente.
Le sfide per la Russia
Economicamente, l’economia di guerra della Russia si avvicina sempre più al collasso. Nel 2025, le spese per la sicurezza e la difesa supereranno la spesa complessiva per sanità, istruzione e politiche sociali. Il presidente Putin ha approvato un bilancio in cui circa il 32,5 per cento è stato destinato alla difesa nazionale.
Secondo la presidente della Banca Centrale Russa, Elvira Nabiullina, «le riserve di forza lavoro e capacità produttiva nell’economia russa sono quasi esaurite e l’economia è ora in uno stato di “surriscaldamento”. Le imprese non hanno praticamente margini per aumentare la loro produzione (…). Questo è uno scenario di stagflazione, e sarà possibile fermarlo solo al costo di una profonda recessione», ha dichiarato a luglio.
Le perdite militari sono altrettanto gravi. Aver perso quasi ottocentomila soldati tra morti e feriti, oltre a una gran parte dei suoi carri armati, veicoli blindati e pezzi di artiglieria dall’inizio della guerra su vasta scala, difficilmente può essere considerato un segno di una strategia vincente. Né lo è vedere la propria Aeronautica Militare, un tempo considerata superiore, ridotta a spettatrice passiva mentre la Flotta del Mar Nero (Bsf) viene decimata da un «Paese senza una Marina».
Nel 2022, l’Ucraina ha distrutto le forze d’élite della Russia. Nei tre anni successivi, le perdite russe sono aumentate drammaticamente: circa centomila soldati tra morti e feriti nel 2022, 250.000 nel 2023 e quattrocentotrentamila nel 2024. Lo scorso anno, la Russia ha subito le perdite più alte dall’inizio della guerra. Seguendo questa tendenza, nel 2025 si prevedono cinquecentotrentamila-cinquecentosessantamila perdite, rendendo sempre più insostenibile l’aggressione russa e alimentando il timore di una sconfitta strategica.
Il futuro è ancora più incerto per la Russia. A partire dal 2025, l’Ucraina potrebbe arrivare a distruggere le Forze Armate russe, predisponendo il Cremlino a un possibile “evento Cigno Nero”, simile a quello vissuto da Assad in Siria. La Russia sta esaurendo le armi pesanti necessarie per mantenere una forza terrestre efficace, diventando sempre più vulnerabile nel suo Estremo Oriente, dove i nazionalisti cinesi reclamano terre che, a loro avviso, furono rubate dal Cremlino nel XIX secolo.
Le sfide per l’Ucraina
L’Ucraina deve affrontare preoccupazioni significative. Gli ucraini sono incerti riguardo alle implicazioni della nuova amministrazione presidenziale statunitense. Da un lato, accolgono con favore le nuove dinamiche che il Presidente eletto Donald Trump potrebbe portare. Potrebbe decidere di dimostrare la forza degli Stati Uniti nel confronto con la Russia. Dall’altro, temono una politica estera che possa compromettere le speranze di sopravvivenza dell’Ucraina. Questo include la possibilità di negoziati e di un accordo di pace alle condizioni di Putin, la riduzione degli aiuti alla difesa o il diniego dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato.
L’Ucraina deve inoltre affrontare problemi strutturali interni. Le sue Forze Armate sono spesso descritte nei termini di un «prima e dopo Zaluzhnyi». Mentre l’ex Capo della Difesa aveva messo da parte molti ufficiali anziani, il Generale Syrskyi li ha riportati in posizioni di leadership. Contemporaneamente, il personale mobilitato e i volontari hanno introdotto una nuova mentalità nei ranghi. C’è una forte frizione tra quello che troppo spesso viene percepito come un «retaggio di leadership sovietica» e la mentalità moderna della società civile.
Inoltre, l’Ucraina deve affrontare una serie di problemi, che includono la mancanza di difese aeree, di personale e di armi pesanti. È continuamente respinta da un nemico superiore solo nei numeri. Nel tentativo di evitare decisioni impopolari, il governo ucraino ha ritardato la mobilitazione di un numero sufficiente di personale.
Il processo di generazione delle forze è stato fortemente criticato come caotico e non professionale, causando perdite di vite umane inutili. Brigate e battaglioni esperti e pronti al combattimento sono lasciati sottodimensionati, mentre nuove unità vengono formate. Il processo di fortificazione delle trincee è stato talvolta caratterizzato da scandali e corruzione. Inoltre, l’Ucraina è esposta a un’intensificazione di attacchi missilistici e con droni e, di conseguenza, soffre di una mancanza di energia e riscaldamento.
Nonostante ciò, l’Ucraina mantiene il vantaggio. In primo luogo, sta combattendo una guerra esistenziale ed è quindi molto più motivata rispetto ai soldati russi. Arrendersi non è un’opzione. In secondo luogo, l’Ucraina sta dimostrando un’ingegnosità molto superiore a quella della Russia, grazie a una società civile forte, resiliente e democratica. Infine, l’Ucraina è sostenuta da oltre cinquanta paesi democratici che hanno da tempo compreso che la sicurezza e la stabilità europee dipendono dal destino dell’Ucraina.
La Russia si avvia verso una sconfitta strategica nel 2025, poiché sta subendo gravi perdite sul mare, nell’aria, nello spazio e nel cyberspazio. La sua guerra terrestre rallenterà progressivamente a causa delle enormi perdite di armi, equipaggiamenti e, soprattutto, di personale. Le tendenze in cinque dei sei campi della guerra sono sempre più negative e insostenibili.
A febbraio, l’International Institute for Strategic Studies (Iiss) britannico ha valutato che la Russia poteva sostenere la guerra per circa due o tre anni. A luglio, gli esperti hanno previsto che la Russia raggiungerà un «punto critico di esaurimento» già nel 2025. Il 22 dicembre, un’analisi open-source basata su immagini satellitari di depositi militari ha aggiornato la valutazione delle riserve di carri armati e veicoli blindati russi. 
La Russia ha ancora il quarantasette per cento delle riserve di carri armati pre-guerra, il cinquantadue per cento delle riserve di veicoli da combattimento per la fanteria e il quarantacinque per cento delle riserve di veicoli trasporto truppe pre-guerra nei magazzini. La maggior parte dei carri T-90 e T-80 di nuova generazione è già stata utilizzata, mentre molti carri ereditati dall’epoca sovietica rimasti in deposito sono probabilmente gravemente deteriorati dal tempo e dalle condizioni atmosferiche. Secondo l’Iws, «sembra sempre più improbabile che l’esercito russo possa mantenere l’attuale tasso annuo di quasi novemila perdite di veicoli blindati fino al 2025».
L’Unione Sovietica si ritirò dall’Afghanistan nel 1989 dopo aver subito cinquantamila perdite. La Russia, invece, dovrebbe registrare quest’anno tra cinquecentotrentamila e cinquecentosessantamila perdite, portando il totale di morti e feriti a circa 1,4 milioni di soldati. Le perdite umane non solo rappresentano un crescente rischio per il regime, ma non sono sostenibili.
La Russia si avvia verso una sconfitta strategica a meno che non riesca a prevalere nello spazio cognitivo occidentale, diffondendo la falsa narrazione secondo cui l’Ucraina sta perdendo. L’attuale offensiva della Russia potrebbe essere un ultimo disperato tentativo di rafforzare questa percezione.
Putin respingerà qualsiasi piano di negoziazione di pace proposto da Trump che non tenga conto delle cosiddette «preoccupazioni per la sicurezza» della Russia. Mosca ha ripetutamente affermato di essere pronta a riprendere i «negoziati» se l’Ucraina accetta le «realtà sul campo» e le precondizioni di Putin, preparando il terreno per la prossima fase della guerra. Come sottolineato in precedenza, l’Europa dovrebbe essere preoccupata se Putin accettasse un piano di pace proposto dagli Stati Uniti.
Le prospettive strategiche per lo stato aggressore diventano estremamente cupe nel momento in cui Stati Uniti ed Europa riconquistano l’iniziativa nello spazio cognitivo e trovano il coraggio di fare ciò che è necessario.
Hans Petter Midttun, analista indipendente di guerra ibrida, Ricercatore Non-Residente presso il Centre for Defense Strategies, membro del consiglio dell’Ukrainian Institute for Security and Law of the Sea, ex Addetto alla Difesa della Norvegia in Ucraina e ufficiale (R) delle Forze Armate Norvegesi.
Quest’articolo è uscito in inglese su Euromaidan Press