Anteprima, 19 dicembre 2024
Tags : Rik Van Looy
Biografia di Rik Van Looy
Rik Van Looy (1933-2024), ciclista belga. «Era l’Imperatore di Herentals. Ha vinto quasi come Merckx, è stato uno dei più grandi di sempre. Rik Van Looy è morto dopo una breve malattia due giorni prima di compiere 91 anni, nel giorno del compleanno dell’amata Nini, la moglie scomparsa nel 2021. A Herentals, una sorta di Betlemme del ciclismo belga, c’è una statua alta tre metri in memoria del primo dei soli tre vincitori di tutte le cinque Classiche monumento, dell’unico però ad aver unito a Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia anche le altre tre Classiche “originali”: Freccia Vallone, Parigi-Bruxelles e Parigi-Tours, una delle pochissime corse mai azzannate dal Cannibale, né da Roger De Vlaeminck. Uomo veloce, da pavé, lingua sciolta, una bellezza hollywoodiana e uno stuolo di gregari, la leggendaria “Guardia rossa”, pronto a sacrificarsi per lui e a costruire un “treno” per la sua imperiosa volata in progressione, anche 500 metri tutti d’un fiato, con una potenza mai vista fino ad allora. Così Van Looy arrivò a sfiorare le quattrocento vittorie vestendo soprattutto la maglia della Faema. Le sgroppate sul lago di Garda per preparare la stagione e le Sei giorni d’inverno in pista ne fecero un precursore della preparazione scientifica. Dopo la carriera contribuì a mettere la sua esperienza al servizio della Vlaamse Wielerschool, la leggendaria scuola di ciclismo fiamminga per giovani talenti, proprio a Herentals. “Batterlo non era come battere un altro corridore: la sua forza di volontà e la sua determinazione resteranno sempre con me” ha detto Eddy Merckx. Non vinse mai corse a tappe, ma realizzò una doppietta ai Mondiali: nel 1960 al Sachsenring (su Darrigade e Cerami), nel 1961 a Berna, battendo Defilippis e Poulidor. Per la possibile tripletta, nel 1963, convocò tutti i suoi tifosi a Ronse. Un paese intero si fermò nel momento della volata. Il resto della storia lo raccontò anni fa l’altro protagonista di quella giornata, l’altro fiammingo Benoni Beheyt: “Non volevo batterlo, non volevo vincere. Ero lì per aiutarlo”. Beheyt tirò la volata, ma non riuscì a frenare in tempo per far vincere il capitano. Nella foto del traguardo, Van Looy ha la mano dell’altro sulla schiena, ma la spinta non arrivò e non fu sufficiente. Gliela giurò. Condannato a una sorta di Caina sportiva, Beheyt dovette ritirarsi a 28 anni, divorato dal potere dell’altro, che gli fece terra bruciata attorno e non gli rivolse a lungo la parola. Beheyt, che oggi ha 84 anni, aprì un negozio di bici, fece il poliziotto e finì anche per uccidere un figlio mentre si esercitava con una pistola. Van Looy continuò a troneggiare sul ciclismo da Herentals, invece, e a vivere l’era Merckx con la certezza di esserne stato padre nobile e precursore» [Cito, Rep].