Corriere della Sera, 9 gennaio 2025
Nasce sul gommone alla deriva
È arrivato come un dono. Per la madre che lo ha partorito sulla prua di un gommone, alla quale ha dato il coraggio di affrontare il viaggio. Per i migranti che gli si sono stretti intorno per proteggerlo, ai quali ha dato il senso vivo della parola speranza. È nato il giorno dell’Epifania, quando i bambini di tutto il mondo scartavano gli ultimi pacchi sotto l’albero, e lui, Gesù Bambino del nostro tempo, veniva riscaldato dall’alito degli esseri umani, non di un bue e di un asinello. È stato il capitano della motovedetta Talia, Domenico Trujillo, a lanciare l’allarme vedendo il gommone alla deriva a 97 miglia nautiche da Arrecife, al largo di Lanzarote, dopo cinque ore di navigazione. Sulla lancia pneumatica stavano viaggiando ammassate decine di persone partite dall’Africa nordoccidentale con il sogno di una vita migliore. Quarantaseimila sono quelle sbarcate nel 2024 soltanto alle Canarie, ma oltre duemila migranti hanno raggiunto l’arcipelago dall’inizio del nuovo anno, secondo le stime della ong Caminando Fronteras. E sono oltre diecimila quelli scomparsi negli ultimi dodici mesi lungo la pericolosa rotta che dal Marocco porta alla Spagna. Il destino del capitano Trujillo sembra legato alla vita che nasce: già nel 2020 aveva soccorso un’altra migrante che aveva partorito durante la traversata. Il 6 gennaio, dopo la sua segnalazione, un elicottero del Centro operativo delle Canarie ha prelevato la mamma e il bambino, che adesso sono ricoverati nell’ospedale dell’isola. Al caldo, finalmente. Si preparano per andare insieme incontro al futuro.