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 2025  gennaio 05 Domenica calendario

La destra cinofila dà 460mila euro a Tele-Brambilla

L’Enci, l’Ente nazionale cinofilia italiana, che sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura si occupa di proteggere e catalogare le razze canine, paga quasi 5 mila euro al minuto la trasmissione di Rete 4 Dalla parte degli animali condotta dalla deputata di Noi Moderati, Michela Vittoria Brambilla, già pupilla di Silvio Berlusconi ed ex ministra del Turismo. Oltre 200 mila euro a stagione nel 2021 e nel 2024 in cambio di inserti di pochi minuti riguardanti i temi cari all’ente, stando a quanto ricostruito dalla trasmissione Report di Rai3, nell’inchiesta “Lottizzazione da cani”, a firma di Giulia Innocenzi, che andrà in onda durante la puntata di questa sera. Il servizio di Report ricostruisce anche come da oltre 20 anni l’ente sia in realtà un feudo dell’estrema destra romana (e non solo), “conquistato” ai tempi dell’allora ministro Gianni Alemanno e ancora guidato da esponenti legati a quel mondo.
Partiamo proprio dal caso Brambilla. L’ex ministra, in Parlamento da 16 anni, è nota per le sue battaglie animaliste, sulle quali riuscì a coinvolgere lo stesso Berlusconi quando era fidanzato con Francesca Pascale. “Dai bilanci di Enci – spiega Innocenzi nel servizio – scopriamo che nel 2021 e nel 2024 vengono dati rispettivamente 240 mila e 220 mila euro alla trasmissione della Brambilla per la ‘divulgazione della cultura degli animali di razza’. Praticamente per una tariffa di quasi 5 mila euro al minuto (…) L’anomalia è che la Brambilla conduttrice Mediaset si somma al ruolo di Brambilla deputata, che è anche presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, un organismo che lavora su proposte di legge su tutto ciò che riguarda, appunto, gli animali”.
Brambilla, dopo aver provato più volte a eccepire questioni contrattuali relative al suo rapporto con Mediaset per sfuggire all’intervista, alla fine si giustifica così con Report: “Vorrei ricordare che (Dalla parte degli animalindr) è una trasmissione Mediaset, che io ho solo l’onore di condurre (…) Non è la mia trasmissione (…) I rapporti che Mediaset ha con i vari sponsor, piuttosto che partner, piuttosto che inserzionisti pubblicitari, non sono una cosa che né conosco né controllo”. Tradotto: non è lei che prende i soldi di Enci, ma Mediaset. In realtà, fa notare il servizio, a smentire parzialmente la versione fornita dalla deputata è proprio il presidente di Enci, Dino Muto, che sostiene che la collaborazione sia nata grazie a un incontro fra i due: “Ho incontrato la Brambilla – dice Muto a Report – abbiamo fatto questa programmazione, ma credo che era intervenuto, se non sbaglio, qualche altro che ci ha presentato, ma non mi ricordo. Però noi riteniamo che sia per noi una trasmissione fondamentale”.
Va da sé che le istanze animaliste di cui Brambilla si fa portavoce sembrano antitetiche alle finalità dell’Enci, come dimostra quanto scrive la Leidaa, l’associazione della deputata, sul suo sito: “Perché acquistare cuccioli di razza quando tanti meravigliosi trovatelli attendono una nuova vita nei canili?”. Forse per 200 mila motivi a stagione…
Come detto, l’Enci è anche un feudo della destra. Prima che venisse incarcerato per aver violato le prescrizioni della pena a 22 mesi alla quale era stato condannato in via definitiva dopo il processo Mondo di Mezzo, l’ex ministro Alemanno è stato raggiunto da Report per spiegare alcune assunzioni e consulenze avvenute negli anni in cui era al governo con Berlusconi premier. Come quella di Carlo Fidanza, attuale europarlamentare di Fratelli d’Italia, per qualche anno presidente dell’Osservatorio Cinologico Multidisciplinare. “Era un appassionato cinofilo con esperienze nell’ambito della comunicazione e della promozione di eventi”, lo esalta oggi Alemanno. “Ho un cane, momentaneamente parcheggiato dai miei suoceri e basta, perché?”, ha risposto invece Fidanza quando Innocenzi gli chiedeva “del suo rapporto nel mondo dei cani”. “Fidanza non distingueva un cane da una lucertola”, l’affermazione caustica di Claudio Pierantoni, già sub-commissario proprio all’epoca di Alemanno.
Dall’Enci è passato anche Marcello De Angelis, ex deputato di An, ex esponente di Terza Posizione, condannato in gioventù per banda armata e cognato del terrorista Luigi Ciavardini, quest’ultimo condannato per la strage di Bologna del 1980. All’Enci De Angelis – che è giornalista – dirigeva la rivista I nostri cani. Ancora in sella, poi, dopo oltre 20 anni, c’è il direttore generale dell’Enci, Fabrizio Crivellari. È un esponente di ferro dell’ambientalismo di destra. Nel 2014 scriveva, in riferimento ai suoi anni nella sezione Colle Oppio del Fronte della Gioventù: “La mia bandiera poteva essere di qualunque colore, l’importante è che avesse il cerchio e la croce”. A Report Crivellari dichiara: “Se fosse stata una scelta di lottizzazione rimanevo 21 anni e 12 ministri direttore generale dell’Enci? (…) Se io non sono di sinistra è un suo problema? Se ne faccia una ragione”.