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 2024  dicembre 31 Martedì calendario

Per Cecilia Sala triangolazione con Usa e Turchia

ROMA La trattativa è spinosa e per arrivare alla liberazione di Cecilia Sala potrebbero servire settimane. Ci sarà da mediare e sperare, almeno fino all’insediamento del presidente americano Donald Trump, previsto per il 20 gennaio, e del cambio ai vertici di Fbi e Cia. Per “chiudere un occhio” sulle accuse fumose e indecifrate che hanno portato la giornalista nel terribile carcere di Evin lo scorso 19 dicembre, l’Iran vorrebbe che l’Italia negasse l’estradizione – richiesta con forza dagli Usa – di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere 38enne detenuto nel penitenziario milanese di Opera sulla base di un mandato di arresto internazionale. Il nostro Paese si trova quindi tra l’incudine e il martello: nella delicata condizione di non poter voltare le spalle al suo principale alleato ma anche, e soprattutto, di dover riportare a casa la reporter il prima possibile. E, dovendo scegliere, pesa di più il secondo obiettivo. Per questo, al momento, la linea del Governo sembra essere quella di valutare meglio e con tutte le cautele l’estradizione, anche nel caso in cui i giudici della Corte d’appello di Milano si dovessero pronunciare a favore. Oltre alla Farnesina, tramite l’ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei, sono attivi gli uomini dell’intelligence e in particolare quelli che si occupano della sicurezza estera.
In questo momento delicatissimo potrebbe svolgere un ruolo determinante la Turchia, possibile mediatrice tra gli americani e gli iraniani. Una triangolazione che terrà conto di più interessi e di numerose convergenze diplomatiche. Perché la Turchia? I rapporti tra Ankara e Teheran hanno vissuto fasi ascendenti e discendenti, ma questo nel quadro delle relazioni in Medio Oriente, dove tutto l’impossibile diventa possibile all’improvviso, è un fattore frequente. Saldo invece il legame tra Washington e Ankara: la partnership economica sembra difficilmente scalfibile. Oltre a essere un paese della Nato, la Turchia ha per gli alleati un valore strategico determinato dalla sua posizione geografica nel Mediterraneo allargato. E in molte delle ultime crisi internazionali Ankara ha svolto efficacemente un ruolo di mediazione, vantando buone relazioni tra governi occidentali e paesi del Medio Oriente. E lo stesso è avvenuto anche per la guerra in Ucraina e gli accordi sui traffici commerciali nel Mar Nero.IL CAMBIO ALLA CASA BIANCALa strategia del governo italiano per liberare Cecilia Sala potrebbe essere quella di aspettare il cambio al vertice della Casa Bianca e dei servizi segreti americani, Fbi e Cia. Potendo contare così anche sul legame tra Giorgia Meloni ed Elon Musk, il fidato magnate di Trump. Intanto la premier cercherà comunque un dialogo con Joe Biden nell’ultima trasferta del presidente Usa in Italia, programmata dal 9 al 12 gennaio. Che l’arresto della reporter venga utilizzato dal regime degli ayatollah come leva politica appare ormai l’ipotesi prevalente. Gli Stati Uniti però non vogliono cedere al ricatto e di conseguenza non vogliono rinunciare all’estradizione di Mohammad Abedini Najafabadi, fondatore e amministratore delegato di una società iraniana che produce droni utilizzati, secondo gli americani, dai pasdaran dei Guardiani della rivoluzione islamica. L’ingegnere 38enne di Teheran è accusato presso la Corte federale di Boston, insieme al 42enne Mahdi Mohammad Sadeghi (cittadino statunitense-iraniano), di aver cospirato per esportare componenti elettroniche sofisticate dagli Stati Uniti all’Iran. Quando lo scorso 16 dicembre lo hanno arrestato all’aeroporto di Malpensa, era appena atterrato con un volo della Turkish Airlines proveniente da Istanbul. Il timore è che la sua eventuale estradizione negli Usa possa anche innescare ripercussioni