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 2025  gennaio 12 Domenica calendario

Reati che sfruttano la somiglianza fisica

Nonostante ciascuno di noi si reputi giustamente unico nell’universo capita di imbattersi in un sosia. Un evento tutt’altro che raro. A giudicare da Twin Strangers – un sito che promette di trovare il nostro “doppione” basandosi su software di riconoscimento facciale – ci sono poco più di 9,5 milioni di sosia nel mondo e perciò, su 10 mila persone, undici ne hanno uno da qualche parte. Nulla di male se quella persona che ci somiglia tanto, continua a fare la sua vita. Purtroppo, però, il mondo è anche pieno di imbroglioni, persone che usano questa casualità biologica come strumento per delinquere. Persone come l’uomo che, in Sardegna, ha prosciugato il conto corrente di un residente di Trento usando la somiglianza con lui.
La vittima, un correntista originario del Bangladesh, ha scoperto di essere stato derubato di tutti i suoi risparmi solo dopo qualche giorno dal furto. Era andato in banca per cambiare la carta di debito che non funzionava, convinto che si fosse smagnetizzata. Ma poi avrebbe immaginato di sentirsi dire che il suo conto non non esisteva più, che dei suoi soldi – quelli messi da parte con enormi sacrifici in anni di duro lavoro – non c’era rimasto neanche un euro. Dallo choc il correntista è passato all’assurdo. «È stato lei stesso a chiuderlo e a ritirare il denaro. Si è rivolto di persona a una filiale della Sardegna, quattro giorni fa», avrebbe detto l’impiegato bancario secondo quanto riporta il Corriere del Trentino. Dal profondo Nord all’isola, quasi diecimila euro di risparmi trafugati da un uomo che si era spacciato per l’intestatario del conto – con tanto di nome, cognome e codice fiscale. È scattata ovviamente la denuncia ai carabinieri, non ancora archiviata, e ha compiuto una contestazione nei confronti della banca. Dopo sessanta giorni con risposta negativa, si però è rivolto al Centro di Ricerca e Tutela dei Consumatori e degli Utenti per promuovere il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. Alla fine la banca, è questa la notizia, è stata obbligata al risarcimento totale della somma, che ammontava a 9.261 euro, perché non aveva adempiuto ai controlli con diligenza. È stato infatti appurato che la foto, la firma sulla carta d’identità esibita dal truffatore e la firma depositata in banca dal legittimo titolare non coincidono.
Chissà se il ladro era veramente simile nel volto alla sua vittima trentina, chissà se era a conoscenza di quanti soldi erano depositati sul conto, chissà se pensava fossero di più. Di certo c’è che non è l’unico a provare ad aggirare la legge facendo leva sulla somiglianza. A giugno del 2024 un’inchiesta giudiziaria sui concorsi truccati forze dell’ordine ha scoperto che 17 aspiranti poliziotti, carabinieri, agenti della penitenziaria e vigili del fuoco avevano utilizzato sosia per superare le prove scritte dei concorsi tra il 2017 e il 2021. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa di undici candidati che avevano superato le selezioni tramite sostituzione di persona. I finti candidati che si sono prestati a questo “scambio d’identità”, invece, sono rimasti ignoti. Infine il caso del 21enne della provincia di Ancona che si è ritrovato senza saperlo con un finanziamento intestato a suo nome per acquistare un costoso iPhone. Il ragazzo ovviamente ha immediatamente chiesto spiegazioni alla società di credito Cofidis, non avendo mai comprato il cellulare e poi è scattata la denuncia alla polizia. Ed è qui che è stato svelato come a truffare il 21enne sia stato suo fratello gemello che ha usato i dati e i documenti del fratello per stipulare il finanziamento. Poi ha associato il conto corrente in modo tale da far pagare le rate del cellulare a suo fratello. Il gemello è stato denunciato con l’accusa del reato di sostituzione di persona. Un caso di truffa in famiglia, per di più tra fratelli gemelli.