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 2024  dicembre 28 Sabato calendario

Londra, Farange sulla scia di Trump sorpassa i Tories


Il leader dell’ultradestra britannica, Nigel Farage, lo ha annunciato come un «momento storico»: Reform Uk, il partito di cui è guida, ha superato i conservatori per numero di iscritti. La soglia che l’ex tribuno della Brexit vanta di aver raggiunto è di 146.245 tesserati ovvero 14.565 in più rispetto a quelli dichiarati dai Tory il mese scorso. Dati che Kemi Badenoch, alla guida del partito rimasto ininterrottamente al governo per 14 anni fino all’arrivo, a luglio, di Keir Starmer, ha contestato bollandoli come «truccati». Il botta e risposta che è seguito è degenerato in un teatrino in cui i due leader, in polemica persino sul numero dei follower intercettati sui social network, si sono contesi il ruolo di capo dell’opposizione: formale quello di Badenoch, ferma nel ricordare che i Tory rappresentano il secondo partito più grande a Westminster, sostanziale quello di Farage che, a suo dire, detiene il titolo de facto. Gli addetti ai lavori lo hanno sintetizzato come “effetto Trump”. Farage, è noto, è la personalità politica britannica più vicina al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. Al punto da proporsi come mediatore tra Londra e Washington per il governo laburista che ha scelto come ambasciatore Oltreoceano quel Peter Mandelson che nella cerchia del tycoon è definito come un «perfetto idiota». Simbolo del populismo aggressivo, predicato con giacca a doppiopetto e una pinta di birra in mano, Farage si è avvicinato a Trump nel 2016, mesi dopo il referendum sulla Brexit, grazie alla mediazione di Steve Bannon, l’allora direttore di Breitbart News, e di altri esponenti della destra americana. Fu l’inizio di un’amicizia, tutt’ora viva e vegeta, che gli è valsa un posto d’onore ai comizi organizzati nell’ambito delle campagne presidenziali repubblicane. Non a caso, è stato l’unico deputato britannico invitato a Mar-a-Lago, in Florida, a seguire lo spoglio che, lo scorso 5 novembre, ha certificato il clamoroso ritorno di Trump alla Casa Bianca.
I due si piacciono. Il loro sodalizio politico, particolarmente vistoso nei proclami contro gli immigrati, è cementato da Elon Musk, il braccio destro del due volte presidente americano, nonché suo futuro ministro, che è molto vicino anche a Mr Brexit. Il patron di Tesla, che è pure proprietario del social network “X”, è per Farage un «eroe assoluto» perché con il suo stile e il suo linguaggio è riuscito ad avvicinare i giovani ai grandi partiti. «E siamo solo all’inizio», ha precisato.
Musk, tra l’altro, starebbe prendendo in seria considerazione l’idea di iniettare cento milioni di dollari nelle casse di Reform Uk, circostanza che Oltremanica ha scatenato il dibattito sull’opportunità di irrigidire la legge sulle donazioni estere a favore dei partiti locali e che viene da molti considerata come un passo verso la costituzione di un’internazionale della destra oltranzista in Occidente.
Farage ambisce a diventare premier. Con o senza i soldi di Musk. Su di lui hanno puntato donatori di passaporto inglese e portafoglio pesante come il miliardario Nick Candy che è stato a lungo finanziatore dei Tory. Chiede che il boom dei tesserati al suo partito venga certificato da un’autorità indipendente ma intanto cresce nei sondaggi. Secondo una recente rilevazione Ipsos gode di un consenso nettamente superiore, anche tra gli elettori a cui non sta particolarmente simpatico, non solo rispetto a Badenoch ma anche al premier Starmer. Le vetrine in cui mettersi in mostra non mancheranno. La più prestigiosa potrebbe essere la visita di Stato di Trump a Londra, a cui sta lavorando Downing Street, durante cui godrebbe di una luce riflessa particolarmente intensa: The Donald sarebbe il primo politico della storia moderna a essere ospitato dalla famiglia reale per due volte.