il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2025
Così Macron negò un iraniano agli Usa
Parigi. Nel 2020 il governo di Emmanuel Macron si trovò nella stessa situazione in cui si trova ora il governo di Giorgia Meloni, ovvero decidere se accettare uno scambio di prigionieri con Teheran o estradare negli Usa un ingegnere iraniano, arrestato in Francia in esecuzione di un mandato di cattura emesso dagli Stati Uniti. Macron, a dispetto della decisione della Corte di Cassazione francese che autorizzò l’estradizione, decise di procedere allo scambio, per quanto non fu mai comunicato ufficialmente da Parigi.
Così, dopo circa nove mesi di detenzione in un carcere iraniano, il 20 marzo 2020, Roland Marchal, ricercatore alla facoltà di Sciences Po, esperto del Sahel, è potuto rientrare a Parigi. Lo stesso giorno volava invece verso Teheran l’ingegnere iraniano Jalal Ruhollah-Nejad, che era stato arrestato a Nizza il 2 febbraio 2019, mentre sbarcava all’aeroporto della città. Gli Stati Uniti lo accusavano di aver tentato di esportare tecnologia e materiali sensibili verso l’Iran, in violazione delle sanzioni statunitensi, e ne avevano chiesto l’estradizione.
Il caso francese di Marchal assomiglia molto a quello della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso, e la cui condizione è strettamente legata a quella di Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere iraniano arrestato il 16 dicembre all’aeroporto milanese di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti e accusato, come Ruhollah-Nejad prima, di trafficare in tecnologia bellica. Marchal era stato arrestato il 6 giugno 2019, quindi pochi mesi dopo l’arresto a Nizza di Ruhollah-Nejad, mentre sbarcava all’aeroporto di Teheran per raggiungere la sua compagna, Fariba Adelkhah, antropologa franco-iraniana anche lei a Sciences Po, che era andata in Iran per un progetto di ricerca. Marchal, 63 anni all’epoca, fu trasferito nella prigione di alta sicurezza di Evin, controllata dai Guardiani della Rivoluzione, detenuto in isolamento e accusato di spionaggio. Raccontò più tardi ai media francesi che i pasdaran gli avevano sequestrato il computer, il telefono e i documenti. Che era stato interrogato più volte e che ogni minimo dettaglio della sua vita e del suo lavoro veniva usato per dimostrare che era a capo di una rete di spie francesi in Iran. Raccontò anche che era stato isolato in una cella di tre metri per 1,50, senza neanche un letto, proprio come accade a Sala, e che la luce non veniva mai spenta per impedirgli di dormire. Per tutto il tempo della detenzione, aveva potuto parlare a sua madre e a suo fratello una sola volta e per pochi minuti. Quando capì di essere una merce di scambio, si definì “ostaggio accademico”.
Nel febbraio 2020 un giudice gli comunicò i capi d’accusa per i quali sarebbe stato processato: “propaganda contro il regime” e “collusione per minare la sicurezza nazionale”. Anche la sua compagna, Fariba Adelkhah, era stata arrestata con quegli stessi capi di accusa a causa dei suoi studi sul clero sciita e sulla società iraniana. L’11 marzo 2020, i magistrati della Cassazione francese autorizzarono l’estrazione di Ruhollah-Nejad verso gli Stati Uniti, ma Macron scelse di fare altrimenti. Le autorità iraniane parlarono di “reciproca cooperazione giudiziaria” tra Parigi e Teheran.
Ma se Marchal così rientrò in Francia, Fariba Adelkhah rimase in carcere. Nel maggio 2020 fu condannata a cinque anni di prigione e rilasciata solo molto più tardi, dopo tre anni di detenzione, il 10 febbraio 2023, quando le autorità iraniane, nel mezzo delle proteste per la morte della giovane Mahsa Amini, seguite con attenzione in tutto il mondo, annunciarono la grazia di centinaia di detenuti in occasione dell’anniversario della Rivoluzione del 1979. Almeno altri due francesi sono ancora detenuti in Iran, “ostaggi di Stato”, secondo le stesse parole del ministero francese degli Esteri: Cécile Kohler, insegnante di lettere moderne di 40 anni, arrestata con l’accusa di spionaggio insieme al suo compagno, Jacques Paris, ex insegnante di matematica di 69 anni, detenuti nella prigione di Evin dal 7 maggio 2022.