Corriere della Sera, 9 gennaio 2025
La Corea del Sud pensa alla bomba atomica
Il podio di Paese più sorprendente, in questi nostri Anni Venti, spetta probabilmente alla Corea del Sud. Il successo del suo cinema (all’apogeo con gli Oscar del 2020 a Parasite) e il boom della Kpop (Korean popular music) hanno fatto puntare i radar degli occidentali su Seul. Pochi l’avevano previsto. Ora, sono entrati in funzione altri radar, molto meno soft. Si sta iniziando a parlare seriamente della possibilità che la Corea del Sud si doti di un’arma nucleare. Se ne discute da tempo ai margini della politica ufficiale ma nei giorni scorsi un lungo articolo sulla prestigiosa rivista americana Foreign Affairs ha sottolineato la necessità che Seul si munisca di un arsenale atomico: le evoluzioni del quadro politico mondiale lo impongono, scrivono i professori Robert Kelly e Min-Hyung Kim. Il momento per compiere il passo è questo – sostengono. Ora la questione è sui tavoli dei governi. Sorprendente. La pubblicazione della loro analisi, in verità, non è caduta nei giorni più fortunati: provoca brividi l’idea che il bottone nucleare possa essere sotto il pollice di un presidente instabile come Yoon Suk Yeol, il quale il 3 dicembre scorso ha dichiarato, tra l’incredulità globale, la legge marziale sulla base dei suoi incubi notturni. Gli argomenti a sostegno dell’arma nucleare, però, non escono dal nulla tanto che già nel 2021 il 71 per cento dei sudcoreani supportava l’idea (dal 56 per cento nel 2010). La prima ragione sta a Nord: il regime di Pyongyang è sempre più aggressivo, ha già condotto sei test nucleari (quattro dei quali nell’era dell’attuale dittatore comunista Kim Jong Un), si è dotato di missili balistici a corto raggio e intercontinentali, ha stretto un’alleanza con la Russia di Putin che, in cambio di soldati da inviare allo sbaraglio in Ucraina, gli fornirà tecnologia nucleare e missilistica. Il motivo che però rende attuale l’idea della Bomba è che l’ombrello atomico americano che protegge la Corea del Sud dal 1952 è oggi fragile. Finora, Trump non ha dato garanzie di protezione. Soprattutto, il fatto che la Corea del Nord ora abbia missili intercontinentali in grado di raggiungere il territorio degli Stati Uniti solleva dubbi sulla determinazione di Washington a difendere l’alleato nel caso questo sia attaccato da un Paese che può colpire l’America. Più sicuro un deterrente nucleare gestito in casa, pensano a Seul. Presidente Yoon permettendo.