la Repubblica, 13 gennaio 2025
Musk pesca Cummings il Rasputin di Londra per infiltrare l’Europa
Hanno molte cose in comune: l’amore per le nuove tecnologie, l’ideologia ultraconservatrice, l’odio per la burocrazia statale. La differenza è che uno è miliardario, anzi l’uomo più ricco della Terra, e l’altro no. Ma Elon Musk e Dominic Cummings hanno buoni motivi per intendersi e ora si sarebbero alleati con lo stesso progetto politico: rovesciare il governo laburista di Keir Starmer nel Regno Unito e innescare una rivoluzione globale anti-regolamentazioni, portando la tecnodestra dall’America all’Europa.
Secondo fonti governative britanniche citate dal Mail on Sunday,l’ex-consigliere di Boris Johnson avrebbe stretto contatti con il fondatore della Tesla e imminente membro dell’amministrazione Trump.Sarebbe stato Cummings, soprannominato “il Rasputin di Downing Street” quando il leader conservatore lo portò con sé al governo, ad avere ispirato a Musk gli attacchi al vetriolo sui social media contro Starmer e altri esponenti dell’esecutivobritannico. Non solo: Cummings starebbe dando suggerimenti a Musk anche su come tagliare miliardi di dollari dal budget americano nel ruolo di capo del nuovo ministero dell’Efficienza governativa assegnatogli da Trump, missione simile a quella da lui intrapresa nel periodo trascorso accanto a Boris Johnson, quando voleva licenziare migliaia di funzionari pubblici in tutti i ministeri per sostituirli con giovani cervelloni dell’economia digitale.
I due interessati non confermano di avere avviato una collaborazione. Ma a Londra vari commentatori si erano chiesti come fosse possibile che il multimiliardario americano si interessasse così tanto alla politica del Regno Unito e che la conoscesse così bene da attaccare Starmer su questioni specifiche del passato, come lo scandalo degli abusi sessuali nella comunità pakistana. Davantiai post di Musk sui social media, inoltre, qualcuno si è meravigliato notando l’uso di espressioni del politichese britannico con cui difficilmente uno straniero poteva avere dimestichezza: come “il Keir dai due volti”, nomignolo appioppato a Starmer (peraltro impropriamente) dall’opposizione conservatrice. C’era dietro lo zampino di Cummings? Terzo elemento sospetto: Musk postava i suoi messaggi contro il leader laburista quando negli Usa era notte fonda, ma era pieno giorno in Inghilterra.
Di certo c’è che, a parte i soldi, i due politicamente si somigliano. Cummings non riuscì a portare a termine in patria la sua rivoluzione tecnocratica perché costretto a dimettersi sull’onda delle polemiche per il mancato rispetto delle norme anti- Covid (era andato a trovare i suoceri durante il lockdown, nonostante al resto della popolazione fossero vietati i contatti perfino con familiari in fin di vita in ospedale). Ora avrebbe l’opportunità di rilanciare il progetto, importando il vangelo digitale, antistatalista e pro-deregulation di Musk nel Regno Unito, con l’appoggio dei Tories, del partito populista del brexitiano Nigel Farage o addirittura del nuovo partito che lui stesso si ripromette di creare.
Coincidenza o meno, ilFinancial Times ha appena pubblicato un lungo articolo di Peter Thiel, fondatore di Payl Pal e (come Musk) uno dei paladini della tecnodestra Usa, in cui il miliardario americano preannuncia «l’apocalisse per l’ ancien regime», come definisce l’establishment politico occidentale: una resa dei conti. La battaglia per proteggere la democrazia, commenta un columnist del quotidiano della City, è iniziata.