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 2024  dicembre 12 Giovedì calendario

Biografia di Mario Tozzi

Mario Tozzi, nato a Roma il 13 dicembre 1959 (65 anni). Geologo. Divulgatore scientifico. Presentatore televisivo. Debuttò sul piccolo schermo a Geo&Geo (Rai 3, 1996-2004). Ha poi condotto, tra le altre cose, i programmi Gaia – Il pianeta che vive (Rai 3, 2001-06), Terzo pianeta Rai 3, 2007-08), La gaia scienza (La7, 2009-10), Tellus (Radio 2, 2011-12), Atlantide (La7, 2012-13), Fuori luogo (Rai 1, 2014-17), Sapiens (Rai 3, dal 2019) • Editorialista de La Stampa, ha scritto sulla rivista L’Indice e sul National Geographic • Già presidente dell’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano, su nomina dell’allora ministro Alfonso Pecoraro Scanio • «È considerato la voce della coscienza italiana sui temi del cambiamento climatico. I suoi interventi sul global warming attirano l’attenzione per la passione con cui vengono pronunciati» (Lara Loreti, Rep 1/3/2024) • «Un tipo serio, ricercatore del Cnr, molto appassionato sui temi ambientali, di bella presenza. Quasi perfetto. Ma ha anche, Tozzi, un ritmo e un approccio televisivo che ogni tanto lo inducono a calarsi un po’ troppo nell’enfasi che bisogna usare in tv per farsi notare» (Antonio Dipollina) • «Tozzi è prima di tutto un ideologo, un po’ come Luca Mercalli di Che tempo che fa. Se possibile un po’ di più […] la sua Gaia scienza si è aperta con un comizietto demagogico su come si spendono i soldi nel mondo: armi, cosmesi, spese voluttuarie (in questo computo non vengono mai conteggiate le spese per i conduttori televisivi), a scapito della fame nel mondo» (Aldo Grasso, Cds 1/7/2010) • Famoso per il martelletto da geologo, che si porta dietro in tutte le trasmissioni • Vegetariano convinto, «per amore degli animali e della mia salute» • Non guida l’auto, in città gira solo a piedi o in motorino • Fiero di non avere mai indossato la cravatta • Non sa cosa siano i locali notturni, va raramente al cinema o al ristorante. Di solito, alle 23 è già a letto • Antipatico a molti. Lo definiscono egoista, egocentrico e polemico. «Mi faccio parecchi nemici, ma sono in grado di chiedere subito scusa appena mi accorgo di avere sbagliato» • Oggi mette in guardia la gente contro il rischio della «sesta estinzione di massa». È impegnatissimo nella battaglia mediatica contro i negazionisti climatici. Non sopporta che, in televisione, ogni volta che lo invitano, chiamano anche uno scettico a fargli da contraltare. In quei casi, ne fa tranquillamente a meno. Rimane a casa propria e sbuffa: «Questo è il solito Paese, incrollabilmente crociano: la scienza non è cultura, guai».
Titoli di testa «Sono sempre stato un intrattenitore. Quando si andava con gli altri ragazzini in campagna, inventavo storie come quella sulla rana Margherita: avevo convinto tutti che ogni volta che tornavamo lì, la rana era sempre la stessa» (Solange Savanne, TV Sorrisi e Canzoni 24/4/2021).
Vita Il padre, Alfonso Tozzi, dirigente del ministero del Tesoro dal passato avventuroso. «Era corriere diplomatico italiano con i paesi dell’Est». Una sorta di agente segreto, insomma. «Se ne può parlare perché è trascorso moltissimo tempo» • La madre, Marilena, ex assistente sociale e poi impiegata. «Mamma reinseriva i malati di tubercolosi nel mondo del lavoro. Da lei ho preso il lato empatico» • Una sorella più piccola, Cristina, oggi insegnante di chimica • Il piccolo Mario, chiuso in una stanza al buio su consiglio dei medici perché era un bambino «troppo stimolato», iperattivo al limite della sopportazione familiare. «“Succedeva quando avevo appena quattro anni e, ovviamente, mi è rimasta la paura del buio. In realtà ero un bimbo vivace e particolare che, grazie alle zie Valeria e Maria Grazia, ha imparato prestissimo a leggere e a scrivere. A tre anni, per dirne una, ho scritto alla mamma il biglietto “Scusa se ho rotto la lavatrice”: l’avevo smontata con una chiave inglese» • La piccola Cristina in costante pericolo di vita («Mi capitava spesso di spingerla giù dalle scale») per colpa del fratello maggiore, che frequenta le elementari con il metodo Montessori («Comunque mi è servito per imparare a cucire e a cucinare»). Alle medie, scuola pubblica e abbonamento al 5 in condotta («C’era anche lo zampino dei preti della parrocchia, che riferivano ai professori il mio vezzo di schiacciare uova sode nel confessionale»). Mario, all’epoca grasso e timido, ha però bei voti e già gli piace seguire nelle sue escursioni lo zio Biagio, geologo. «Fin da piccolo desideravo avere a che fare con le pietre. Ho una foto di me a 6 anni con mia sorella davanti a una grotta. Mi preparavo a entrare per scoprire da dove venivano le rocce. Mi interessava sapere com’era fatto il posto in cui vivevamo e la geologia lo spiega. Volevo stare nella natura e mi piaceva scrivere, disegnare e raccontare per immagini. A 10 anni lo facevo creando storie a fumetti» (Savanne, cit.) • Maturità classica, al liceo sogna di diventare filosofo. Pensa di iscriversi a lettere, poi opta per geologia, si laurea con 110 e lode. «Volevo insegnare all’università e l’ho fatto, ho un dottorato di ricerca a Parigi e sono diventato primo ricercatore del Cnr, anche se ora mi occupo più di comunicazione che di studio». Nel 1996 ha iniziato a collaborare a Geo & Geo: com’è finito in tv? «Avevano comprato una tonnellata di documentari, tra cui 60 su temi geologici, ma non avevano chi li commentasse. Un collega etologo, che commentava quelli sugli animali, mi ha portato dagli autori del programma e ho iniziato a spiegare loro cosa dire. Così mi hanno detto di farlo direttamente io. Sono stati i primi anni di palestra». Il salto arriva nel 2001 quando inizia a condurre Gaia - Il pianeta che vive. «Allora ero inviato di King Kong, condotto da Licia Colò. Agli autori era piaciuto quello che facevo e mi proposero di fare una puntata zero di un programma tipo King Kong ma tutto girato sul territorio per documentare cose molto diverse, accomunate però dalla storia della Terra. Provammo ed ebbe un ascolto rilevante con il 15% di share. Da allora cominciò Gaia». Le telecamere la intimidivano? «No, non mi emoziono: mi piace il contatto con il pubblico e non ho mai provato imbarazzo. Mai, neanche agli esami all’università. Sono emotivo in amore, nel lavoro no». Insomma, nessuna difficoltà a condurre per la prima volta? «No, anche perché avevo alle spalle 150 documentari sull’Italia, realizzati solo per l’estero tra il 1998 e il 2000 dalla casa di produzione di Licia Colò per Rai International, allora diretta da Renzo Arbore. Con me c’era anche Ilaria D’Amico. Renzo mi disse: “Vediamo se sai fare un documentario”. Così andai a Foggia, dove è nato lui, e ne feci uno che gli piacque molto. Fu un’esperienza molto importante. Con Arbore ci sentiamo ancora. Dice sempre che gli piace il mio lavoro» (Savanne, cit.).
Amori È stato sposato con una collega geologa, tale Antonella, conosciuta all’università, ma hanno divorziato • Un figlio, di cui si sa pochissimo • Ha dichiarato di avere all’attivo un considerevole numero di storie sentimentali («Forse per insicurezza, per il mio continuo bisogno di ricevere conferme») • Si considera romantico «da cose memorabili», roba da decidere da un momento all’altro di prendere magari un aereo per sorprendere l’amata lontana. Il suo tipo ideale? Formosa, un po’ sfuggente e soprattutto determinata. «Anche al punto - aggiunge ridendo - di mollarti un paio di ceffoni» • Nel settembre 2013, intervistato alla Zanzara: «Preferisco il cunnilingus rispetto alla fellatio, perché è un atto di amore, l’apoteosi della dedizione, una dedizione quasi servile. La fellatio non mi appassiona particolarmente anche perché non ci sono così tante donne abili a farla. Io ne avrò conosciuta una sola veramente brava, eppure posso dire che ho frequentato un bel po’ di donne. Del resto anche nel cunnilingus ci vuole abilità e io mi ritengo abile, anzi le donne che ho frequentato mi hanno detto che ci so fare».
Politica Ha detto di ammirare i ragazzi che si mostrano nudi per la strada o imbrattano le opere d’arte. «Sono informati, al contrario di quanto qualcuno vuole farci credere. Mostrano agli adulti la loro colpevole inazione e agli adulti non piace avere il dito puntato contro». Ammette però che «le proteste andrebbero calibrate, perché un conto è gettare carbone vegetale in una fontana, un altro è imbrattare una superficie porosa come i muri di Palazzo Pitti» (Savanne, cit.).
Religione Scrive Aldo Grasso: «Tozzi è uno che di quei personaggi cui Nietzsche riserverebbe le sue frustrate aforistiche, se mai potesse leggere il manifesto de La gaia scienza (intesa come trasmissione), stilato dal ricercatore del Cnr (“Siamo cariche elettriche vaganti sull’orlo dell’abisso”, “Non esistono prove scientifiche dell’esistenza di Dio”, “Niente preti né politici”, etc.)» (cit.).
Vizi Nel suo libro Tecnobarocco (Einaudi, 2015) spiega che «per tagliare le emissioni dobbiamo ripudiare inutili orpelli tecnologici», tra cui la carta igienica, «a favore di soluzioni più naturali: pulirsi con la “mano nuda”» (Foglio, 27/9/2024).
Curiosità Cavaliere della Repubblica • Gli è stato intitolato un asteroide, l’11328 Mariotozzi • Tendenza alla pinguedine, va a correre per tenersi in forma • Ha sempre desiderato un fisico più atletico e muscoloso • Adduce quattro ragioni a chi gli chiede il perché della sua scelta di rinunciare alla carne: «La prima è ambientale, perché allevare carne in maniera intensiva fa pagare un durissimo prezzo all’ambiente in termini di inquinamento e impatto sul pianeta. La seconda è di natura salutistica, perché mangiare carne rossa grasse fa male: meno ne mangi, meglio stai. La terza riguarda l’etica, visto che la sofferenza degli altri esseri viventi mi disturba profondamente. E infine, la quarta è una ragiona paleoantropologica. I nostri antenati non erano carnivori, e noi abbiamo un intestino di nove metri e canini piccolissimi che non ci permetterebbero di mangiare carne se non cotta» • Giura di essere particolarmente bravo nella preparazione dei sughi. Il suo cavallo di battaglia è quello con pomodori pachino, mozzarella e basilico • Va pazzo per la crema di mascarpone sul pandoro e per i dolci alle castagne • Vive in un quartiere popolar - chic di Roma, in un appartamento con il parquet di ciliegio e le pareti azzurrine. Nessun lampadario, solo luci soffuse. Una marea di libri, per cui non bada a spese • Non si guarda volentieri allo specchio. «Diciamo pure che ne ho orrore» • Da anni usa un profumo «agli agrumi del Portogallo» • Gli armadi di Mario (niente fuori posto, è un maniaco dell’ordine) sono un trionfo di abiti super casual, di pantaloni comodi con mille tasche («In realtà mi vesto come capita»). E potrebbe quasi aprire un negozio di borse, borsoni, zaini e zainetti («Sono molto graditi, utili per il lavoro e me li regala mio padre») • Adora i gatti • Quando si sente più frustrato da ambientalista? «Quando devo parlare con chi nega la realtà, ma anche con chi avrebbe la possibilità di prendere delle decisioni politiche e non lo fa […]» Con questi presupposti, come giudica i grandi consessi internazionali come le Cop? «Molto male. Durano due settimane, la prima la passano a dire quanto è grave la situazione e la seconda a posticipare di 50 anni misure che sono già in ritardo. Gli scienziati non fanno che ribadire la necessità di abbattere le emissioni climalteranti e nelle Cop non si prende una decisione tempestiva che è una, solo fuffa» (Savanne, cit.) • «Quando produrremo Barolo a Stoccolma forse ci renderemo conto del disastro climatico» • È intervenuto sulla questione degli orsi in Trentino dicendo che «in nessun caso è giustificabile la pena capitale» e accusando la politica locale. «In Trentino continuano a ignorare questo e altri semplici concetti, puntando, nello stesso tempo, su un turismo verde che si è irrimediabilmente macchiato di sangue: non ci si deve meravigliare se qualcuno inizia a depennarlo dalle destinazioni di vacanza» • Roberto Di Salvo, economista bancario, suo amico da una vita, di lui dice: «Con un aggettivo lo definirei “straripante”. Poi è intraprendente e intellettualmente vivace proprio per esorcizzare le paure del futuro. Il suo difetto più grande? Il naso. Ma sembra proprio che le donne non ci facciano caso» • Lui si schermisce: «Ormai ho passato i sessant’anni anni, la mia vita privata non è interessante. Sono stato sposato, ho divorziato e ho un figlio diciassettenne che vuole fare l’attore comico. Sì, lo so, ho fatto tutto un po’ in ritardo» (Savanne, cit.) • Dice di avere anche un lato triste e cupo. «Sono dominato dal pensiero della morte, insomma non riesco davvero a rassegnarmi che tutto debba finire» • Nel 2010, accusò in diretta tivù Chicco Testa, ex deputato del Pci e dirigente di Rothschild Italia, di difendere le ragioni del nucleare solo perché mosso dal vile denaro. Quello reagì energicamente: «Non ti permettere di dire che ci guadagno dei soldi, perché ti spacco la faccia» (Giorgio Meletti, Fatto 3/5/2016).
Titoli di coda Quando gli hanno detto che in televisione le corna funzionano, si è chiesto: «Ma io come le abbino le corna alla deriva dei continenti?» (Mess).