Corriere della Sera, 7 gennaio 2025
La grande rissa tra Starmer e Musk
Dalla special relationship alla special confrontation: il rapporto unico che lega la Gran Bretagna agli Usa si sta trasformando in una rissa tutta particolare che vede da una parte Elon Musk e dall’altra il governo laburista di Keir Starmer. Nei giorni scorsi il padrone di Tesla e Space X ha riversato sul suo X una valanga di post in cui ha accusato il premier di Londra di aver «stuprato la Gran Bretagna». Il riferimento è alla vicenda – di oltre 10 anni fa – in cui migliaia di ragazzine bianche vennero circuite e abusate sessualmente per anni da gang di pachistani: le autorità e la polizia, pur al corrente, tardarono a intervenire nel timore di essere accusate di razzismo. All’epoca Starmer era procuratore generale e secondo Musk avrebbe insabbiato il caso. Sono almeno 6 mesi che l’imprenditore interviene a tutto spiano negli affari interni della Gran Bretagna, verso la quale sembra aver sviluppato un’autentica ossessione. Finora il governo di Londra aveva provato a lasciar correre, ma ieri Starmer non è riuscito più a trattenersi: «È stato passato il segno», ha detto il premier emozionato, per poi accusare – pur senza nominare direttamente Musk – «quelli che diffondono menzogne e disinformazione». La reazione è scattata anche perché Musk ha rovesciato un torrente di insulti su Jess Phillips, la ministra per la Tutela delle donne, definita una «strega malvagia» e una «apologeta dello stupro genocida»: Phillips è una delle più fiere paladine delle donne in Gran Bretagna ed è da anni sotto protezione perché oggetto di costanti minacce di morte e stupro. Musk l’ha attaccata perché la ministra ha negato il suo benestare a una nuova inchiesta su quegli abusi sessuali e ieri sera il tycoon ha replicato al premier, affermando che «Starmer è stato profondamente complice negli stupri di massa» e che dovrebbe finire in prigione, arrivando poi a chiedersi se non sia il caso che l’America invada la Gran Bretagna per «liberarla dal suo governo tirannico».
Starmer ha anche stigmatizzato il sostegno di Musk a Tommy Robinson, agitatore fascista ora in galera che il padrone di X sembra ormai preferire allo stesso Nigel Farage, finora il suo referente a Londra. Su questo tema è intervenuto ieri anche il presidente francese Macron, accusando Musk di «sostenere una nuova Internazionale reazionaria» e di immischiarsi nelle elezioni in Germania. Finora il miliardario non ha espresso preferenze sulla scena politica francese, ma in Germania si è schierato con l’ultradestra di AfD, annunciando un livestreaming giovedì su X, con la candidata Alice Weidel, che avrà il faro della Commissione Ue puntato addosso: «La libertà di espressione è al cuore della nostra democrazia e questo vale anche per Musk», ha detto un portavoce annunciando «un’analisi completa». Il governo tedesco mantiene però un atteggiamento rilassato: «Ci comportiamo come se le affermazioni di Musk su X potessero influenzare un Paese di 84 milioni di persone con falsità e mezze verità – ha detto un portavoce —. Ma non è questo il caso».