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 2025  gennaio 05 Domenica calendario

Il video del corpo a corpo all’ultimo sangue tra un soldato russo e uno ucraino

In quasi tre anni di stragi, il conflitto in Ucraina ci ha riversato milioni di filmati: battaglie praticamente in presa diretta, con distruzioni e odio pubblicate senza filtro sui canali social. Ma non c’era mai stato un documento così drammatico e allo stesso tempo profondo. Mostra la lotta corpo a corpo tra due soldati, ripresa dalla body cam di uno di loro. Uno scontro disperato e crudele, che nel momento estremo lascia spazio al rispetto tra due uomini che hanno fatto di tutto per ammazzarsi. È una terribile lezione sul significato della guerra, che le parole faticano a descrivere: il volto dell’orrore, senza tempo perché si ripete dall’inizio della Storia. Ci sono state scene simili nel cinema e nella letteratura, ad esempio nella parte conclusiva di “Salvate il soldato Ryan”. Questa però è la realtà, che si vive ogni giorno alle porte dell’Europa.La telecamera appartiene a un militare ucraino, di cui non si vede mai il viso: appare soltanto la sua ombra. Si muove con esperienza ed è bene equipaggiato: ha un fucile automatico americano con un mirino sofisticato. Va all’assalto sparando contro un gruppo di casette di campagna, frantumate dai bombardamenti. Si lancia dentro un cortile, senza interrompere le raffiche. Poi, davanti a una finestra, accade qualcosa: probabilmente viene colpito di striscio, perché le mani sanguinano. Forse cerca di ricaricare la sua arma, ma quando volta l’angolo si trova davanti un soldato russo, appena uscito dall’edificio crivellato. Anche lui è ferito, versosimilmente da un’esplosione, e appare stordito.L’ucraino prende immediatamente il Kalashnikov dell’avversario e lo butta giù. Poi i due si avvinghiano e cadono a terra. Il russo estrae un coltello: è un soldato yakut, proveniente dall’Estremo oriente, e tira fuori un pugnale siberiano. La telecamera dell’ucraino è sincronizzata con lo sguardo, fissa sulla lama che punta sul suo collo. Stringe il coltello per tentare di fermarlo mentre con l’altramano cerca di soffocarlo. Il russo gliela morde.L’ucraino urla più volte «Kaza!»: è il nome del compagno. Ma non gli risponde nessuno e non si sente più sparare: probabilmente il commilitone è stato ucciso. Ogni tanto al respiro pesante dei due uomini si sovrappongono voci metalliche delle radio tattiche che portano addosso.A un certo punto il russo sembra perdere il coltello. Allora prende un pezzo di cemento e lo usa come arma. Le macerie intorno a loro si coprono di macchie di sangue. Le grida dell’ucraino sono tormentate, chiede invano aiuto: dopo tre minuti di quella morsa è stremato. Il nemico ha impugnato di nuovo il pugnale; lui stringe la lama per respingerla: si vedono le mani di entrambi coperte di tagli. Ma il respiro e la voce dell’ucraino sono sempre più deboli. In quel momento cede. Il russo gli sale sopra e sferra colpi, mentre lui continua a tenergli la mano premuta sul collo. Dopo quasi oltre quattro minuti di lotta c’è un gemito angosciante. È la pugnalata letale.L’ucraino allora comincia a parlare al suo nemico, lentamente: «Aspetta, lasciami morire in pa ce. Mi hai completamente squarciato». Non supplica, chiede con fermezza: «Lasciami respirare. Fa molto male». Il siberiano si ritrae: ha l’orecchio tagliato. Dice all’ucraino: «Hai combattuto bene». L’altro gli risponde: «Lasciami andare via in pace. Non toccarmi, sono finito. Lasciami morire…». Il russo vuole alzarsi, ma ha ancora la mano dell’avversario aggrappata al giubbotto antiproiettile. L’ucraino coglie solo un movimento della lama:. «Uomo, non ci provare! Lasciami morire... Vai via. Lasciami morire da solo, voglio andarmene da solo». Il russo riesce a liberarsi e indietreggia. L’altro lo ringrazia: «Grazie. Sei il miglior guerriero del mondo». Poi prende fiato e ripete: «Sei stato il migliore. Addio». Il suo assassino replica al saluto: «Addio». Si allontana per prendere il fucile e gli domanda per l’ultima volta: «Come stai?». «Bene. Addio». Non è chiaro cosa accada dopo. Stando ai siti di Mosca, il russo compie un gesto che è difficile commentare: prende una granata e la fa esplodere sul petto dell’ucraino. Poi gli spara un colpo di grazia con il fucile. Un modo per chiudere l’agonia. L’ultima immagine riprende la barba della vittima che gronda sangue sul terreno.La lotta risale allo scorso autunno ma il video ritrovato dai russi è stato diffuso sui social tre giorni fa e sta diventando virale. È avvenuta durante il contrattacco ucraino per riconquistare la località di Trudovoye. Il soldato della Yakutia, Andreij Grigoriev, appartiene alla 39ma brigata fucilieri motorizzati della Guardia. Adesso la propaganda di Mosca vuole farne un eroe. Il canale televisivo Russia Today ha trasmesso una sua intervista audio, dove non c’è nulla di epico. Descrive il combattimento come routine durante una lunga giornata di battaglie, spiega che l’ucraino aveva ucciso un suo compagno. E dice: «Quando abbiamo cominciato quella lotta corpo a corpo, sapevamo che uno di noi era destinato a morire». Una foto lo ritrae poche ore dopo lo scontro: il volto sconvolto, coperto di lividi e tagli. Negli occhi non c’è orgoglio, né patriottismo: c’è solo l’enormità della tragedia che ha vissuto.