14 dicembre 2024
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Biografia di Luca Sofri
Luca Sofri, nato a Massa Carrara il 15 dicembre 1964 (60 anni). Blogger e giornalista della carta stampata. Ha fondato il quotidiano online Il Post, di cui è direttore. In passato ha curato una rubrica dedicata a eBay su Internazionale, e ha scritto per Il Foglio, l’Unità, GQ, Panorama, Diario, Wired, Vanity Fair e La Gazzetta dello Sport, ha lavorato a Lavoce.info e a Radio24. «È il papà dei blogger italiani» [Sacchi, Giornale 1/2/2002].
Titoli di testa: «Sono arrivato nelle redazioni in un momento in cui stava già succedendo tutto su internet ma lì non se ne era accorto nessuno».
Vita Figlio di Adriano Sofri e Alessandra Peretti. Il padre negli anni Settanta è stato un leader di Lotta Continua, dalla politica è passato al giornalismo e all’attività intellettuale, diventando una delle firme più apprezzate nel panorama giornalistico italiano, fino all’inchiesta sull’omicidio del commissario Calabresi, che portò al suo arresto, alla condanna in via definitiva e alla detenzione. Oggi, scontata la pena, è tornato all’attività giornalistica. Di lui il figlio parla con grande ammirazione professionale: «Fatte le dovute proporzioni, anch’io faccio le stesse cose che fa mio padre» • Ha un fratello di un anno più piccolo, Nicola • «Mio padre prima di tutto ha guidato un movimento di grandissimi entusiasmi e partecipazioni e tutto questo ricadeva su me e mio fratello […] spesso venivamo mollati al primo che passava di Lotta Continua che ci portava in mezzo a degli scontri con la polizia e dei lacrimogeni. Per noi era molto eccitante però diciamo che non sono sicuro fosse il modo migliore di baby-sitteraggio» [Grandi Linee, Breakingitaly.it 15.3.2023] • «Però non esageriamo – aggiunge oggi -, eravamo una famiglia solida: vivevo con la mamma e mio fratello nella tranquilla Toscana e solo qualche volta accompagnavamo papà e ci trovavamo in situazioni così» • Maturità scientifica al Liceo Buonarroti di Pisa, un liceo sperimentale dove, lui stesso racconta, non si studiava il latino: «Era il secondo liceo scientifico periferico di Pisa, i miei genitori insegnanti erano un’eccezione: i miei migliori amici avevano padri che lavoravano alla Piaggio o facevano il rappresentante di medicinali, e madri che cucinavano in un ristorante o facevano le casalinghe» [Luca Sofri, Wittgenstein, 23 agosto 2015] . Della famiglia – di insegnanti, letterati, giornalisti – dice: «Mi hanno dissuaso da iscrivermi a Lettere perché lo ritenevano sventato da un punto di vista professionale». Qualcuno ha scritto che hai studiato a Berkley: «Magari, ma tu lascialo» sorride • Si laurea in architettura nel 1992 all’Università di Firenze. • «Ho avuto, in tempi ancora fortunati dell’informazione e delle aziende giornalistiche, contatti e accessi per proporre delle cose, è cominciato da lì, scrivendo occasionalmente da Pisa per Il Diario di Enrico Deaglio e per Il Foglio di Giuliano Ferrara» spiega in un’intervista a Breakingitaly.it. «Poi venni a Milano e feci il giro delle redazioni … Marie Claire … Mi ricordo una affettuosa capo redattrice che si degnò di darmi udienza e si disse desolata, abbiamo bisogno di qualcuno che ci racconti cosa succede fuori … poi ho lavorato un anno e mezzo a Segrate» • I suoi primi passi muovono dal web: «La velocità che avevo io di trovare le notizie o le informazioni online su cose sulle quali, tra l’altro, ero ignorante come una capra in confronto a persone che nelle redazioni erano molto più colte di me, è diventata un grande vantaggio […] Mi sono reso conto che avevo una capacità di proporre idee assolutamente superiore rispetto a persone con qualità ed esperienze giornalistiche superiori alle mie. Questo mi ha consentito di trovare molte collaborazioni e di costruirmi quella che definisco una carriera di “free lance privilegiato”» • Sofri: «Trascrive ovunque le sue parole d’accesso: “Senza ritegno: nel computer, sulla carta, sulle mani. Le dimentico continuamente e mi tornano indietro via mail, sono un grandissimo cliccatore del comando ‘Hai dimenticato la password?’” Solo la prima password non si scorda mai? “Nonostante siano passati più di 15 anni: era Manhattan, il mio film preferito”» [Fabio Cutri, Cds 9/10/2009] • Ogni tanto le vicende della famiglia Sofri rispuntano. Dagospia racconta delle proteste di Caterina Ginzburg, la ex portavoce di Botteghe Oscure nonché moglie di Mario Calabresi, il giornalista figlio del commissario ucciso: chiese alla direttrice dell’Unità, Concita De Gregorio, di non vedere affiancata la propria rubrica a quella di Luca Sofri, allora appartenente al direttivo del Pd: «Insieme sì su L’Unità, ma non nella stessa pagina per favore» fu il commento della testata [Dago 2008] • Il web e i figli: «”In fondo è un discorso molto simile a quello già fatto per la tv, no? Quando si diceva che va guardata con i figli, discussa con loro... Il punto è che poi, per come sono diventate le nostre vite, non siamo in grado di farlo”, esordisce Luca Sofri, blogger e fondatore del Il Post, ma anche papà di Emilia (oggi 21 anni, ndc) avuta con Daria Bignardi. “Sono molto critico sulla costruttività dell’uso di Facebook da parte dei più piccoli […] Facebook riproduce semplicemente, su un computer, cose che si fanno nella vita reale. E che tali dovrebbero restare”» [Jacomella, Cds, febbraio 2011] • «Perché prima Daria ha messo in relazione Di Battista e il fascismo. Poi ha fatto entrare Augias e gli ha fatto dire che i nostri militanti hanno atteggiamenti squadristi. Uno schema chiaro. Al quale suo marito, Luca Sofri, non è estraneo. Nella pausa pubblicitaria le suggeriva all’orecchio le cose da dire. Il punto è che non aveva alcun interesse alla verità, ma più semplicemente a restituire uno stereotipo che fosse in sintonia con le idee della sua parte politica» [Rocco Casalino alla Stampa febbraio 2014] • «Arriva Daria Bignardi a RaiTre e Luca Sofri viene promosso a valletto di camera di Luca Lotti». [Foglio 20 febbraio 2016] • «I maligni sostengono che la signora, già conduttrice delle prime due edizioni del Grande Fratello (per gli incarichi dirigenziali il curriculum aiuta), sia stata paracadutata a Viale Mazzini per grazia (del premier) ricevuta. “Non c’entra con il fatto che i figli miei e quelli del direttore generale frequentano lo stesso liceo”, ha reagito lei. Excusatio non petita. Merita il complimento che il signor Bignardi, alias Luca Sofri, riservò a Matteo Renzi nei corridoi di La7 dopo un’intervista genuflessa della moglie: “Ciao, capo! Ottima, ottima!”» [Lorenzetto, L’Arena agosto 2016] • «Sei anni fa Luca Sofri raccontò un concerto all’Arena di Verona per il quarantennale di Sotto il segno dei Pesci. È la cronaca di uno che non possiamo pensare non sappia stare sul palco […] uno che borbotti noncurante della telegenia mentre è su un palcoscenico davanti a chissà quanti telefoni accesi, uno così è uno che mi sta simpatico» [Guia Soncini, Linkiesta agosto 2024].
Il Post Nel 2010 Sofri fonda Il Post, una testata on line divenuta un punto di riferimento, pur tra mille difficoltà e contrasti, tra ammiratori e detrattori • «Sono molto contento dei risultati ottenuti sia in termini di crescita di traffico, numeri, eccetera, sia in termini di ragioni per cui avevamo fatto Il Post. La selezione, l’aggregazione e la riproposizione dei contenuti altrui come la intendiamo noi genera maggiore attenzione rispetto ai contenuti stessi e maggiore promozione per chi li produce» • «Cinque raccontatori di notizie reclutati sul Web, una decina di blogger e un direttore particolarmente conosciuto in Rete. Luca Sofri, che dirige da oggi un nuovo giornale online, Il Post (www.ilpost.it), un ibrido tra un blog, un aggregatore di notizie e un normale quotidiano web. In America questo tipo di prodotto ha avuto un incredibile successo [...] “Si parla tanto della polemica di Murdoch con Google e il riutilizzo delle notizie – spiega il giornalista – ma spesso sono gli stessi grandi giornali a scrivere su lavori fatti da altri. Io ritengo, invece, che il ruolo di chi sceglie le notizie da proporre a un lettore sia altrettanto importante: tra chi legge e chi scrive si deve costruire un rapporto di complicità che oggi è completamente perduto. Gli unici due giornali che hanno mantenuto un rapporto fiduciario con i lettori, a oggi, sono l’Internazionale e il Foglio” [Pompili, Foglio aprile 2010] • Pietrangelo Buttafuoco scrive che il Post è «il sito internet dei tempi nuovi che sta al renzismo come Publitalia agli albori della Rivoluzione liberale del dottor Berlusconi» • Il Post chiude il 2023 con ricavi in crescita del 26 per cento e un aumento degli abbonati • «Luca Sofri è antipatico (se ve lo dico io potete crederci) ma sul suo blog ha dimostrato ancora una volta come la moltiplicazione delle informazioni ovvio moltiplichi anche le cazzate» [Facci, Libero marzo 2016] • «Non sono perdonabili le invadenze giornalistiche aggressive nei confronti di nessuno, né persone qualunque, terremotate, né politici in quanto tali, né sindaci, né divi del cinema, né celebrities varie. E invece ce ne sono esempi quotidiani, un vero formato contemporaneo, molestie e linciaggi su cui ci sono estese indulgenze e claques. Chi da oggi si mettesse a infastidire la signora sospettata di “essere Elena Ferrante” in questo genere di modi, non è quindi perdonabile, e più che un giornalista sarebbe un teppista. Ma chi invece ha deciso di indagare con metodi giornalistici [...] non ha fatto niente di riprovevole, e ha fatto esattamente il lavoro del giornalista» [Luca Sofri, Il Post 4/10/2016] • «Salta fuori, da un’accurata inchiesta del Post di Luca Sofri, che buona parte del programma elettorale dei Cinque Stelle è copiato. […] Certo, meglio non copiare. E se si copia, meglio citare» [Mattia Feltri, La Stampa, 8 febbraio 2018]. Questi anni il Post si è arricchito di contenuti: tra i più seguiti la newsletter dedicata alle canzoni, che esce da cinque anni ogni sera dal lunedì al venerdì alle 22.30 assieme al giornale e il trimestrale Cose spiegate bene, la rivista di carta del Post, che è realizzata dalla redazione ed esce quattro volte all’anno.
Libri, on line, tv, radio Nel 2006 ha pubblicato per Rizzoli il suo primo libro intitolato Playlist, una «guida alle 2556 canzoni di cui non potete fare a meno», ristampato in un’edizione aggiornata nel 2008 contenente 2.978 canzoni • Nel 2011 ha pubblicato sempre per Rizzoli il saggio Un grande paese, del 2015 il saggio Notizie che non lo erano, che riprende il titolo di una rubrica su La Gazzetta dello Sport: «È impressionante ma anche deprimente il tasso di cose assolutamente inaffidabili che escono sui giornali» Quello è stato il suo ultimo libro. Del volume Il desiderio di Dio. Chi non vorrebbe che esistesse? (di David Baddiel, ottobre 2024) ha scritto la prefazione • Nel 2002 ha condotto insieme con Giuliano Ferrara la trasmissione di approfondimento su La7 Otto e mezzo. Nel 2005, sempre per La7, ha condotto alcune puntate del programma di approfondimento storico Passato prossimo. Sino alla fine del 2009 ha condotto, insieme con Matteo Bordone, tutti i giorni su Rai Radio 2 il programma radiofonico Condor. Attualmente Sofri dirige per Il Post da lui creato nel 2010. Dal 20 novembre 2000 gestisce un blog intitolato Wittgenstein dove pubblica riflessioni e articoli di cultura generale che dedica ai «filologi del terzo millennio».
Politica «Se per riformista intendete una persona che ritarda le cose per il gusto di rinviarle, io non lo sono. Ma se invece un riformista è qualcuno che pensa ci voglia tempo per un processo pedagogico, meglio se progettato, allora sì. È sciocco chiedere a qualcuno se lo sia, un riformista. Il riformismo è l’unica via: la storia, come la natura, non conosce salti improvvisi. All’infuori di quelli all’indietro, forse» [Luca Sofri, Il Post, 6 aprile 2011] • Sofri ha vissuto solo una breve stagione di impegno politico diretto: «All’epoca della sue segreteria, Veltroni, attorno al 2008-2009, coinvolse alcuni esterni nella Direzione nazionale che era composta da 150 membri tra i quali c’ero anch’io e ci son o rimasto per un anno o poco più» • Con Ivan Scalfarotto nel 2007 fonda iMille, associazione delle giovani teste d’uovo del Pd che è stato fondato il 14 ottobre di quell’anno. La prima assemblea si svolge nel 2008, il movimento chiude nel 2010. Ecco come l’Espresso descriverà anni dopo quella esperienza: «Tra di essi ci sono l’ex candidato outsider alle primarie del 2005 Ivan Scalfarotto, il giornalista e blogger Luca Sofri, l’economista Marco Simoni; a loro si avvicina quasi subito Pippo Civati. Ne nasce un sito Web, chiamato iMille, e – pochi mesi dopo – il gruppo si riunisce a Roma per un evento dal titolo profetico: “La necessità di uccidere il padre”. Curiosa la composizione degli oratori: si va da Civati a Paola Concia, dall’editore Michele Dalai alla filosofa Chiara Lalli, dal futuro ministro Federica Mogherini all’attuale parlamentare montiana Irene Tinagli, da Diego Bianchi (“Zoro”) fino a un altro futuro ministro, Marianna Madia» [Gilioli, Espresso luglio 2014] • Del gruppo iMille poi molti vanno con Renzi, Sofri torna a fare solo il giornalista • «Osservatore attento dell’universo renziano», lo definisce Claudio Cerasa mentre Aldo Cazzullo lo indica come «amico» di Matteo Renzi • Sul referendum renziano: «Invece, annuncia un convinto sì Luca Sofri, del Post. “Sì, ci sono complicazioni e controindicazioni. Ma in questo momento mi sembra più importante provare a cambiare le cose piuttosto che garantire la sopravvivenza di come sono state finora”» [Il Foglio 11/8/2016] • «Hanno vinto i peggiori? [...] Sofri, che è direttore di un sito di buon successo che si rivolge ai disinformati della sinistra esistenziale, ha scritto come da nostra volgare estrapolazione: “Le destre vincono malgrado i loro stessi fallimenti e inadeguatezze. Non sopportano le persone alternative, non sopportano gli altri, i loro candidati, i loro elettori, i loro giornali, i loro propagandisti. O meglio, l’immagine che ne hanno” [...] Insomma: sinché il sistema limbico del cervello rimarrà com’è (e non è cambiato negli ultimi 20 mila anni) questa destra è destinata a vincere”» [Facci, Giornale, novembre 2024].
Amori Sposato dal 2004 al 2018 con Daria Bignardi (conosciuta nella redazione del Grande Fratello) dalla quale ha avuto la figlia Emilia il 27 marzo 2003. La moglie lo ha descritto come un «uomo integro, razionale, lucido. Però tra di noi c’è qualcosa di incandescente che ci fa litigare tantissimo e un territorio di attrazione misterioso: e deve essere lì intorno che sta l’amore» • Il loro rapporto sentimentale si è spesso intrecciato alle rispettive attività professionali. E non sono mancate le polemiche. «Difficile immaginare un momento di passione fra la Bignardi e Luca Sofri» [Fabrizio Corona a Panorama 2007] • «Tuo marito, Luca Sofri, non lo intervisteresti? “Per carità. È capitato qualche volta ma in situazioni protette, come la presentazione di qualche libro”. È vero che litigate come pazzi? “Abbiamo due caratteri particolarmente forti; o particolarmente insicuri, vedi tu”. Si sente in competizione perché tu sei più famosa? “Non essere antipatico tu ora. Comunque tra i giovani lettori di news credo che oggi sia più famoso lui. E poi essere famosi è una iattura, a meno che tu proprio non abbia una vocazione allo spettacolo e un bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione che io non ho”. È la politica che vi fa litigare? “Di politica non parliamo quasi mai. Litighiamo su dove andare in vacanza, su che cosa mangiare. Cose di tutti i giorni”. Tu sei figlia di due missini e sei andata a sposare il figlio di Adriano Sofri: gesto di ribellione? “Ma se mi sono sposata a 40 anni! Mi ero già ribellata da un pezzo”» [Senaldi, Libero dicembre 2016] • Nel 2015 Daria Bignardi scopre di avere un tumore e questo è un capitolo importante nella vita del marito. Nel 2018 «Su “Chi” le prime immagini di Luca Sofri tra le braccia di un’altra donna. [Dago 2 ottobre 2018]. Oggi Luca Sofri ha una compagna: «Stiamo insieme da sei anni, da un po’ di tempo dopo la separazione da Daria. Stiamo bene, non c’è molto altro da dire».
Curiosità Nonostante sia nato in Toscana, Luca Sofri non ha mai bestemmiato in vita sua • Appassionato di serie tv, le scarica di continuo da internet • Per locali con Sofri: «Ho una scarsissimo a sensibilità gastronomica, cerco più che altro luoghi belli, quando possibile, all’aperto. Sono particolarmente affezionato a due locali che rispecchiano questa descrizione: il Living all’Arco della Pace, e Otto in via Paolo Sarpi». Per un appuntamento romantico sceglierebbe pane e salame o, al massimo un ristorante toscano in Sant’Agostino, «quasi un ripostiglio» dove si cucinano piatti lucchesi. Con la figlia va spesso a mangiare sushi. In zona Tortona, dove ha sede il Post ama l’Osteria dei Binari («Siamo praticamente di casa») e frequenta un posto di poke • E Milano? «Ci sono affezionato, ma non ci vado matto. Quelli che dicono che Milano sia bella un po’ se la raccontano. In ogni caso, da quando sono qui ho sempre abitato tra via Savona e Solari, quindi direi che in particolare apprezzo questo quartiere» [www.conoscounposto.com , 25 luglio 2019].
Titoli di coda «Oggi gli sms sono come le candele quando va via la luce» (nel 2024).