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 2025  gennaio 05 Domenica calendario

Biografia di Alessandra Niecci

«Vi supplico di voler ricordare e tenere scolpite nella mente e nel cuore, tutte le vostre figliole ad una ad una, e non solo i loro nomi, ma ancora la loro condizione e indole e stato e ogni cosa loro. Il che non vi sarà difficile, se le abbracciate con viva carità». Così Angela Merici delinea, nel Testamento spirituale, il compito che spetta a educatrici ed educatori, nonché lo spirito che deve animarli. Il rapporto con le allieve deve essere improntato ad affetto e interesse, garantendo loro la libertà di esprimere personalità e vocazione.
Oggi può sembrare normale, ma per l’epoca si tratta di un messaggio rivoluzionario. Angela nasce infatti nel marzo 1474 a Desenzano del Garda, parte della Repubblica di Venezia. La penisola è entrata in quello che sarà noto come Umanesimo, che mette l’essere umano al centro. Il riferimento a Terenzio, «homo sum, humani nihil a me alienum puto» («sono un essere umano, nulla che sia umano mi è estraneo»), è evidente. E anche a Protagora, secondo cui «l’uomo è misura di tutte le cose». Se nel Trecento Petrarca e Boccaccio lo avevano vagheggiato, adesso il movimento che rappresenterà una pagina unica nella Storia si concretizza. La riscoperta dei classici, la filologia, il concetto di humanitas, il legame fra intellettuali per il bene pubblico, la pedagogia, sono fra i suoi fondamenti. Ad ampliarne l’orizzonte contribuiscono le scoperte geografiche, tecniche e scientifiche. Soprattutto, Umanesimo e Rinascimento si caratterizzano per una fioritura artistica, una quantità di geni in tutti i campi che solo l’antica Grecia aveva avuto.
Ma al progetto culturale non corrisponde quello politico ed economico, anzi il Quattrocento e il Cinquecento sono caratterizzati da instabilità e guerre. Le invasioni straniere, a opera di Francia, Spagna e Impero, cominciano alla fine del XV secolo; già prima tuttavia c’erano lotte interne perenni. La penisola è ricca, raffinata, colta, però è divisa e vulnerabile. A indebolirla ulteriormente contribuiscono carestie e pestilenze. E alla fine l’Italia sarà soggiogata e “svenduta”.
In ogni caso sono soprattutto le classi elevate a godere della “rinascita”. Le donne, in particolare, devono essere nate al vertice, o avere notevoli talenti artistici, o far parte delle “favorite”, per accedere a tanto splendore. L’ascensore sociale allora praticamente non esiste e la nascita fa quasi sempre la differenza. Sono principalmente le bambine di grandi casate, di famiglie ricche, a ricevere un’istruzione di livello.
Per questo l’inclusivo progetto di Angela Merici ha una connotazione straordinaria e moderna. La futura mistica – sarà beatificata il 30 aprile 1768 da papa Clemente XIII, proclamata Santa da Pio VII il 24 maggio 1807, mentre nel 1861 Pio IX estenderà il suo culto a tutta la Chiesa – viene da una famiglia semplice. Rimasta orfana, va a vivere a Salò dallo zio. Alla morte della sorella, diventa Terziaria francescana. A vent’anni perde lo zio e torna a Desenzano. Vuole dare alle fanciulle un’istruzione religiosa migliore e tramuta la sua abitazione in una scuola. Lì riunisce le bambine, cui spiega il Cristianesimo. Nel 1516 si sposta a Brescia, in seguito alla richiesta dei superiori, per fondare un’altra scuola. Varie sono le versioni che spiegano quella decisione: c’è chi sostiene che venga mandata a Brescia per occuparsi di una dama che aveva perso marito e figli; chi riferisce di un’estasi, durante la quale Angela aveva avuto una rivelazione, e cioè che avrebbe dovuto dar vita a un’associazione di vergini che si sarebbero occupate dell’educazione femminile. C’è invece chi ricorda un successivo pellegrinaggio in Terra Santa, dove contrae una malattia che la fa diventare cieca, ma conosce una guarigione miracolosa di fronte al Crocifisso. «La cecità – dice allora – mi è stata mandata per il bene della mia anima». 
Nel 1525, in occasione del Giubileo – la cui data ha una corrispondenza con quello che si è appena aperto, del 2025 – si reca a Roma per ottenere l’indulgenza. Papa Clemente VII le propone di restare ma lei ha in mente un disegno più ampio e torna a Brescia. Vuole creare un’istituzione per le fanciulle (all’epoca erano solo per ragazzi), che si occupi della loro formazione spirituale, intellettuale e “professionale”. Nel novembre 1535 sceglie 28 insegnanti, che devono «santificare loro stesse per santificare famiglia e società», e dà vita alla Compagnia delle dimesse di sant’Orsola. Cioè le Orsoline ("dimesse” perché vestite semplicemente). Viene quindi approvata la Regola: Angela è “Superiora e Madre Generale a vita”. Può così dar voce all’esigenza di rinnovamento e formazione che permea l’Umanesimo. Desidera che tutte – in seguito spose, suore o nubili – abbiano pari riconoscimento e dignità. Così da portare il suo insegnamento nei conventi, nelle famiglie e nel mondo.
Angela scompare nel gennaio 1540. Il suo messaggio è contenuto nel Testamento spirituale e nei Ricordi, nonché nella Regola. Sepolta nella chiesa a lei intitolata a Brescia, è celebrata il 27 gennaio. E nella Basilica di san Pietro c’è una scultura che la raffigura.