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 2025  gennaio 14 Martedì calendario

Zaia pronto alle barricate “Il Veneto è della Lega”

ROMA – Il muro di Luca Zaia: «Il Veneto è della Lega». Il governatore oggi romperà il silenzio. Gli eventi degli ultimi giorni lo impongono. La premier Giorgia Meloni ha ribadito lo stop a qualsiasi ipotesi di terzo mandato e ha anche rivendicato apertamente, per il suo partito, un ruolo di primo piano nella scelta del prossimo candidato presidente in Veneto: «Fratelli d’Italia deve essere tenuto in considerazione», ha detto la presidente del consiglio. Tradotto: il nome spetta a noi.
Il governatore è a un passo dallo strappo a difesa del suo partito in Regione: se non ci saranno deroghe al terzo mandato o se il prossimo candidato governatore non sarà del Carroccio, la Lega veneta è pronta a correre da sola e lui sarà della partita. Questa la linea che trapela dalcerchio ristretto del presidente veneto. Zaia, non a caso, oggi rivendicherà i risultati ottenuti dalla Lega nella regione in questi anni, al di là delle elezioni nazionali ed europee che hanno visto FdI veleggiare intorno al 30 per cento: «Nel 2020 solo la lista Zaia ha superato il 44 per cento dei consensi, e ancora oggi confermerebbe questi numeri», dicono i fedelissimi del Doge leghista. Avrebbero in mano sondaggi molto recenti che vedono Zaia su alti livelli di gradimento. La tesi è che i risultati pessimi della Lega nelle ultime elezioni siano soprattutto colpa del partito nazionale e della linea tenuta da Salvini: in Veneto, sostengono, il voto si sarebbe spostato verso FdI solo per protesta verso la strada intrapresa dal vicepremier.
Zaia rivendicherà anche i numeri della «Liga veneta»: 159 sindaci, 1.179 amministratori comunali, 11 mila tesserati. Dati e argomentazioni per dire che il Veneto deve restare al Carroccio anche se non sarà lui il candidato governatore. C’è già un nome sul tavolo: il sindaco di Treviso, rieletto con il 60 per cento dei consensi, Mario Conte.
Nel discorso del governatore non mancheranno i messaggi a Salvini, per far valere il peso della Lega nel Nord-Est: un peso che, secondo Zaia, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, non è adeguatamente considerato dal partito nazionale. «Il segretario deve fare valere le nostre ragioni al tavolo del centrodestra», è il ragionamento che sifa nel Nord-Est. E in vista del congresso nazionale in programma a marzo non è detto che a sorpresa, da questa area del Carroccio, non possa arrivare una sfida diretta alla leadership del ministro delle Infrastrutture.
Salvini, guarda caso, proprio ieri ha fatto trapelare l’avvenuta conclusione dell’iter di registrazione a suonome, e con lo studio legale di fiducia Brevetti Cioncoloni, non solo del simbolo utilizzato recentemente con la scritta «Lega Salvini premier»: ma anche dei simboli con Alberto da Giussano e la scritta Lega e quello solo con il simbolo di Alberto da Giussano. «Nessun cambio di simbolo, al congresso si parlerà di contenuti», dicono dallo staff del segretario. Di certo però i marchi sono suoi: gli eventuali sfidanti sono avvisati.