il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2025
Alessandra Todde: “Resto la presidente, soltanto il Consiglio può farmi decadere”
Giura di essere serena, nonostante la bufera: “Paradossalmente questa vicenda ha ricompattato la mia maggioranza. Ho parlato a lungo sia con Giuseppe Conte e con Elly Schlein, i miei consiglieri mi hanno mostrato la loro vicinanza nella riunione di oggi (ieri mattina, ndr) e i tecnici del Pd hanno parlato con i nostri avvocati”. La presidente della Regione Sardegna, la 5 Stelle Alessandra Todde, lo ripete più volte: “Siamo coesi”.
Come si è arrivati a un pasticcio come questo? Ne ha parlato con i responsabili del suo comitato elettorale?
Siamo rimasti tutti molto sorpresi, perché la rendicontazione era disponibile da tempo sul sito del Movimento.
Ma se la Corte d’Appello vi ha mosso dei rilievi…
Abbiamo presentato la documentazione nei termini previsti, poi il collegio regionale di garanzia ci ha mosso alcune osservazioni, a cui alcune settimane fa avevamo replicato con una memoria, depositata dal mio avvocato. Abbiamo risposto nel merito, a nostro avviso in modo assolutamente esaustivo. Abbiamo gli estratti conto e tutta la documentazione necessaria.
Però è arrivata ugualmente l’ordinanza che dichiara la sua decadenza, sulla base di diverse contestazioni. Come se lo spiega?
Non lo so. Sul merito dei fatti sono serena, sulla forma non so, perché non sono un’esperta e a questo provvederanno i professionisti. Detto questo, parliamo di un atto amministrativo. A dichiarare la mia decadenza può essere solo il Consiglio regionale, a seguito di un’istruttoria della giunta delle elezioni. Io resto nel pieno dei miei poteri di presidente, e questo è il punto essenziale.
Ma come è possibile che non abbiate nominato un mandatario per la campagna elettorale? Secondo il collegio, lei era obbligata a farlo.
Sarei stata tenuta ad avere un mandatario se avessi ricevuto contributi esterni sul mio conto corrente e se ne avessi speso oltre una certa soglia. Ma questo non è successo. Ho affidato tutto al mio comitato elettorale, che per legge non risponde al collegio di garanzia ma alla Corte dei conti.
Tra le contestazioni, c’è anche la mancata presentazione di una bolletta di 153 euro per la sede del comitato elettorale.
Chiariremo anche questo. Ma il fatto che una bolletta di questo importo faccia parte dell’ordinanza ci racconta di cosa stiamo parlando.
Avete quantomeno commesso diverse leggerezze, non crede?
Questo si vedrà nelle sedi opportune, cioè presso il giudice ordinario, dove presenteremo ricorso. Ricordo però che, secondo la legge e la giurisprudenza, posso essere dichiarata decaduta solo per non aver presentato la rendicontazione delle spese elettorali nei termini previsti, o per aver ecceduto i limiti di spesa. E nessuna di queste due violazioni mi è stata contestata.
Sta dicendo che il collegio non poteva dichiararla decaduta?
Io rispetto profondamente la magistratura e prendo atto dell’ordinanza. Però la giurisprudenza è chiara sul punto.
Nel frattempo gli atti sono stati trasmessi in Procura di Cagliari. Potrebbero contestarle il reato di falso.
Sarò lieta di confrontarmi con la Procura, spiegando tutto.
Le destre la invitano compatte a lasciare. A parte invertite non avreste fatto lo stesso?
Da destra non possono certo darci lezioni sul tema, in Sardegna come a livello nazionale. Ricordo che c’è un ministro della Repubblica tuttora sotto processo. Provano a delegittimarci perché stiamo lavorando bene.
Todde, lei rimarrà presidente della Sardegna?
Io resto a tutti gli effetti la presidente. Ciò che interessa ai sardi sono la sanità e la legge finanziaria, ed è ciò di cui mi sto occupando e di cui mi occuperò.