la Repubblica, 14 gennaio 2025
La vendetta finale del capitalismo sul nemico Orwell
No, non è un’allucinazione: qualcuno in Gran Bretagna potrebbe trovarsi prossimamente fra le dita una moneta da due sterline con inciso l’occhio del Grande Fratello. L’ha annunciato la Zecca di Sua Maestà, come iniziativa commemorativa della morte di George Orwell, 75 anni fa, e va da sé che la notizia farebbe anche sorridere, se si pensa che lo scrittore conobbe gli stenti inauditi della povertà, quella descritta con feroce realismo nel suo primo testo in italiano tradotto con il titolo Senza un soldo a Parigi e Londra. Appunto, senza un soldo.
V’è direi del sarcasmo (o un forse un nobile intento risarcitorio?) nel celebrare Orwell proprio così, proprio lì, proprio su una moneta di quelle che il giovane George tentava fra gli improperi di mettersi in tasca con massacranti turni da lavapiatti, senza considerare che le sue intransigenti posizioni di socialista non sembrano così intonate a un siffatto epilogo monetario, con garantito disappunto di Marx che nei Manoscritti economico- filosofici del 1844 definiva il denaro come lo spregevole mutatore delle umane identità. Non la pensava diversamente il nostro trentenne, quando arrancava fra paghe da fame nel Quartiere Latino annotando, a monito di tutti, che i borghesi detestano i barboni perché essi si sottraggono alla legge dispotica che ci impone di «fare i soldi, farli illegalmente, farne tanti». Insomma, non ce ne voglia Sua Maestà Britannica, ma celebrare la memoria di Orwell su una moneta suona un po’ come ricordare il movimento nudista su un paio di slip, o Bram Stoker sulle sacche delle trasfusioni.
Tant’è, facciamo finta di non sapere che Orwell non avesse questo idilliaco rapporto con la valuta, e imponiamoci anche di andare oltre lo sbigottimento per questo relegare ai tecnici del conio il ricordo di un autore dal potere immaginifico potentissimo, non a caso fra i più citati proprio perché incredibilmente profetico. Il punto è che vedere quell’occhio su una moneta – creata per i collezionisti – con tanto di slogan «Il Grande Fratello ti sta guardando», fa veramente trasalire perché sembra una certificazione di quanto l’Oceania di Orwell si sia tramutata da visione distopica a concretissima realtà. Non era forse britannico il famoso software Tempora con cui si scoprì che il governo di Londra spiava non solo gli inglesi ma anche i presidenti e i ministri di quasi tutto l’Occidente? Chissà se dalla Russia dove ormai alloggia, suddito dello zar ex Kgb Putin, l’americano Edward Snowden tenterà di aggiudicarsi sotto falso nome una delle monete in questione, a tutti gli effetti paradigmatiche di quello Stato spione che egli denunciò intromettersi nelle conversazioni e nelle transizioni di ciascuno in nome della sicurezza nazionale. Era il 2013, e con quella fuga di notizieesplose come non mai il tema dei confini del controllo, solo che da allora siamo lentamente sprofondati in una specie di resa collettiva, immolando la privacy non tanto alla sicurezza quanto all’onnipotente dio dello shopping online, che ascoltando ogni nostra sillaba ci bombarderà di spot su ciò di cui avremmo bisogno senza ancora sapere di aver bisogno.
Dunque la moneta inglese con l’occhio di Orwell sigilla un fenomeno che sta ben oltre la memoria di un autore, diventando un’istantanea del nostro tempo in cui l’algoritmo ci spia di continuo su nostra stessa licenza, perché le masse hanno concluso che la privacy si poteva ben sacrificare all’ebbrezza dell’acquisto semplificato. Insomma «Il Grande Fratello ti sta guardando»? Sì, certo, ma gliel’ho chiesto io. E allora in fondo ben venga la moneta commemorativa, peraltro attualissima anche sul fronte della propaganda 2.0: Orwell affidava alla Psico-polizia di un romanzo visionario come 1984il compito di perseguire i dissidenti di un regime ultratotalitario, ma noi oggi assistiamo veramente all’ascesa politica di Elon Musk che con i suoi satelliti può controllare le comunicazioni e relativi miliardi di dati, in teoria condizionando non solo la diffusione di un pensiero antagonista, ma addirittura l’esito delle guerre e l’intessersi delle relazioni internazionali.
Non è più l’azzardo di uno scrittore, è già qualcosa che sta in un programma politico votato da milioni di americani, e destinato a cambiare radicalmente il pianeta come lo conosciamo, con l’aggravante che ciò avviene con un continuo stupro dell’informazione, forzata in fake news purché congeniale al discorso del potere.
Niente di nuovo, anche questo stava tutto scritto in1984, nelle pagine sul cosiddetto Bispensiero che il Grande Fratello usava come strumento sovrano, per cui la moneta di re Carlo ci appare d’un tratto un geniale grido d’allarme contro la decadenza in atto e verrebbe seriamente da chiedersi: ma questo Orwell è davvero morto 75 anni fa? Solo sulla carta. In realtà vive fra noi, e guida la Resistenza.