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 2025  gennaio 07 Martedì calendario

Chi è suor Simona Brambilla

Aveva già varcato una soglia inedita nell’ottobre 2023 quando era stata nominata segretaria del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Quindici mesi dopo, suor Simona Brambilla ha fatto di nuovo la storia. Papa Francesco l’ha scelta ieri come guida del medesimo dicastero. La prima donna prefetto della Curia. Una decisione, di certo, dirompente dal punto di vista simbolico e concreto. Sono passati cinquant’anni da quando le religiose dell’Unione internazionale delle superiore generali chiesero di essere ascoltate nell’emanazione di norme da parte delle entità vaticane competenti. Il Pontefice l’ha, però, preparata con pazienza e ostinazione nel corso degli ultimi dodici anni. Francesco è sempre stato chiaro sulla necessità di garantire piena cittadinanza al femminile nella Chiesa alla luce della responsabilità di discepole e missionarie data dal Battesimo. Aispirare il Papa non è, dunque, la volontà di cedere alle mode del momento bensì uno dei cardini dell’ecclesiologia del Concilio: la pari dignità di tutti i battezzati e le battezzate. Già in “Evangelii gaudium”, aveva accennato alla possibilità di dare accesso alle donne «lì dove si prendono decisioni importanti, nei diversi ambiti della Chiesa». Lo aveva ripetuto in modo più approfondito nel discorso alla plenaria dell’allora Dicastero della Cultura del 7 febbraio 2015 quando aveva sottolineato «la sfida non più rinviabile» di «offrire spazi alle donne nella vita della Chiesa». È tempo – aveva aggiunto – che le donne «si sentano non ospiti, ma pienamente partecipi dei vari ambiti della vita sociale ed ecclesiale». Concetti più volte ripetuti in varie interviste nelle quali aveva fatto riferimento esplicito alla possibilità di guide femminili ai vertici di organismi vaticani. E sintetizzati nell’eloquente espressione «smaschilizzare la Chiesa», coniata nell’udienza con la Commissione teologica internazionale. Che non si trattava di semplici parole è apparso inequivocabile con la promulgazione, il 19 marzo 2022, della Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium”. Al punto 5 si legge, nero su bianco: «Qualunque fedele può presiedere un dicastero o un organismo, attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di quest’ultimi». Qualunque fedele, senza alcuna distinzione di genere. Appena qualche mese fa, nel colloquio con il settimanaleCredere, Francesco ha preannunciato: «Nella Curia romana ora ci sono diverse donne e ce ne saranno di più, perché fanno meglio di noi uomini in certi incarichi». Chissà se in quel «ce ne saranno di più» pensava già alla nomina a prefetto di suor Brambilla. Quest’ultima di sicuro no. La donna chiamata a fare la storia in Vaticano ha la rara capacità di lavorare in spirito di autentico servizio, tenendo il profilo più basso possibile e senza prendersi troppo sul serio. Quando, in un’intervista di sei mesi fa a La civiltà cattolica, il direttore, Nuno da Silva Concalves, le ha chiesto di parlare di sé, ha risposto: «Simona Brambilla è una creatura; una donna; una peccatrice amata da Dio; una missionaria della Consolata. Direi che queste sono le caratteristiche essenziali che mi qualificano. Il resto, passa». Ad Avvenire ha raccontato, invece, di sentirsi accompagnata da due figure bibliche: Rut, la moabita, e la suocera Noemi e le ha indicate come modello per i consacrati e le consacrate: «Possano le nostre comunità divenire focolari dove il fuoco di brace dell’intimità con Dio e fra noi ci riscaldi e conforti; possa il nostro cammino di ricerca essere percorso insieme; possano la nostra povertà e la nostra vulnerabilità divenire luogo dell’incontro autentico fra noi e col Signore; possano le nostre mani umilmente spigolare i preziosi semi che Dio ha sparso in ogni cuore, in ogni popolo, in ogni cultura; possa la nostra vita divenire grembo che genera, dove Dio ami anche oggi incarnarsi per amare,consolare, salvare»