La Stampa, 13 gennaio 2025
Salvini non si occupa dei trasporti neanche su X
Ultima traccia lasciata ieri da Matteo Salvini su X dell’amico Elon Musk: una condanna delle violenze dei «criminali rossi» a Roma e Bologna. La traccia precedente risale a due giorni prima, il 10 gennaio, quando si occupa degli insulti all’Italia pronunciati nella notte di Capodanno da parte di un gruppo di giovani stranieri. E l’ottava volta che ne scrive in dieci giorni. Sempre il 10 gennaio pubblica le cifre dei fondi raccolti per il maresciallo arrestato per aver ucciso un egiziano che aveva ferito quattro persone. È la terza volta che ne scrive, sempre in dieci giorni.
Se nel profilo non si precisasse che si tratta proprio del profilo del vicepremier e del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si potrebbe pensare di essersi sbagliati e di aver cliccato sull’altro Matteo, quello che guida il ministero dell’Interno. Dal primo gennaio su 24 interventi su X, 2 sono dei peana per Trump, uno per Musk, uno per la destra che ha vinto in Austria e gli altri 18 potrebbero essere usciti dai tasti di Piantedosi. Bisogna tornare indietro al 31 dicembre per trovare un accenno al suo ruolo di guida del ministero dei Trasporti. È l’ultimo giorno dell’anno, sa che chi va ai veglioni gli sta rivolgendo pensieri non particolarmente affettuosi e quindi si sente in dovere di lanciare un messaggio dai toni quasi elettorali: «I limiti alcolemici e le sanzioni non sono cambiati». Il 27 dicembre si preoccupa di smentire «un’altra fake news» sull’assunzione di tachipirina mentre si guida. Nemmeno una parola sui ritardi di sabato, come se migliaia di persone non avessero trascorso ore nelle stazioni ad aspettare treni. E quindi Salvini ha ripreso la postura del condottiero del Viminale che ha tanto amato. È il sogno che sui social, dove ci si racconta sempre con una certa dose di menzogna, diventa realtà. Nell’ultimo mese su 77 interventi (esclusi saluti, auguri, annunci di dirette e partecipazioni tv) al tema trasporti ne ha dedicati 11, uno su 7. E per fortuna che il 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo codice della strada altrimenti sarebbero stati anche di meno. Alla sentenza di assoluzione e alla sicurezza ne ha dedicati quasi 50, due su 3. Ed è proprio dopo l’assoluzione che la voglia di Viminale sui social si trasforma in una pulsione incontrollabile con la solidarietà ribadita di continuo nei confronti delle forze dell’ordine e la richiesta tutta in maiuscolo di espulsione degli stranieri che si macchiano di crimini. Nient’altro che quello che scriveva quando all’Interno c’era lui. —