il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2025
Il filmino di Donald tipo B. & Olgettine
Donald come Silvio. La cena, le luci, le chiacchiere, i marmi, le statue. E poi la fregatura del documentario. Perché a cena mangiano gli ospiti, mentre nel dopocena (direbbe lo psicanalista) a mangiare è solo il Capo, Il Sultano, il Tycoon, chiamatelo come vi pare, che si nutre del proprio narcisismo attraverso lo sguardo (la pazienza, la sudditanza, la pena) degli ospiti. I quali sono obbligati a ammirare le portate del privatissimo pasto, a esclamare: “Ohhh!”, “Ahhh!” a ogni scena e se del caso a battere le mani.
Povera Meloni. Due ore, su cinque di trasferta, inchiodata sui divani di Mar-A-Lago a sorbirsi The Eastman Dilemma che poi sarebbe il resoconto del Grande Complotto contro il popolo, contro la Nazione, contro la Giustizia americana. Colpevoli questa volta non i satanisti di Hillary Clinton e neppure gli haitiani che arrostiscono i cani e i gatti dei vicini di casa. Ma i giudici progressisti che sanzionano gli avvocati dei conservatori, condannano le loro ragioni, puniscono i loro clienti. Mentre concedono ingiusta clemenza alle élite progressiste, gli odiati radical e i loro privilegi. Complotto perfezionato ai danni di Trump (uno a caso) per avergli negato la vittoria elettorale del 2020, determinando il sopruso di Joe Biden, oltre che l’assalto al Campidoglio dei patrioti a loro volta processati, tormentati, condannati. Meno male che sarà Trump (uno a caso) a salvarli tra qualche giorno, tra qualche ora. Quando anche Sleepy Joe avrà sgomberato la stanza ovale.
Silvio buonanima usava le Olgettine. Le schierava sui divani come i peluche, a sorbirsi i documentari dedicati alla sua vita, alle sue ville, ai suoi discorsi, ai suoi 5 mila cactus. Ma era la solita vecchia commedia all’italiana con il finale scontato e scollacciato. Qui siamo in un altro film, recitato nei saloni della nuova America suprematista, che, a fine documentario, allestirà la sua tragedia. E incidentalmente la nostra.