la Repubblica, 11 gennaio 2025
L’Ue litiga su Netanyahu a Auschwitz
L’Europa litiga su una possibile presenza di Benjamin Netanyahu ad Auschwitz. Diventa un caso politico l’ipotesi di un viaggio in Polonia il 27 gennaio, per gli ottant’anni della liberazione del campo di concentramento, con il rischio di vedere il premier israeliano arrestato in virtù del mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale. Dopo che il presidente polacco Andrzej Duda si è dichiarato contrario all’applicazione del mandato della Cpi, scontrandosi con il premier Donald Tusk che ha comunque aperto a una possibile immunità temporanea per Netanyahu, arriva un richiamo della Commissione europea. «Tutti gli Stati Ue fanno parte dello Statuto di Roma e quindidevono rispettare l’obbligo generale di cooperare», sottolinea Anouar El Anouni, portavoce per gli affari esteri della Commissione europea.Il presidente polacco, dirigente conservatore che coesiste con il nuovo governo di coalizione liberale di Tusk, aveva fatto sapere di aver inviato una lettera al governo per esortarlo a «garantire che il premier israeliano possa partecipare, se lo desidera». Tusk ha criticato l’iniziativa di Duda, accusando il presidente di volere trasformare la vicenda in una «dimostrazione politica». Il governo polacco ha però assicurato in un comunicato che «garantirà un accesso libero e sicuro a queste commemorazioni per i massimi rappresentanti dello Stato di Israele». «Chesi tratti del primo ministro, del presidente o del ministro dell’Istruzione, chiunque parteciperà vedrà garantita la propria sicurezza e non sarà arrestato», ha precisato Tusk. Il premier polacco ha poi aggiunto di essere stato informato che lo Stato ebraico sarà rappresentato dal suo ministro dell’Istruzione.Salvo colpi di scena, Netanyahu quindi non ci sarà. Ma il caso rilancia le polemiche intorno al lavoro della Cpi. La Corte dell’Aia aveva emesso a metà novembre diversi mandati tra cui il più clamoroso riguarda appunto il premier israeliano accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra a Gaza, dove Israele sta conducendo un’operazione militare in risposta all’attacco diHamas del 7 ottobre 2023. «L’Unione europea sostiene la Corte penale internazionale e i principi enunciati nello Statuto di Roma», ribadisce ora il portavoce della Commissione europea a proposito del testo fondatore della Cpi, ricordando che tutti gli Stati erano già stati invitati a garantire la piena cooperazione con la Corte, anche attraverso la rapida esecuzione dei mandati d’arresto in sospeso.A fine novembre, con l’annuncio della tregua in Libano, la Francia aveva parlato di una «immunità diplomatica» di cui godrebbe il premier israeliano, sulla base di un articolo dello Statuto di Roma su cui però le interpretazioni divergono.