Avvenire, 11 gennaio 2025
Muore studente, esplode la rabbia in Cina
Scontri con la polizia, cariche e manganellate, l’assedio della folla al Pucheng Vocational Education Center. I video, che hanno bucato la censura, catturano i momenti della “rivolta” scoppiata nella contea di Pucheng, nella provincia settentrionale cinese dello Shaanxi, dopo la morte di un studente di 17 anni, avvenuta nel dormitorio della scuola professionale. Sono gli scontri più violenti divampati in Cina dopo le proteste anti Covid del 2022. Un campanello di allarme per le autorità cinese. La rabbia serpeggia sotto la pelle del gigante asiatico, un ribollio fortemente temuto dalla leadership comunista che, da sempre, lavora per spegnere ogni forma di conflittualità sociale nel Paese.
Ad accendere la miccia, come riportato da Voa, la morte di uno studente in circostanze non chiarite, all’inizio di questo mese. Le continue richieste della famiglia di conoscere la verità sulla tragedia sarebbero state insabbiate, innescando così proteste su larga scala. Come ricostruito dalla Bbc, le autorità scolastiche hanno derubricato la morte dello studente come «un incidente». L’autopsia avrebbe escluso «che si tratti di un caso dai contorni penali». Ma per giorni sono circolate voci e versioni diverse. Il ragazzo si sarebbe suicidato dopo essere stato preso in giro dal ragazzo con cui aveva litigato. E il suo corpo presenterebbe lividi non compatibili con il racconto ufficiale. Migliaia di cittadini si sono raccolti davanti alla scuola. Le proteste, protrattesi fino al 6 gennaio, sono state sedate dall’intervento di reparti speciali della polizia.
La vicenda rischia di essere esplosiva perché salda due sintomi di un malessere sociale diffuso. Il primo è quello che si consuma dietro i banchi scolastici. Il bullismo in Cina sta assumendo contorni inquietanti: il 57,29% degli studenti delle scuole medie inferiori ha subito almeno un tipo di bullismo. Negli ultimi anni si sono susseguite le segnalazioni di morti misteriose. Nel dicembre 2023, un ragazzo di 13 anni nella città di Shangqiu, nella provincia di Henan, è morto a scuola. Il suo corpo mostrava segni di percosse e aggressioni, ma le autorità hanno fatto passare la versione del suicidio. Lo scorso mese di marzo, il ministero dell’Istruzione cinese ha lanciato una campagna per affrontare alcuni dei problemi che schiacciano l’universo scuola, dalla pressione eccessiva sugli studenti sino al bullismo.
Secondo alcuni analisti, l’altro fronte “incandescente” è riconducibile all’intreccio rabbia montante e il tentativo del sistema politico cinese di “bloccare” ogni forma di conflittualità. Secondo Zhao Lanjian «le industrie sono in declino e tutti sentono che il futuro è senza speranza. La maggior parte degli studenti delle scuole professionali potrebbe non essere in grado di trovare lavoro dopo la laurea perché l’economia cinese è in declino».