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 2025  gennaio 12 Domenica calendario

Quei cinquemila preti che si sono sposati

Sono i «riservisti» della Chiesa cattolica. Cinquemila sacerdoti «bianchi», che non possono esercitare più il proprio ministero pur restando all’interno di Mamma Chiesa, perché si sono sposati. Come è accaduto a un sacerdote di Ischia, un cinquantottenne che si è innamorato di una parrocchiana di 41 anni, sposata e madre di due figli: i due per coronare il loro sogno d’amore hanno rinunciato lei alla famiglia e lui ai suoi incarichi di guida della parrocchia di Barano e della Caritas diocesana dell’isola campana.
Una vicenda che ha scosso la comunità per i risvolti boccacceschi (l’amore tra i due è nato lavorando assieme in parrocchia, essendo lei devotissima, ed è stato scoperto dal marito di lei, che ha reso pubblica la vicenda) ma anche perché il don ischitano era molto amato nella comunità e in tanti a Barano hanno iniziato a coltivare il dubbio: ma è proprio giusto che un uomo che fa una scelta d’amore debba rinunciare per questo alla sua «carriera» religiosa?
In realtà il celibato dei preti nella religione cattolica è stato messo in discussione da numerose voci. Anche da papa Francesco che, nel 2014, rispose a una domanda di un giornalista sul tema ricordando che «ci sono già dei preti sposati!», riferendosi alle Chiese cattoliche di rito orientale, è facendo notare che «il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, c’è sempre la porta aperta». In altre occasioni Bergoglio ha ricordato di pensarla allo stesso modo di Paolo VI, uno che diceva che «preferisco dare la vita prima di cambiare la legge sul celibato».
Il celibato dei sacerdoti è una prassi che nel cattolicesimo e in alcune delle Chiese cattoliche orientali riguarda tutti i livelli della gerarchia, compresi i presbiteri e quei diaconi che intendono accedere al presbiterato. Si tratta
di una norma ecclesiastica e non emanante dalla Parola di Dio; San Paolo ammetteva al sacerdozio le persone purché lo fossero state «una sola volta» e avessero dato buona prova nell’educazione dei figli. Poi con il Concilio di Cartagine del 390 si introdusse la novità: «Conviene che quelli che sono al servizio dei divini misteri siano perfettamente continenti». In quanto consuetudine ecclesiastica e non divina, per quanto quasi bimillenaria, la Chiesa potrebbe in qualsiasi momento cambiare rotta, ma non pare intenzionata a farlo. C’è un’ala oltranzista della Chiesa che vede nel celibato dei sacerdoti un baluardo, e anzi per molti di essi il concetto stesso di «celibato» va inteso non solo come impossibilità di avere legami amorosi stabili, ma anche come castità tout court.
Però, sostiene la parte più progressista della Chiesa, i sacerdoti restano tali anche se con la fede al dito. E si dà il caso di preti sposati a cui sia stato consentito di tornare a esercitare i loro ministeri una volta diventati vedovi. Quindi perché non consentire anche ai signori preti di dire messa ed esercitare gli altri sacramenti? «I preti sposati con le loro famiglie potrebbero essere una grande ricchezza per la Chiesa. Potrebbero essere riaccolti con un provvedimento canonico del Papa a servizio attivo pastorale nelle chiese senza prete o in servizi diocesani», suggeriscono dal Movimento Sacerdoti Sposati fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, teologo e giornalista. I preti in sospeso spingono per riempire i buchi in organico. Che sono tanti, perché in Italia nel 2019 c’erano 32mila sacerdoti diocesani rispetto a 38mila del 1990. La chiesa si spopola e i don-tengo-famiglia potrebbero far comodo.