Libero, 7 gennaio 2025
Il ritorno della bella scrittura
Cacciati fuori dalla porta (soprattutto dalle aule scolastiche) da reietti, impallinati dai social e dalla Rete, si stanno prendendo una sonora rivincita. Il corsivo, la bella calligrafia, la scrittura ricercata a penna e a mano, considerati obsoleti, se non dannosi, nell’era del digitale, ora invece sono state innalzate a rango di risorsa personale, tecnica di rilassamento e di benessere psicofisico, forma d’arte ricercata e ammirata. Il trionfo è totale, se si considera questo dato: TikTok ha visto nel 2024 un incremento del 63 per cento per l’hashtag #calligraphy e gli influencer della scrittura, come la vietnamita Nhuan Dao e la peruviana Paola Gallegos, viaggiano ormai tranquillamente tra i 2 e i 9 milioni di follower. Il ritorno alla penna, alla calligrafia curata sta quindi diventando una moda, esplosa per ironico contrappasso sulle piattaforme digitali.
Altro caso di successo globale è quello dell’influencer canadese Amanda Rach Lee, che, a soli 22 anni d’età, su YouTube insegna a scrivere a mano a due milioni di follower. Quasi senza volerlo, un po’ per gioco e un po’ per passione, ha provato a trasmettere il suo amore per la scrittura agli utenti di internet. Di colpo, è stata sommersa di like. Oggi, oltre al popolo di YouTube, la seguono 700 mila persone su Instagram e 24mila su Twitch, la piattaforma di diretta streaming di Amazon.
E pensare che il corsivo ha rappresentato e rappresenta a tutt’oggi davvero la bestia nera degli studenti. Alcuni Stati [degli Usa] hanno rimosso l’insegnamento del corsivo dalla didattica delle scuole primarie, come in Finlandia, dove gli studenti non fanno più esercizi di calligrafia dal 2016: fino al 2015, infatti, questi erano previsti dal secondo anno delle elementari, con tanto di lezioni in classe e di compiti per casa.
Gli Usa hanno seguito l’esempio dei finlandesi poco tempo dopo, anche se l’argomento è tuttora oggetto di dibattito e di controtendenze, se si considera che in California il ritorno al corsivo per i circa 2,6 milioni di studenti tra i sei e dodici anni, nativi digitali, è da poco diventato legge. Anche in Italia sono tempi amari per il corsivo e la scrittura a mano in generale. Una ricerca dell’Università della Sapienza di Roma del 2023 ha raccolto vari dati sull’utilizzo attuale della scrittura in corsivo nelle scuole primarie italiane. Il risultato, rivelato dopo due anni di monitoraggio, riporta inoltre che in media, uno studente su cinque ha infatti grandi difficoltà nello scrivere in corsivo; il 21,6% dei bambini è a rischio di sviluppare problemi di scrittura; il 10% presenta una scrittura disgrafica; il 5% soffre di disturbi specifici più gravi, come quelli legati della coordinazione motoria e dislessia; dal 5% al 15% soffre di disturbi di apprendimento.
Se da un lato a scuola si piange sull’amaro destino della calligrafia e se ne parla come di una “razza” praticamente estinta, da un altro punto di vista questi ultimi sembrano poter godere di una nuova stagione di rinnovata passione. Lo dimostra il momento positivo che sta vivendo l’Associazione calligrafica italiana. Dal 1991, anno della sua nascita, l’associazione che ha sede a Milano (in via Sebenico, 22) è costantemente cresciuta e promuove, oltre alla calligrafia, le discipline ad essa collegate, come il disegno manuale delle lettere, la miniatura, la rilegatura, il lettering per le insegne e per le incisioni su pietra. È stato persino stilato il Manifesto per la scrittura a mano, definendola prioritaria rispetto alle competenze digitali.
Non solo, l’Associazione organizza il festival “Manu scribere” a Bologna, la cui ultima edizione si è svolta alla fine di settembre: tre giorni di incontri, dibattiti, laboratori e, tra gli altri interventi, quello che ha descritto come nelle scuole in Svezia ci si stia concretamente orientando al ritorno della scrittura sulla carta e con la penna.
Una “variante” dello studio calligrafico può essere considerato il lettering, una vera e propria forma d’arte che consiste nel disegnare le lettere a mano libera. Scorrono sui social artisti e opere che ne stanno diventando trend-setter, anche qui in Italia. Certo, rimane imbattibile la passione artistica per la scrittura che anima i giapponesi. Basta dare un’occhiata alle foto straordinarie arrivo da Tokyo, in occasione del 61° concorso di calligrafia a Tokyo, con cui tradizionalmente si inaugura il nuovo anno e che vede migliaia di persone sfidarsi, per così dire, a colpi di lettere dipinte a mano su carta che si trasforma subitaneamente in piccole, grandi opere d’arte.