il Fatto Quotidiano, 13 gennaio 2025
Biografia di Isabella Lucy Bird, prima donna senza confini (geografici)
La onorificenza numero uno, il Royal Order of Kapiolani, la ricevette dal re delle Hawaii nel 1881. Una decina d’anni dopo anche nel Regno Unito dovettero accorgersi di lei. Così, nel 1890, fu nominata socia onoraria della Royal Scottish Geographical Society. E nel 1892 venne accolta, prima donna in assoluto, nella prestigiosa Royal Geographical Society di Londra, seppure senza diritto di parola nelle assemblee pubbliche. Grazie ai suoi viaggi e alle sue esplorazioni di terre toccate soltanto da pochi uomini, dall’Australia agli USA, dalla Hawaii a Malesia, Giappone, Marocco e Tibet, Isabella Lucy Bird aveva dimostrato che niente ormai avrebbe potuto fermare il cammino dell’emancipazione femminile.
Considerata la più rilevante esploratrice e viaggiatrice dell’età vittoriana, Isabella nacque il 15 ottobre del 1831 nello Yorkshire e morì a Edimburgo il 7 ottobre 1904. La casa editrice Lorenzo de’ Medici Press ha appena pubblicato in edizione integrale In viaggio sulle Montagne Rocciose, tradotto da Michela Piccarreta. Il libro A Lady’s Life in the Rocky Mountains era stato stampato nel 1879 dall’editore inglese John Murray, ed ebbe, come rammenta il curatore dell’edizione italiana, “un immediato ed enorme successo, tanto di pubblico quanto fra chi, per i più diversi campi di studio, seguiva i resoconti dei viaggiatori del tempo”. È il diario, attraverso le lettere inviate alla sorella Henrietta, dell’avventuroso e pericoloso soggiorno che fece nelle Montagne Rocciose nel 1873, quando la Frontiera spietata e selvaggia del vecchio West non era ancora scomparsa. Lo sguardo di Isabella, però, era tutt’altro che superficiale o “turistico”. L’amore per quegli scenari naturali imponenti, e ancora pressoché sconosciuti, non gli impedì di capire tutto il resto. Perciò degli indiani d’America, dei pellerossa, scrisse: “Gli americani non risolveranno mai il problema dei nativi, finché questi non si estinguono. Li hanno trattati in un modo che ha intensificato il loro tradimento e la loro diavoleria come nemici, e come amici li ha ridotti a un pauperismo degradato, privo dei primi elementi di civiltà”. E proseguiva: “L’agenzia degli indiani d’America è stata un covo di frodi e corruzione: si dice che appena il trenta per cento del sussidio arrivi a coloro che sono stati votati, e le lamentele per le coperte scadenti, la farina danneggiata e le armi da fuoco senza valore sono universali. ‘Liberarsi dei pellerossa’ è una frase usata ovunque. Anche le loro riserve non sfuggono al sequestro: se l’oro scoppia su di loro, vengono fatti scappare e i possessori sono costretti ad accettare terre più a ovest, oppure vengono abbattuti e cacciati. Uno degli agenti più sicuri per la loro distruzione è il whisky al vetriolo”.
Questa donna eccezionale, che aveva cominciato ad andare a cavallo e a viaggiare per problemi di salute, nel Colorado conobbe quello che fu probabilmente il suo grande amore, sebbene avesse in seguito sposato il medico John Bishop. Lui si chiamava Jim Nugent, avventuriero dal passato torbido. Isabella lo descrive in questo modo: “Ha l’aspetto di un furfante, ma le prime parole che pronuncia, a una donna almeno, gli conferiscono la posizione di uomo istruito. Le sue conversazioni sono brillanti, e piene della luce e fugacità del genio. Eppure, nel complesso, è uno spettacolo molto doloroso. La magnifica testa di Jim mostra in modo così chiaro le possibilità migliori che avrebbe potuto avere. La sua vita, nonostante un certo abbaglio che le appartiene, è rovinata e sprecata, e ci si chiede cosa può riservare il futuro di buono per chi ha scelto il male per così tanto tempo”.
Nugent sarebbe stato ucciso qualche mese dopo.
Nei suoi ultimi viaggi, Isabella Lucy Bird risalì il fiume Yangtze in Cina e lo Han in Corea. Quindi raggiunse il Marocco, visse per qualche tempo con le popolazioni berbere. Al ritorno a Edimburgo, dove già si erano trasferiti i suoi genitori da decenni, si ammalò e morì. Fu sepolta nello storico cimitero di Dean.