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 2024  dicembre 07 Sabato calendario

Biografia di Eugenio Maccari

Eugenio Maccari (1938-2024). Politico torinese. «Aveva 86 anni, si è spento l’altra sera all’ospedale di Pinerolo dopo una lunga malattia. Da sindaco di Pramollo ha iniziato la sua carriera politica: una parabola dal Federalismo europeo, ai Radicali, fino al Psi. Fu membro della Giunta dell’Uncem, presidente della Comunità montana delle Valli Chisone e Germanasca e dal 1980 al 1985 presidente della Provincia. Nel 1985 fu eletto per la prima volta consigliere regionale e divenne prima assessore all’Ambiente e poi alla Sanità. Riconfermato nel 1990, dovette lasciare i suoi incarichi tre anni dopo, travolto dalle inchieste di Tangentopoli. Lo ricorda la nipote Luisa Maccari: “Era uno zio speciale, sempre allegro e con mille progetti in testa. Per me è stato come un secondo papà. I miei erano molto occupati con il lavoro in farmacia e si spostavano poco e lui mi portava sempre nei suoi tour politici”. E aggiunge: “Era sposato con la politica, un amore, una passione che l’ha sempre accompagnato come una moglie e certamente ha sofferto molto quando come assessore alla Sanità della Regione Piemonte era stato travolto dall’inchiesta giudiziaria. In una lettera aveva scritto che lui era morto politicamente con quella vicenda”. Ma il suo impegno sociale era continuato negli anni, fino a portarlo all’adesione all’associazione Luca Coscioni, che promuove la libertà di ricerca e le scelte da adottare nel fine vita. Commosso dalla sua morte lo ricorda il sindaco di Pramollo, Renzo Costantin: “Lo scorso anno gli abbiamo conferito la cittadinanza onoraria, per ricordare tutte le opere che aveva fatto da sindaco, e fra queste le strade che collegano oggi le borgate. Eugenio aveva apprezzato questo riconoscimento, per noi è stato un motivo di orgoglio averlo avuto come primo cittadino”. Lunedì mattina alle 11,45 si svolgeranno i funerali. “Era ateo, ci sarà una cerimonia nel tempio crematorio di Piscina – conclude la nipote – era uno spirito allegro. Ha chiesto che per l’ultimo saluto ci siano le note del Bolero di Ravel e poi vorrebbe che le ceneri venissero sparse sulle montagne fra il Gran Truc e Pramollo”» [Giaimo, Sta].