Anteprima, 6 dicembre 2024
Tags : Paolo Pillitteri
Biografia di Paolo Pillitteri
Paolo Pillitteri (1940-2024), politico varesino. «Importante esponente del Partito Socialista Italiano tra gli anni Ottanta e nei primi anni Novanta e sindaco di Milano dal dicembre 1986 al gennaio del 1992. Ad annunciarlo, sui social, è il figlio Stefano: “Mio padre Paolo Pillitteri ha scelto il giorno del suo 84esimo compleanno per salutarci per sempre. Ha avuto un’esistenza assai ricca, nel bene e nel male. Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno (anche se poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzione giudiziaria). Ma ciò che ancora più conta è che resta e resterà nel cuore di tante persone”. Di origine siciliana, dopo aver svolto da giovane l’attività di giornalista e critico cinematografico, divenne figura di rilievo del Psi negli anni Ottanta e Novanta. Fu sindaco socialista del capoluogo lombardo negli anni della ‘Milano da bere’, all’apice del craxismo e dei governi a guida socialista. Del segretario Psi, Bettino Craxi, Pillitteri era il cognato, avendo sposato Rosilde, sorella dell’allora leader socialista, scomparsa nel 2017 dopo 52 anni di matrimonio e due figli. Nel 2022 si era risposato con la giornalista Cinzia Gelati. “L’unico vero contrasto tra noi riguarda la fede calcistica. Lui interista da sempre, io juventina”» [Foglio]. «“La Milano anni ’80 – prosegue Pillitteri – era sorridente, positiva, era veramente la ‘Milano da bere’. Una città che non ti regalava niente ma ti metteva nella condizione di realizzare i tuoi sogni. Dopo il trauma degli anni di piombo finalmente si poteva uscire la sera, le claire dei negozi erano sempre sollevate, c’era un benessere diffuso. In quegli anni esplose il fenomeno rivoluzionario della tv privata, che ruppe uno schema anche nel cinema di qualità, introducendo un altro modo di guardare alle cose e di farle proprie”. Fu in quel periodo che nel pantheon delle divinità cittadine s’impose una nuova dea: la Moda. E la mente torna a Giorgio Armani, indaffarato dietro la vetrina del suo negozio in via Manzoni. “Puntare sulla moda è stata una grande scommessa vinta. ‘Pilli ha in testa solo le modelle’ ripetevano a pappagallo i miei detrattori. Ma la moda non è il suo riflesso glitterato e visibile bensì ciò che c’è dietro. La grande industria del tessuto, dell’artigianato, del design. L’indotto. Chi mi criticava era vittima della stessa visione superficiale che imputava erroneamente a me. Li ho sconfitti con la triade Armani, Naomi e Versace. In definitiva, la Milano anni ’80 era un grande contenitore dove tutti questi ingredienti sono stati messi a bollire, ma a una temperatura che non scottava. Sotto la Madonnina c’era spazio per tutti, non c’era invidia né odio”. […] “Negli anni ’60 a muovermi era un amore smisurato per il cinema, giravo sempre per Milano con la mia cinepresa da 16 millimetri. Un giorno il mio amico Carlo Tognoli (sindaco di Milano dal 1976 al 1986, nda) mi dice: ‘devi conoscere Craxi’. Prima di entrare nella grande storia da statista e presidente del Consiglio, Bettino ha fatto un lungo percorso dentro le istituzioni. All’epoca – erano gli anni ’60, per l’appunto – era assessore alla Cultura del Comune di Milano. Un giorno mi presento davanti al suo ufficio. Dopo un po’ di anticamera la porta si apre di colpo e viene fuori un ormone alto, imponente. Era Bettino Craxi. Mi squadrò con due occhi gelidi: ‘Chi sei?’. Ero senza parole. ‘Sono Pillitteri’ replicai timidamente. ‘E cosa fai?’. Gli risposi in maniera spavalda: ‘Voglio fare il regista. Per me il cinema è tutto’. ‘Non capisci un cazzo – ribatté immediatamente –. La politica è tutto’. Poi se ne andò via, sbattendo la porta”. Aveva ragione lui? “Sì, la politica è tutto. Ma se Bettino avesse potuto vedere quella di oggi, probabilmente non la penserebbe più in questo modo”» [Cappelli, 2022, Foglio].
[Il ricordo di Mattia Feltri in Terza Pagina]