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 2025  gennaio 11 Sabato calendario

Il Conte di Montecristo 23 volte sullo schermo

La vendetta è un piatto che va servito freddo. È il principio che guida fino alle estreme conseguenze Edmond Dantès, l’immortale protagonista de Il Conte di Montecristo, il celebre romanzo scritto da Alexandre Dumas padre (con la collaborazione di Auguste Maquet) nel 1844. Ma l’esigenza di reagire a un torto subito con un’azione di aggressività pari o addirittura superiore è anche la molla che, oggi come ieri, accende i conflitti, motiva le guerre, spinge alla violenza. Un impulso primordiale e trasversale che spiega in buona parte l’imperitura fortuna de Il Conte di Montecristo, insieme con I Tre Moschettieri, il romanzo più conosciuto ed amato del prolifico Dumas padre, e all’origine di tutte le storie di vendetta.Ispirato a una storia vera, quella di un calzolaio imprigionato con l’accusa infondata di essere una spia al servizio dell’Inghilterra, all’inizio pubblicato a puntate sul Journal des Débats, il romanzo francese finì per appassionare i lettori del mondo intero che dopo 181 anni sono ancora disposti a fare il tifo per Dantès, accusato ingiustamente di cospirare per far tornare Napoleone al potere e rinchiuso per 15 anni nelle segrete del famigerato Castello d’If, al largo di Marsiglia, da cui evaderà grazie alle “dritte” dell’Abate Faria (gli rivela l’esistenza di un tesoro sepolto nell’isola di Montecristo) per poi mettere in atto la più spietata delle rivalse contro gli ha rubato tanti anni di vita e la promessa sposa Mercedes.Complotti, intrighi, colpi di scena, odio e amore, speranza e disperazione, un esercito di personaggi e una forte densità emotiva sono gli ingredienti che hanno fatto la fortuna de Il Conte di Montecristo spingendo fin dal 1922 cinema e tv a saccheggiare a più riprese il romanzo, destinato poi a ispirare film di culto come La fontana della vergine, Il giustiziere della notte, Gli spietati, Un borghese piccolo piccolo, Kill Bill, Old Boy, John Wick.Ma le trasposizioni esplicite per lo schermo dell’opera di Dumas sono ben 23, tra cui il film del 1954 con Jean Marais, il mitico sceneggiato (allora le fiction si chiamavano così) che nel 1966 lanciò Andrea Giordana, la miniserie interpretata nel 1998 da Gérard Depardieu e Ornella Muti, il film del 2002 con Jim Caviezel per finire al recente campione d’incassi francese con Pierre Niney e Pierfrancesco Favino nella parte dell’Abate Faria. Ora su Rai1 in quattro prime serate dal 13 gennaio sbarca l’ultima versione kolossal: la serie in 8 episodi Il Conte di Montecristo, mega-coproduzione Palomar con RaiFiction e France Télévisions, regia del premio Oscar Bille August e un cast internazionale guidato da Sam Claflin nel ruolo di Dantès e Jeremy Irons in quello dell’Abate Faria a cui si aggiungono Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard e gli italiani Michele Riondino, Gabriella Pession, Lino Guanciale, Nicolas Maupas che hanno recitato in inglese e per il nostro pubblico si sono doppiati in italiano. «Il Conte di Montecristo è la migliore storia di vendetta mai raccontata, ma a intrigarmi è stata anche la possibilità di dirigere un racconto complesso con ben 92 personaggi», dice August presentando la fiction-evento a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia, alla presenza dell’Ambasciatore Martin Briens che parla di «bell’esempio di cooperazione europea, ora possiamo dire che c’è una storia d’amore tra Palazzo Farnese e Il Conte di Montecristo, uno dei miei libri preferiti».Alcune scene sono state girare proprio nello storico palazzo romano ma non mancano le sequenze spettacolari come la tempesta iniziale girata nel mare di Malta, gli interni sontuosi, i costumi d’epoca. «La preparazione al ruolo di Dantès è stata molto complessa, ma ho avuto il sostegno di tutti i colleghi: gli italiani hanno addirittura provato ad insegnarmi la loro lingua», rivela in collegamento il britannico Claflin, 37 anni, già star di Hunger Games e Pirati dei Caraibi, «nella vita non sono vendicativo ma rispetto la sete di giustizia del mio personaggio. La sua determinazione mi ha commosso fino alle lacrime».Riondino, che interpreta Jacopo, braccio destro del protagonista, loda «la regia innovativa di August», mentre Gabriella Pession, «felice di tornare in Rai», tratteggia la progressiva follia della sua Hermine e Lino Guanciale, il brigante Vampa, si diverte ad assumere tante identità diverse. Conclude il regista: «Mosso dalla vendetta, Dantès tesse intrichi spietati ma alla fine getta luce e speranza sull’umanità: ci restituisce la fiducia nel potere salvifico dell’amore».