Corriere della Sera, 5 gennaio 2025
I social si indignano per la mancata stretta di mano (ma in realtà sono idioti)
Alti i toni sui social, muta o quasi la politica. I soli a parlare di «schiaffo diplomatico», all’indomani della mancata stretta di mano tra la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il nuovo uomo forte della Siria Mohammad al Jolani, sono stati ieri mattina i titoloni della Bild: tabloid abituato a farla grossa, anche sul caso della mano negata che la ministra stessa, subito dopo, si è affrettata a contestualizzare.
«Non mi aspettavo una vera stretta», ha detto Baerbock subito dopo l’incontro: Mohammad al Jolani viene da un contesto di islamismo non solo osservante, ma estremo, ed era previsto che non le avrebbe porto la mano. Ciononostante per molti, soprattutto sui social, è parso irrituale che la sua stretta di mano fosse rivolta solo agli uomini della delegazione; verso la ministra degli Esteri tedesca una mano sul cuore e un largo sorriso reverente, ma niente contatto.
E così la mano di Baerbock che fa per tendersi, poi si ritrae, ha detto a molti tedeschi anche qualcosa di un Paese, la Siria, che nella campagna elettorale in Germania tanti, soprattutto a destra, si sono affrettati a definire «sicuro» per accelerare il rientro di molte e molti dei circa 970 mila siriani con diritto di asilo che la Germania ha accolto, e che una parte dell’elettorato non vuole più.
Anche per questo le reazioni più indignate allo «schiaffo», ieri, non sono venute dalla politica, prudente a criticare la nuova Siria. Solo sul profilo X del partito di ultradestra AfD una protesta sui «soldi dei contribuenti che andranno ai governanti siriani per “iniziative di sostegno”. Chissà se si è portata dietro qualche “rifugiato” da lasciare là». E uno sfottò dalla leader del partito Alice Weidel, sempre su X – dove poco prima aveva annunciato che il 9 gennaio farà una diretta insieme a Elon Musk – «Alla faccia della politica estera femminista». Baerbock, quando era stata nominata ministra, aveva in effetti annunciato che si sarebbe rifatta a questa corrente delle relazioni internazionali basata su pacifismo e diritti umani. Quanto ai soldi dei contribuenti, la stessa Baerbock ha chiarito già in Siria che il sostegno al nuovo Stato non sarà, per ora, economico.
Subito dopo l’incontro con Al Jolani, in conferenza stampa, la ministra degli Esteri è poi tornata sul saluto: «Non appena sono arrivata, mi è stato chiaro che qui non ci sarebbero state le normali strette di mano. Ma era anche chiaro, e credo anche ai miei interlocutori, che non solo io ma anche il ministro degli Esteri francese non eravamo d’accordo». Durante il suo incontro, ha fatto sapere, ha parlato con Al Jolani anche dei diritti delle donne, e chiesto un nuovo inizio «conciliante e inclusivo». E parlando coi giornalisti del passato islamista del movimento dei ribelli, ha concluso che «li giudicheremo dalle azioni».
Anche il ministro dell’Economia Robert Habeck, e compagno di partito di Baerbock nei Verdi, ha detto alla Bild che è «giusto e importante che Baerbock sia il primo ministro degli Esteri dell’Unione Europea a recarsi in Siria». Con questo «segnale forte di politica estera europea» il sostegno al Paese è evidente. E anche lui ha minimizzato: «Se incontrassimo solo governi che la pensano come noi, saremmo praticamente soli».