la Repubblica, 12 gennaio 2025
James Daunt, il mago dei libri punta alla Borsa
Prima ha salvato le librerie britanniche. Poi anche quelle americane. Adesso sta pensando di quotarle in borsa. Parafrasando Elena Ferrante, James Daunt potrebbe essere soprannominato “il libraio geniale”: da quando trentacinque anni or sono fondò a Londra sei librerie indipendenti, non ne sbaglia una. Ora annuncia, per il 2025, il piano di aprire 60 nuovi punti vendite delle catene di cui è amministratore delegato, Waterstones nel Regno Unito e Barnes & Noble negli Stati Uniti (dopo averne aperte complessivamente 70 lo scorso anno), e anche la possibilità di una quotazione nella City o a Wall Street: per vendere azioni, oltre che libri. O, meglio, per vendere azioni di un’azienda che vende libri.
La decisione finale su quest’ultima iniziativa, scrive ilFinancial Times, spetta a Elliott Management, la società fondata dal miliardario russo Aleksandr Mamut, dal 2018 proprietaria di Waterstones e dal 2019 anche di Barnes & Nobles. Ma intanto continua la «significativa espansione» di una catena che fra i due Paesi conta più di mille librerie (incluse altre inglesi, come la celebre Foyles) e ha respinto la sfida di Amazon.
Nato in Inghilterra 61 anni fa e laureato a Cambridge, dopo un breve periodo in banca, Daunt fonda i sei Daunt Bookstores nel 1990. Quello stesso anno, nella Mosca della perestrojka gorbacioviana, Aleksandr Mamut, russo di origine ebraica (oggi anche cittadino israeliano), fresco di laurea in legge e figlio di avvocati, fonda una banca, prima pietra di un impero finanziario e mediatico che oggi vale due miliardi di dollari. I loro due destini si incrociano nel 2011, quando Mamut chiama Daunt per fargli questa proposta: «Ho comprato la più grande catena di librerie britanniche, ma è sull’orlo della bancarotta. Vuole venire a dirigerla?». Il resto è una storia che continua a crescere e potrebbe dunque arrivare addirittura in Borsa. Nel frattempo il geniale libraio inglese prosegue la sua marcia, nonostante la «significativa pressione dell’inflazione» e i danni che continua a causare la Brexit in Gran Bretagna, in termini di «costo del lavoro, complicazioni burocratiche e difficoltà nel reperire personale».
«Le librerie non possono essere gestite come qualsiasi altra catena di prodotti», disse aRepubblica Daunt qualche anno fa. «Devono avere una personalità, conoscere i propri clienti, amare il prodotto che vendono. Ognuna è diversa dalle altre, perciò ho dato autonomia e maggiore responsabilità ai miei librai, che sono tutti laureati e seguono un corso prima di cominciare. Risultato: più efficienza nei costi, meno rese, più copie vendute e profitti». I libri di carta, aggiunse, «non scompariranno mai, toccarli è un piacere fisico, avere a casa uno scaffale di libri è un modo unico di affermare la propria identità». Il geniale libraio, afferma che, quando si ritirerà, tornerà in una delle sei Daunt Books ancora di sua proprietà: «Prima o poi tornerò nella prima che aprii, su Marylebone High Street, per stare in mezzo ai libri, consigliare quali leggere a una ventina di clienti al giorno ed essere felice, perché questo è il mestiere che amo».