Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  gennaio 12 Domenica calendario

A Los Angeles im 150 mila senza casa

Pacific Palisades (Los Angeles) Il sole sorge dalla parte sbagliata, nell’alba livida di Pacific Palisades il sole è ingannatore, arriva da Ovest, dove non dovrebbe perché da quella parte delle colline il sole ogni sera cala, dipingendo la costa di rosso e allungando a dismisura l’ombra delle palme che sembra non finire mai. Le cose sono vere soltanto all’alba diceva Hemingway, prima che il giorno le contamini con le sue bugie, ma negli incendi di Los Angeles neanche l’alba dice la verità perché quella luce di un rosa profondo e sporco, lattiginosa, densa come l’odore chimico di colla bruciata che riversa sulla città e fa bruciare il naso, non è il sole ma è il fuoco degli incendi.
Gli incendi arrivati al quinto giorno e ieri notte «domati per l’11%» ammetteva il dipartimento dei pompieri facendo pensare a tutti al restante 89%, mentre 150 mila abitanti vengono sfollati, i divi al Beverly Hills Hotel e le persone normali in famiglia e chi non ha famiglia finisce nelle palestre, in attesa di vedere quando il fuoco smetterà di ardere.
Elicotteri e aerei scaricano acqua e ritardanti quando glielo permettono i droni amatoriali degli influencer che guadagnano via TikTok e YouTube, le immagini in 4k fanno traffico digitale e quindi soldi. Ma per evitare collisioni elicotteri e aerei dei pompieri si ritirano. L’Fbi è arrivata e promette arresto e un anno di reclusione, la ricezione dei cellulari è pessima forse perché le torri sono bruciate o forse, sperano gli ottimisti, qualche arma segreta militare sta interferendo con i droni per buttarli giù e liberare lo spazio aereo.
Il Rubicone della 405
Il Rubicone del fuoco è l’autostrada 405, la interstate normalmente stramaledetta dai losangelini per il traffico 24/7 ma ora blandita e invocata nelle preghiere, se la 405 fermerà le fiamme i fuochi verranno soffocati, ma oltre la 405 c’è Mulholland Drive, il lunghissimo serpente sul crinale degli incubi di David Lynch (sfollato anche lui dalla casa-studio disegnata sulle colline da Lloyd Wright figlio di Frank e vista da tutti i lynchiani in «Lost Highway, autostrada perduta,» come la 405 di queste notti terribili). E oltre Mulholland, intitolata all’ingegnere irlandese che inventò Los Angeles nell’800, cosa c’è? C’è tutto il resto, la San Fernando Valley, la contea di Los Angeles, un’ipotesi della quale non parla nessuno perché non c’è niente da dire se non fare ciascuno il suo per evitare che il fuoco arrivi fin lì, a quei cespugli che si accenderebbero come milioni di fiammiferi tutti insieme, come nei deliri delle immagini generate dalla AI diffuse sui social con la scritta Hollywood divorata dalle fiamme.
Saccheggi e truffe
L’altra notte è stata la notte dei criminali: dei saccheggi, sospettati da molti e ammessi solo ieri sera da una conferenza stampa del procuratore generale dello Stato Rob Bonta, titolare dell’azione penale, gli sciacalli ai quali ha promesso «voi che vedete dollari nella devastazione: vi troveremo, e la pagherete», fine ufficiale della stagione progressista nella quale i procuratori locali avevano di fatto depenalizzato il taccheggio sotto i mille dollari (negli Stati Uniti l’azione penale non è obbligatoria ma a discrezione del pm). La notte dei truffatori, finti inviati delle autorità per ingannare anziani o persone che parlano poco l’inglese e magari non hanno i documenti in regola.
Ecco, i documenti: l’esercito di immigrati illegali (ma senza il quale la California si fermerebbe) viene rassicurato in ogni momento: nei rifugi nessuno controllerà i documenti, lasciate le vostre case se il vostro quartiere è a rischio (quello che succederà tra dieci giorni quando i federali saranno comandati da Trump non lo sa nessuno).
Ai bambini americani degli anni 60 e 70, terrorizzati dalle immagini del Vietnam, il mago Zurlì americano, Mr Rogers, diceva: guardate chi cerca di aiutare, medici e infermieri, guardate sempre che per ogni disastro c’è sempre chi aiuta gli altri. E in questa cattiveria, ecco i volontari: a Los Angeles sono arrivate autopompe da ogni parte dell’Ovest, pompieri e protezione civile e finalmente anche 1.600 uomini della Guardia nazionale (l’esercito dei singoli Stati) che sorveglia i quartieri rimasti deserti.
Chi cerca di aggirare i blocchi della polizia? Dall’alba di ieri, viene considerato uno sciacallo e arrestato in attesa di chiarimenti. Chi ha lasciato qualcosa a casa? Troppo tardi. Si mobilitano le associazioni per aiutare chi non sa dove lasciare cani e gatti e conigli e cavie, con i rifugi pet friendly che mandano i loro codici qr sui social media.
Quando finirà? Alla radio parla un ex pompiere, ex capo battaglione a Los Angeles, Rick Crawford: «Sembrava roba da due giorni. Ma questo è un incendio da due settimane». Con quanti morti (le basse cifre attuali sono insensate, nelle case bruciate potrebbe esserci un cimitero) e quanti danni (125 miliardi di dollari, e ogni nuova scintilla aumenta il totale)? Dipende dalla 405, e da Mulholland Drive.