Anteprima, 3 dicembre 2024
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Biografia di Iole Mancini
Iole Mancini (1920-2024). Staffetta partigiana. Fu torturata dai nazisti di Erich Priebke dopo l’attentato di via Rasella. «Nata a Nemi, Roma, nel 1920, Mancini è stata staffetta nei Gap, Gruppi di azione patriottica. Tutto inizia quando, nel 1944, incontra il futuro marito, e partigiano, Ernesto Borghesi (1917-1966; anche lui medaglia d’argento), a cui si unisce per prendere parte alla lotta contro i nazifascisti. Borghesi partecipa all’attentato del 23 marzo 1944 contro una colonna militare nazista, in via Rasella, dove morirono 33 soldati tedeschi (del reggimento Bozen) e due civili, per lo scoppio di una bomba. In quella occasione, Mancini ha il compito di segnare, ogni giorno, l’orario di passaggio del battaglione Bozen sotto casa loro, in piazza di Spagna. Pur non conoscendo lo scopo di quella richiesta: “Ho saputo a fine guerra quello che era avvenuto dopo”. Poi Borghesi viene ricercato per il fallito attentato a Vittorio Mussolini, secondogenito del Duce, e il 7 aprile viene portato a Regina Coeli, da dove però riesce a evadere. Per rappresaglia, i tedeschi arrestano tutta la sua famiglia e incarcerano Iole, che viene portata in via Tasso, sede della Gestapo, e interrogata dal comandante delle SS, Erich Priebke (il boia delle Fosse Ardeatine) per sapere dove si trova il marito. Iole non lo tradirà mai: “Furono interrogatori da sfinire, ma ho resistito fino alla fine. Sapevo dove si trovava Ernesto, lo aveva nascosto mio padre. Ma se avessi parlato, sarebbe stata la fine della mia famiglia”. Ultracentenaria, la donna ha portato la sua testimonianza nelle scuole fino all’ultimo. La sua storia è stata raccontata nel volume Un amore partigiano (Feltrinelli) scritto con il giornalista Concetto Vecchio» [Cds]. Medaglia d’argento al valore militare, Mancini è scomparsa ieri, nella sua città, a 104 anni.