Libero, 13 gennaio 2025
I pompieri privati a Los Angeles
È uno dei tanti risvolti che accompagnano le tragedie, come quella che da giorni si sta consumando a Los Angeles dove le fiamme continuano a divampare. Le differenze economiche contano e non poco e chi può contare su un patrimonio personale con tanti zeri può affidarsi a soluzioni che per gli altri, le persone comuni, restano una chimera. Così ecco che l’alta società ancora in salvo dagli incendi che stanno devastando la metropoli ha iniziato ad affidarsi ai servizi garantiti da società private di pompieri, rimediando all’inefficienza del sistema pubblico.
Keith Wasserman è un imprenditore, investitore e filantropo attivo nel mercato immobiliare con la sua Gelt Venture Partners e con un patrimonio stimato che si aggira sui 100 milioni di dollari. A conti fatti, sostenere dai 3.000 ai 10.000 dollari al giorno per usufruire di squadre antincendio “a noleggio” è un sacrificio facilmente sostenibile. Non a caso è stato tra i primi ricchi a lanciare via social un appello («Pagherò qualsiasi cifra») che ha contribuito ad alimentare una discussione senza mezze misure: è giusto? È sbagliato? È morale? Il suo collega Rick Caruso ha fatto altrettanto e quando il New York Times ha riportato la notizia che aveva messo sotto contratto alcuni vigili del fuoco privati, è diventato l’obiettivo ideale per lo sfogo collettivo dato che nel suo curriculum c’è anche la corsa per diventare sindaco della città, nel 2022, tra i Democratici.
«Che mondo è la California?», «Quindi i vigili del fuoco privati stanno usando l’acqua pubblica?», «Ecco perché i pompieri stanno finendo l’acqua», si legge nei commenti sparsi per la rete. La California è un mondo in cui le tasse sui redditi sono più alte che nel resto degli Stati Uniti. E dove l’amministrazione di Los Angeles per il biennio 2024/2025 ha riservato al Dipartimenti dei vigili del fuoco (LAPD) un budget di 819,6 milioni di dollari, con una riduzione di circa 17,6 milioni di dollari rispetto al periodo precedente, proprio mentre lo stato affronta un lungo periodo di siccità che contribuisce a rendere ancora più doloroso l’impatto degli incendi.
RABBIA SOCIALE
In queste ore accelerano le operazioni di fact checking di molte testate dall’animo liberal – dopo tutto la California con il passare dei decenni si è trasformata da stato repubblicano (Richard Nixon e Ronald Reagan da qui arrivano) a paradiso democratico – per smontare le polemiche sulla mancanza di mezzi e strutture per affrontare le emergenze. Il sito Slate ha avuto anche tempo di ricordare che Trump durante il suo primo mandato (il problema degli incendi non è affare recente, ma prosegue da tempo) aveva rimproverato il governatore Gavin Newsom per non aver provveduto a pulire a dovere il sottobosco delle fore
DONALD TRUMP SI SFOGA SU TRUTH «I politici incompetenti non hanno idea di come spegnere gli incendi. C’è morte dappertutto»
ste; ma Slate ci tiene a sottolineare che sarebbe stato compito del governo di Washington.
Ma il risultato è sotto gli occhi di tutti e la rabbia è incanalata ora non solo contro le autorità, ma anche contro i miliardari che si affidano ai servizi privati che già operano per le agenzie assicurative e per le agenzie federali. E allora sempre Slate, la cui linea editoriale si contraddistingue per giustizia sociale, ambientalismo e inclusività, prova a fare quadrato, correndo in sostegno dell’upper class dal cuore progressista, specie quando arrivano le Presidenziali, e opportunamente individualista quando conta: «I vigili del fuoco privati non sono il problema: non salveranno la California, ma non incolpate chi li utilizza». Una posizione condivisibile: chi ha la disponibilità economica per avvallersene, ha tutto il diritto di farlo, ma i guai derivanti dalla pessima amministrazione democratica restano. Basterebbe solo ammetterlo.
Intanto, mentre la polizia pattuglia i quartieri abbandonati per precauzione per proteggere da ladri e saccheggiatori che si muovono travestiti da pompieri nelle abitazioni vuote, compresa la residenza della vicepresidente Kamala Harris, inizia la conta della ricaduta economica sulle compagnie assicurative: le perdite potrebbero superare i 20 miliardi di dollari secondo una stima al rialzo elaborata da JP Morgan sulla base di alcune prime e sommarie rilevazioni.
«Il costo economico dei devastanti incendi in California, che hanno già distrutto o danneggiato oltre 2.000 strutture, potrebbe rappresentare un duro colpo per un mercato delle assicurazioni sulla casa già in crisi», faceva notare il Wall Street Journal già giovedì scorso. Un inferno liberal.